Giudice di Pace a Latina, il Commissario dell’Ordine degli Avvocati Giacomo Mignano torna a scrivere alla Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti: “Perdurante stato di grave crisi”
È con l’ennesima lettera che l’avvocato Mignano, commissario straordinario dell’Ordine degli Avvocati, mette in guardia sulla situazione ormai cronica di malfunzionamento all’interno degli uffici del Giudice di Pace di Latina.
Mignano ravvisa “il perdurare dello stato di grave crisi in cui versa l’Ufficio del Giudice di Pace di Latina che, nonostante gli sforzi profusi di tutte le componenti locali del Sistema Giustizia, sembra essere ormai giunto ad un vero e proprio punto di non ritorno. A seguito di un breve sopralluogo effettuato nella giornata di ieri nel presidio, su sollecitazione del suo Coordinatore e di alcuni Colleghi, ho potuto accertare una situazione emergenziale che ha veramente dell’indecoroso e che non può essere più tollerata, in un Paese che si ritiene civile e, peraltro, in un momento così grave come quello che viviamo”.
“Al di là dell’estremo disordine, ormai endemico che regna nelle Cancellerie, dove sono ammucchiati, più o meno alla rinfusa e senza alcuna obiettiva logica, centinaia di fascicoli – prosegue Mignano – ho potuto riscontrare una situazione di assoluto abbandono, degna più di un antro del Signore degli Anelli che di un Ufficio Giudiziario Europeo del terzo millennio. Il sistema di areazione è inattivo da tempo, in quanto si è accumulato ritardo nel pagamento dei canoni di locazione ed il locatore ha sospeso la fornitura del gas che alimenta il sistema di condizionamento, e le finestre, per sconosciute ragioni tecniche, non possono essere aperte. In considerazione di tale situazione di fatto e delle alte temperature stagionali, all’interno del plesso si registrava una temperatura di oltre 35 gradi, così come rilevata da un sofisticato telefono cellulare di un Collega.
Una situazione veramente intollerabile”.
A tale obiettivo disagio logistico, va raggiunta l’ormai totale paralisi del presidio. La irrisolta penuria del personale addetto sta rendendo impossibile l’evasione degli affari trattati. Il sistema di rotazione posto in essere non ha apportato alcun obiettivo miglioramento della situazione, tutt’altro, in quanto la presenza saltuaria di operatori nell’Ufficio rende più farraginoso lo smaltimento dei carichi di lavoro2.
“Da un mese non si aggiornano i fascicoli; né si inoltrano le comunicazioni alle parti. Il sistema telematico che, avviato con il protocollo sottoscritto nel luglio scorso, ha consentito di eliminare le lunghissime file ed i tempi di accesso operativo, in quanto non vi è un addetto che possa provvedere alla sua cura, ragione per cui per ogni incombente bisogna recarsi in Cancelleria con notevoli aggravi di tempo per l’utenza e per il personale. Tale situazione di impasse fa sì che l’udienza di oggi 9 luglio non verrà trattata e sarà rinviata d’ufficio. Il prossimo 12 luglio e per tre settimane il Dirigente della Cancelleria e unico addetto al Settore Civile andrà in ferie per tre settimane ed al momento non risulta sostituito. Se si considera che questi, bontà sua, e contro ogni forma di regola naturale, è operativo per almeno 12 ore al giorno, è da prevedere il blocco totale dell’ufficio.
“In questo contesto, sulla base di una proiezione effettuata dal Coordinatore dei Giudici, è da presumere che le udienze fissate per il mese di settembre non si potranno tenere e le Cancellerie non saranno più in grado di assicurare i più elementari servizi che le fanno carico. È innegabile che una Giustizia incapace di fornire alla collettività le minime risposte rappresenti un grosso ostacolo alla sua crescita economica, con gravi ricadute sulla tenuta sociale. Si chiede l’adozione di tutte le necessarie determinazioni atte a scongiurare la situazione”.