Beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma – in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei riguardi di 2 società e di 15 persone.
Gli indagati sono accusati dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, guidati dal Capitano Cristiano Simonitti, corroborate dalle movimentazioni sui conti correnti bancari, è emerso un vorticoso giro di fatture false, emesse da soggetti economici privi di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze, preordinato a consentire a due società, operanti tra Roma e Cisterna di Latina nella commercializzazione di rottami metallici, la maturazione di un ingente credito IVA e l’abbattimento del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, con un risparmio quantificabile in oltre 4 milioni di euro. La principale società operava tra Roma, Anzio, Nettuno e Cisterna di Latina.
Il provento della frode fiscale veniva successivamente drenato dai conti correnti delle due società beneficiarie con prelevamenti in contanti. Il sistema fraudolento prevedeva l’emissione da parte delle società coinvolte, di documenti di trasporto falsi che attestavano movimenti di automezzi in realtà mai avvenuti. In diversi casi nei formulari veniva indicato uno stesso autotrasportatore che aveva effettuato nello stesso momento due viaggi in due diverse province (in un caso a Viterbo e Latina).
Dagli accertamenti è inoltre emerso che alcuni dei soggetti economici coinvolti avevano fruito indebitamente di contributi pubblici pari a 250.000 euro, erogati per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza pandemica da Covid. Le fatture false servivano alle due società, una delle quali aveva un’unità operativa a Cisterna di Latina.
Gli elementi raccolti hanno consentito di ottenere dall’Autorità Giudiziaria l’emissione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte evase che ha riguardato quattro immobili ubicati a Cisterna di Latina, tra cui una villa, una barca, orologi di lusso, auto e moto d’epoca, nonché i saldi dei conti correnti bancari. Durante le perquisizioni presso le abitazioni degli imprenditori sono stati rinvenuti circa 150.000 in contanti e 9 orologi Rolex, Cartier, Tudor e Panerai.
Il meccanismo fraudolento era imperniato su due gruppi imprenditoriali distinti: uno con sede operativa alla Magliana (la cui attività è cessata nel 2023), l’altro con sede operativa a Cisterna. Una vera e propria piramide con alla base sei società che emettevano fatture false per operazioni inesistenti, i cui titolari erano meri prestanome, tra cui anche alcuni “senza fissa dimora” e persone che campano di espedienti. Tali società emettevano le fatture false verso una società filtro, gestita da un uomo e una donna (di fatto una coppia di conviventi), che risiedeva fino a poco temp fa ad Anzio e ha poi spostato la sua residenza a Cisterna.
Gli acquisti simulati eseguiti dalla società filtro servivano ad emettere fatture false sia per la società romana che per quella di Cisterna. Gli investigatori della Finanza hanno scoperto che nel giorno in cui usciva il bonifico, non appena veniva ricevuto da una delle sei società alla base della piramide, la società filtro bonificava a sua volta alle sei società. Di fatto, erano i titolare della società filtro, successivamente, a prelevare in contanti i proventi della frode. Peraltro, almeno tre delle società finite sotto indagine hanno ricevuto fondi derivanti da contributi Covid.
Durante il sequestro, i finanzieri hanno trovato a Roma, nella disponibilità di uno dei imprenditori principali, contanti per 150mila euro. A Cisterna, oltreché alla villa sequestrata all’imprenditore, sono finiti sotto chiave anche due locali commerciali nella zona industriale, una Porsche e un Harley Davidson.