Il Tribunale di Roma applica la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di un 27enne, noto esponente criminale del territorio
I Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, nei confronti di Ferdinando Di Silvio, pluripregiudicato di 27 anni, attualmente ristretto in carcere.
La proposta di sorveglianza speciale a carico di Di Silvio è stata effettuata anche dal Questore di Latina, Fausto Vinci, su proposta della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato.
In particolare il giovane, soggetto noto alle forze dell’ordine per la sua caratura e per il suo spessore criminale, già dall’epoca in cui era ancora minorenne, aveva dato luogo ad un’ascesa criminale che si è concretizzata in plurime tentate rapine in concorso, in lesioni personali e ricettazioni. Nel 2023, “Prosciutto”, così come è soprannominato, è stato condannato in via definitiva per tentata estorsione in concorso e per estorsione e rapina continuata aggravata dal metodo mafioso, entrambe divenute irrevocabili. Si tratta dell’operazione “Movida” che ha coinvolto altri appartenenti alla sua famiglia, ossia il ramo del noto clan di origine rom, di stanza nel quartiere del capoluogo “Gionchetto”, retto dal padre di “Prosciutto”, Giuseppe Di Silvio detto “Romolo”.
A carico del 27enne risulta inoltre un altro procedimento penale pendente, per il quale è stato condannato nel grado di appello alla pena di 8 anni di reclusione. Si tratta del processo “Scarface” che ha contestato al clan Di Silvio di “Romolo” l’accusa di associazione mafiosa.
Dalla complessa attività di indagine e grazie alla costante attività di monitoraggio e prevenzione dei reati, nei confronti del 27enne è stato delineato un quadro di attuale pericolosità sociale derivante dalle condotte delittuose poste in essere, dai precedenti penali e dall’attitudine al compimento di azioni delittuose.
Era stato, infatti, delineato il quadro della pericolosità sociale e della sua attualità, in considerazione dello spessore criminale del giovane.
Una pericolosità derivante sia dai delitti per i quali il soggetto è già stato condannato, sia dai fatti per i quali risulta tuttora pendente il procedimento penale, considerando anche il contesto criminale associativo in cui tali condotte delittuose sono maturate, contribuendo alla realizzazione e alla operatività nel territorio della provincia di un’associazione a delinquere di stampo mafioso.
Alla luce del contesto criminale delineato, dell’attuale pericolosità sociale del proposto e tenuto conto della elevata gravità delle condotte poste in essere nel tempo dal soggetto tanto da diventare elemento di spicco della criminalità sul territorio pontino, il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione ha applicato all’uomo la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, per la durata di 3 anni con obbligo di soggiorno. Misura che sarà scontata da Di Silvio al termine dell’espiazione delle pene restrittive derivanti dalle condanne a suo carico.