I Giovani Democratici hanno eletto i due nuovi segretari a Latina: si tratta di Roberto Bastevole e Viola De Marchis
LA NOTA – Una nuova Primavera è questa la stagione congressuale che i Giovani Democratici hanno aperto su tutto il territorio provinciale per rilanciare l’azione dell’Organizzazione dentro e fuori il Partito Democratico.
Tappa anche a Latina, nella giornata di domenica, con il II Congresso Comunale che ha visto l’elezione a Segretario di Roberto Bastevole e di Viola De Marchis, entrambe provenienti dalle Organizzazioni studentesche.
Proseguiremo con forza sul cammino tracciato in tutta la Federazione – commentano i due – su quello che chiamiamo modello Respiro, l’apertura totale a movimenti e associazioni, sul mutualismo e le campagne di solidarietà e sulla battaglia per il diritto alla città e per un nuovo municipalismo nel XXI secolo.
Ai due eletti non sfuggono poi le “nuove fratture” che interessano i più giovani: bisogna avere il coraggio di affrontare temi sentitissimi nella nostra generazione, tra cui il rapporto con i propri corpi, il divario di genere, l’educazione sessuale e all’affettività, le droghe leggere, il diritto allo studio realmente garantito, per citarne qualcuno su cui ci siamo più volte già spesi – dicono – bisogna essere presenti nei luoghi della solitudine, nelle periferie non solo geografiche della nostra città, e questo chiama in causa anche la nostra capacità di ripensare e sperimentare nuovi modelli di democrazia urbana e di partecipazione.
I due rivolgono poi un grande ringraziamento a Leonardo Majocchi, Segretario Comunale uscente e attualmente Segretario Provinciale dell’Organizzazione, che con passione, spirito di dedizione e lungimiranza, ha dato un impulso grandissimo per la nascita ed il consolidamento della nostra Organizzazione, con un lavoro che proseguiremo con forza su scala provinciale.
Alle amministrative ci saremo – concludono i due – cercando di rappresentare un fronte generazionale politicamente emerso in questi anni ma rispetto a cui avvertiamo ancora una mancanza di narrazione pubblica e un disinteresse cittadino diffuso.
C’è una generazione che non chiede, ma che in questi anni ha agito quotidianamente nonostante tutto: non ci fermeremo.