Reparto di Ginecologia ed Ostetricia al “Dono Svizzero”, dopo la risposta dell’Asl di Latina arrivano gli intervento dei consiglieri comunali di Formia
Al netto delle minacce di querela che forse un’azienda sanitaria dovrebbe evitare, visto anche le condizioni in cui versa la sanità pontina, – spiega la consigliera comunale d’opposizione di Formia, Paola Villa (Un’Altra Città) – chiediamo di conoscere, attraverso documentazione fotografica, lo stato dei lavori presso il reparto e quali siano i “limiti paesaggistici” che si sta cercando di superare. Per chiarezza e completezza, sarebbe opportuno far conoscere anche la tempistica di collaudo e pertanto la fruibilità per i pazienti, delle due sale parto e della sala operatoria.
In qualità di consigliera comunale è mia intenzione chiedere, attraverso appropriato domanda via pec, all’ azienda sanitaria di organizzare un sopralluogo congiunto, perché si arrivi a risolvere le serie problematiche degli utenti, con date certe per l’apertura e l’uso delle strutture e dati certi per quanto riguarda il personale medico. Tutto ciò per trasparenza e completezza di informazione alla cittadinanza”.
“Fino a che punto si può umiliare una città? – si chiede l’altro consigliere comunale d’opposizione, Luca Magliozzi (Partito Democratico) – Quanto ancora dobbiamo sopportare questa sceneggiata? Mi auguro che gli operatori del reparto di Ginecologia e Ostetricia del Don Svizzero ricevano almeno la stessa morbosa attenzione che il Presidente del Consiglio mi e ci sta riservando in questi giorni.
Qualche settimana fa, i medici del reparto hanno lanciato un appello disperato: solo quattro medici in servizio, lavori fermi da anni, il rischio concreto di una paralisi. Hanno chiesto aiuto, anche all’amministrazione comunale, ma sono stati ignorati. Come sempre. Come tutte le altre emergenze di questo territorio. Inascoltati e lasciati soli. Come le famiglie che si rivolgevano ai Centri Diurni per la disabilità grave. Esattamente come succede a troppe persone in questa città.
Chi amministra trova il tempo di inventare e alimentare polemiche assurde, ma non quello di occuparsi di una città che si sta spegnendo. E visto che qualcuno finge di non capire, provo a dirlo con parole semplici: nessuno ha mai parlato di un’incompatibilità giuridica tra il ruolo di Presidente del Consiglio e quello di avvocato penalista. Nessuno ha mai detto che un avvocato sia il suo cliente.
Ma rivendico il diritto di dire che, secondo me, è politicamente inopportuno che chi presiede il Consiglio Comunale difenda la famiglia Bardellino, soprattutto in un territorio come il nostro. Si può ovviamente non essere d’accordo, ma non c’entra nulla il diritto alla difesa. Quanto ai comportamenti e ai toni del Presidente del Consiglio, sono troppo spesso fuori luogo, quando non un vero e proprio insulto alle istituzioni della città. Ma questo lo capirebbe anche un bambino e non servono altre parole. Dopodiché, mentre si continua con questa pagliacciata, la città sprofonda.
Ma chi pensa di poter tenere Formia in ostaggio con questo teatrino si sbaglia. Tocca anche a noi rompere l’accerchiamento, dimostrare che un’altra politica è possibile. Che c’è la possibilità di un’alternativa, che alla fine di un’amministrazione non può rimanere solo un grande circo e qualche pensilina”.
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