Cori: “Gravi ritardi sui lavori pubblici”. La minoranza consigliare sospetta che questa gestione possa provocare anche danni
L’Amministrazione guidata da Mauro De Lillis non ha mai chiarito a quanto ammontino i finanziamenti accordati per le opere pubbliche, e, mentre le cifre presentate in Consiglio Comunale parlano di 16 milioni di euro, ci sarebbero ulteriori finanziamenti per almeno 10 milioni di euro. A sostenerlo è l’opposizione de L’Altra Città.
A giudizio della minoranza, alcune cose sono certe ed evidenti, perché sotto gli occhi di tutti.
“Innanzitutto – precisa Evaristo Silvi, consigliere comunale e capogruppo de L’Altra Città – ogni opera finora realizza ha prodotto danni ai quali non sempre si è potuto fare fronte. Poi ci sono opere pubbliche, finanziate e già appaltate contrattualmente da circa 3 anni, ma che non sono mai partite. Mi chiedo: un finanziamento non prevede tempi di realizzazione? Un contratto con una ditta non prevede tempi di realizzazione?”.
“E, per finire, alcuni progetti presentati sono molto “avventurosi”, e con questo voglio dire che sono stati pensati in barba alle norme, tanto che, grazie alla nostra azione di controllo, sono stati “smascherati” e l’Ufficio tecnico ha dovuto bloccarli”.
È sempre Silvi a fare una serie di esempi.
In Via del Soccorso, i lavori per regimentare le acque hanno prodotto il cedimento di un tratto di strada che sovrasta l’area comunale dove si svolge il mercato settimanale e in parte concessa ad una associazione che vi ha realizzato un impianto di padel. Dal 2020 è tutto puntellato e non si escludono rischi per l’incolumità pubblica. L’Amministrazione comunale ha ottenuto un finanziamento, forse di 180.000,00 euro, che impegnava il Comune a iniziare i lavori entro il 15 settembre 2021. Ma ad oggi non si è mosso nulla.
Nel Fosso della Catena – Via delle Rimesse, dopo l’inaugurazione della monumentale “passeggiata” non autorizzata e realizzata nella scarpata del fosso, nel gennaio 2023, si è verificata una grossa frana causata dalle fogne che sversano direttamente lungo la costa della scarpata del fosso. E così si è scoperto che il progetto originario per la “mitigazione del rischio idrogeologico” prevedeva, innanzitutto, la realizzazione del sistema fognario per canalizzare tutti gli scarichi privati e pubblici di un’area che, per ragioni storiche, non ne è dotata. Ed invece il progetto fognario predisposto dal Comune non rispondeva alle norme e quindi non è stato approvato dall’Autorità di Bacino. Ma l’Ente è andato avanti lo stesso, mettendolo da parte e proseguendo con le opere per 4 milioni e mezzo di euro. Le fogne continuano a sversare direttamente sulla scarpata del Fosso della Catena, e la “colpa”, secondo il Sindaco De Lillis, è dei privati che dovranno risponderne.
Nel Fosso della Catena-Via delle Grazie un altro importante finanziamento per 3,5 milioni di euro. Anche questo un intervento per la “mitigazione del rischio idrogeologico” da realizzare nel Fosso della Catena. Qui la minoranza, analizzando gli atti, ha scoperto che si vuole realizzare un parcheggio multipiano e una strada per accedervi, sempre sulla scarpata del fosso e a pochi metri dal monumento storico del Ponte della Catena. In più il Piano regolatore vigente non prevede parcheggi, pertanto occorrerebbe, sempre se lo “scempio” venisse approvato, una variante al PRG. La minoranza ha fatto rilevare che se occorre una variante al PRG, la norma prevede la convocazione della conferenza dei servizi. Che, ovviamente, non è mai stata convocata.
Per il Fosso della Catena ci sono almeno altri due finanziamenti sempre per la “mitigazione del rischio idrogeologico”. I lavori risultano affidati da anni, ma ancora non si vede nulla.
Per il pozzo-abbeveratoio al servizio degli allevatori che hanno mandrie in montagna, è stato presentato un progetto che prevedeva la realizzazione di opere imponenti dentro il bosco, che, si sa, è soggetto a vincoli stringenti. Furbescamente non è stata richiesta l’autorizzazione paesaggistica per le opere nell’area boschiva. La minoranza si è accorta di queste “anomalie” e l’Ufficio tecnico ha dovuto bloccare i lavori, preparare una variante che annulla le opere nell’area boscata inizialmente individuata e ora si è in attesa delle autorizzazioni.
“Mi chiedo – si interroga Silvi – : ma l’ingegnere comunale, Luca Cerbara, l’assessore ai Lavori Pubblici, Ennio Afilani e l’assessore all’urbanistica, arch. Elisa Massotti, conoscono le norme? E, se le conoscono, perché non le applicano? Fanno i “furbetti del quartierino”? In questo modo costringono l’Ente a sostenere costi per fare continue varianti, e costi per i ritardi causati da queste “furbate”.
“I collaudatori statici e i professionisti esterni “scappano”, e bisogna ricominciare daccapo per trovarne altri. Siamo stati pubblicamente accusati di ostacolare il lavoro dell’ufficio tecnico- urbanistico con le nostre richieste di interrogazioni e accesso agli atti”.
2Ritengo che il vero ostacolo sia proprio questa amministrazione, incapace di sviluppare un progetto che rispetti le norme, ed incapace di realizzare un’opera senza provocare nuovi e peggiori danni, anche alle casse comunali. Inoltre da qualche giorno la Giunta comunale ha approvato il piano triennale 2024-2026 delle opere pubbliche. Nel solo 2024 la disponibilità finanziaria è di oltre 28 milioni di euro. Guardando l’elenco, mi pongo molte domande che affronteremo. La maggioranza – conclude Silvi – può stare certa che continueremo a vigilare, sulle opere pubbliche, e non solo”.