Omicidio Gloria Pompili: dovrà subire un processo l’assistente sociale che seguiva la famiglia della giovane fatta prostituire e uccisa
L’assistente sociale del Comune di Frosinone che seguiva la famiglia Pompili è stata rinviata a giudizio. 72 anni, difesa dall’avvocato Pierpaolo Incitti, la donna deve rispondere davanti al giudice monocratico del Tribunale di Frosinone, Francesca Proietti, di omessa denuncia di incaricato di pubblico servizio. Secondo la Procura ciociara, infatti, la donna, che aveva in carico il nucleo famigliare di Gloria, non avrebbe segnalato i soprusi e le violenze che la 23enne subiva.
Mamma di due figli minorenni, Gloria Pompili, come stabilito nel processo principale, era stata costretta a prostituirsi e fu uccisa a forza di botte dai famigliari. A costituirsi parti civili, nel processo a carico dell’assistente sociale, sono stati i famigliari di Gloria. La prossima udienza è stata fissata per il 6 giugno.
A maggio 2021, furono confermate dai giudici di Cassazione le condanne a carico di Loide Del Prete e dell’ex compagno Saad Mohamed Elesh Salem, di nazionalità tunisina.
La storia di Gloria Pompili ha generato sin da subito sdegno e attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica. La giovane 23enne di Frosinone fu costretta a prostituirsi e morì, a seguito delle percosse ricevute, la sera del 23 agosto del 2017 sulla Strada Monti Lepini, nel territorio di Prossedi. Botte, bastonate, che coinvolgevano, quando gli aguzzini lo ritenevano necessario, pure i suoi figli, di 3 e 5 anni, con aggressioni fisiche e punizioni sadiche.
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