GIRO DI SPACCIO E ARMI AD APRILIA: A OLTRE 15 ANNI DAI FATTI ASSOLUZIONI E PRESCRIZIONI

Finisce tra prescrizioni e assoluzione un vecchio processo che vedeva imputati diversi volti noti dello spaccio apriliano

Il primo collegio del Tribunale di Latina composto dai giudici Soana-Sinigallia-Brenda ha definito, in primo grado, il processo che vedeva diversi imputati, sostanzialmente per spaccio di droga, ma anche per armi, tutti o quasi originari di Aprilia. Lo spaccio, secondo l’accusa, si era concentrato nella zona popolare del Toscanini.

Sul banco degli imputati i pregiudicati Daniele Scibé e Roberto Manera. Alla sbarra anche Mirko Di Leo, Andrea Liparulo, Daniele e Manuel Lanzi, Manuel Montenero, Simone Vacca, Italo Mollicone, Redouane Hihlali, Marco Giacomi, Ringo e Franco Barbulovic. Hashish, cocaina, marijuana: un giro di spaccio monitorato per due anni, tra il 2009 e il 2010, ad Aprilia, dove le sostanze sono state dirette anche a minorenni.

L’indagine si è sviluppata tra Latina e Roma quindici anni fa e oltre, con una serie di pedinamenti, controlli e intercettazioni telefoniche.

Nell’indagine, uno dei coninvolti, Mirko Di Leo, è stato accusato di aver sparato, insieme a un minorenne, un colpo di pistola a scopo intimidatorio contro un giovane, noto come “Il sorcio”, il quale si sarebbe rifiutato di andare a casa di un cliente a ritirare denaro per la droga acquistata. Un episodio avvenuto il 16 ottobre 2009. Sempre Di Leo, insieme a Liparulo, e un altro indagato, avrebbe venduto, in cambio di duemila euro, una pistola calibro 22. Liparulo e i due Barbulovic erano accusati di ricettazione, per essere stati trovati in possesso di cinque fucili da caccia, rubati a un apriliano. Infine Ringo Barbulovic, il 9 marzo 2010, si sarebbe introdotto in un’abitazione di via Parigi, nel quartiere Toscacini, per rubare, e, trovatosi dinanzi il padrone di casa, lo avrebbe picchiato e minacciato.

Oggi, alla presenza di due avvocati difensori, tra cui Stefano Iucci, che ha svolto la sua arringa difensiva, il Tribunale ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di diversi imputati e assolto altri da ulteriori capi d’imputazione. A oltre 15 anni dai fatti, il processo ha risolto il caso senza condanne.

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