Giorno del ricordo a Latina, le dichiarazioni del Sindaco Matilde Celentano alla presenza del Prefetto Vittoria Ciaramella
“È per me la seconda volta che da Sindaco rappresento la città di Latina in questa ricorrenza, istituzionalizzata, per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata.
E noi siamo qui, come istituzioni, per ricordare. Oggi ne abbiamo ancora più bisogno; i recenti fatti avvenuti a Basovizza con scritte vandaliche davanti al monumento sono un oltraggio alla memoria delle vittime. E’ stata un’azione indegna e inaccettabile. E noi come istituzioni abbiamo il dovere di stigmatizzare, di condannare senza se e senza ma, ripudiando questo vergognoso negazionismo. Noi ricordiamo il massacro delle foibe e il doloroso esodo.
Il ricordo è un processo complesso: rappresenta il principale elemento attraverso il quale la memoria si dipana e si ricostruisce. Il ricordo è importante perché attraverso di esso possiamo avere memoria e consentire ai nostri giovani di acquisire conoscenza e consapevolezza del passato e in questo caso del dramma vissuto dai nostri connazionali.
La giornata di oggi rappresenta una solennità civile del nostro Paese.
La celebrazione del Giorno del Ricordo è stata istituita con la legge numero 92 del 30 marzo 2004, a circa 60 anni dai tragici eventi subiti dagli italiani del confine orientale.
Abbiamo dovuto attendere il crollo del Muro di Berlino e, quindi, il dissolvimento dello stato Jugoslavo per rompere il silenzio sul dramma delle foibe.
Il Giorno del Ricordo, celebrato per la prima volta il 10 febbraio 2005 – esattamente 20 anni fa – vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
E per questo non possiamo accettare alcuna forma di negazionismo.
Al Giorno del Ricordo è associato il rilascio di una Medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale tra l’8 settembre 1943, data dell’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi.
Come istituzioni, ma anche come cittadini italiani, è un nostro dovere conferire solennità a questo giorno che ci ricorda profondo dolore. Abbiamo il dovere di commemorare le vittime delle foibe e del dramma dell’esodo, di portare a conoscenza delle giovani generazioni questa immane tragedia del nostro Paese.
Ed è per questa ragione che il Comune di Latina, come lo scorso anno, si è impegnato con un contributo per consentire a ragazzi delle scuole media di prendere parte al Viaggio del Ricordo, per una esperienza di crescita nei luoghi delle foibe, come a Basovizza in cui sono diretti quest’anno oltre 70 nostri studenti, accompagnati da docenti e amministratori comunali.
Latina si è sempre distinta, sin dalla sua genesi, come una città aperta e ospitale. Latina ha conosciuto da vicino il dramma dell’esodo giuliano-dalmata ed è per questo che, a maggior ragione, abbiamo il dovere di celebrare la ricorrenza del 10 Febbraio.
Qui a Latina abbiamo avuto il più grande centro di accoglienza, il cosiddetto campo profughi, nato proprio per ricevere i cittadini italiani costretti ad abbandonare la loro vita al confine orientale. Oggi quel campo, abitato per decenni da storie dolorose, ospitando anche gli stranieri provenienti dall’Est Europa in fuga per la libertà, è diventato la sede pontina dell’università Sapienza di Roma, la più grande d’Europa. E penso che questa scelta, del più recente passato, di localizzare nell’ex campo profughi l’università contribuisca a fare in modo che le nuove generazioni acquisiscano sempre più consapevolezza del dramma dimenticato per troppi anni, quello dei massacri delle foibe e dell’esodo del confine orientale.
Nella nostra comunità vivono ancora famiglie istriane, della Dalmazia e di Fiume, alle quali non possiamo che esprimere la nostra solidarietà, rinnovando il nostro impegno per non dimenticare.
Ci troviamo accanto al monumento di piazzale Trieste intitolato alla Vittime delle Foibe e in questa circostanza voglio ricordare una giovane donna vittima delle foibe, Norma Cossetto, a cui il Comune di Latina nel 2018 ha voluto dedicare l’area verde di via Cimarosa.
Chi era Norma Cossetto?
Una giovane donna, istriana, arrestata, violentata e torturata dai partigiani jugoslavi e poi gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani.
Aveva 23 anni Norma Cossetto, frequentava l’Università di Padova, stava preparando la sua tesi in Lettere. Non aveva alcuna colpa Norma, se non quella di essere italiana, istriana, e per questo condannata a morte dopo violenze inaudite.
Umiliata come donna, torturata dalla bestialità umana, infoibata ancora viva. Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. La tragedia delle foibe era ancora tutta da scrivere.
Norma Cossetto è stata una delle migliaia e migliaia di vittime delle foibe, persone assassinate nelle foibe del Carso triestino, tra il 1943 e il 1945, a cui vanno aggiunti i morti nei campi di prigionia. Furono circa 350mila gli italiani, che dopo la fine della guerra furono costretti ad abbandonare le loro case e le terre dove erano nati e cresciuti, per sfuggire al disegno di conquista territoriale e di egemonia del comunismo di Tito.
La storia di Norma Cossetto, che forse proprio grazie all’istituzionalizzazione del Giorno del Ricordo ha ispirato nell’ultimo decennio pubblicazioni, documentari, film e fiction, s’intreccia in un certo qual modo con la storia della nostra comunità.
Norma Cossetto, infatti, ebbe tra i suoi allievi Ottavio Sicconi, esule da Parenzo, padre di Matteo, presidente del comitato provinciale dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia.
Come vedete il Giorno del Ricordo appartiene alla nostra comunità nel profondo del cuore e dell’anima.
Qui, oggi, in questo momento, non si sta celebrando soltanto una data per dovere istituzionale, ma per dovere morale nei confronti di nostri connazionali, infoibati o diventati esuli, e delle loro famiglie di allora e di oggi e di quelli che hanno vissuto e vivono nel nostro tessuto sociale, proprio qui a Latina.
Il Giorno del Ricordo è per la nostra città la commemorazione di un dolore comune, che ci appartiene ed è con questo spirito che non dimentichiamo l’immane tragedia delle foibe e dell’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.