GAMBIZZATO AD APRILIA, DOMANI L’INTERROGATORIO DEL MACELLAIO SPARATORE

Aprilia, fermato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Aprilia e del Nucleo Investigativo l’autore del tentato omicidio

Verrà ascoltato domani, 10 ottobre, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, il 31enne di Aprilia, Giuseppe Marcellino, autore degli spari contro il 36enne originario di Anzio, gambizzato in via Fossignano e al momento ricoverato al “Santa Maria Goretti” di Latina con una tibia fratturata e una prognosi di 40 giorni.

Il 31enne, incensurato, macellaio nella ditta di famiglia, è accusato di tentato omicidio e sosterrà l’interrogatorio di convalida con gli avvocati difensori Massimo Frisetti e Alessandri Righi. Ancora sono tanti gli interrogativi a cui dovrà rispondere: perché ha sparato? come ha reperito l’arma?

Nel corso della serata del 7 ottobre, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Aprilia e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina, d’iniziativa, lo hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Il tentato omicidio è avvenuto nel pomeriggio del 6 ottobre, intorno alle 14:30, nei confronti del 36enne, Marco Colardo, residente ad Aprilia.

Nello specifico, nel pomeriggio di ieri, 7 ottobre, i Carabinieri sono intervenuti in zona Fossignano, dove il 36enne, mentre era alla guida della propria autovettura, era stato affiancato dal veicolo condotto dall’indagato che, sceso dal proprio mezzo, aveva esploso diversi colpi di pistola all’indirizzo della vittima, attingendola e ferendola gravemente agli arti inferiori, per poi risalire sul proprio veicolo e darsi alla fuga.

Il malcapitato, a seguito dell’accaduto, è stato soccorso da personale del 118 intervenuto sul posto che, dopo le prime cure, hanno provveduto a trasportarlo presso l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, per le lesioni riportate.

I Carabinieri, sulla scorta degli elementi raccolti nell’ambito delle indagini preliminarmente condotte, sono riusciti ad identificare subito l’autore dell’azione di fuoco, avviando le immediate ricerche dell’uomo che, nel frattempo, si era reso irreperibile, tanto da non essere presente neanche presso la propria abitazione. Le ricerche sono proseguite senza interruzione per il resto della giornata e fino al momento in cui l’indagato, accompagnato da due legali, Massimo Frisetti e Alessandro Righi, si è presentato presso il Nucleo Investigativo di Latina, diretto dal tenente colonnello Antonio De Lise, dove, dopo l’interrogatorio delegato dalla Procura della Repubblica di Latina, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, d’iniziativa della polizia giudiziaria.

Successivamente, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, l’indagato è stato condotto presso la Casa Circondariale di Latina. Proseguono le indagini da parte dei Carabinieri al fine di ricostruire l’esatta dinamica e il movente dell’accaduto, nonché per le ricerche dell’arma utilizzata dall’indagato.

Al momento l’ipotesi, forse riferita ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e al pubblico ministero Valerio De Luca, ruota alla possibilità che Marcellino abbia sparato perché ritenesse Colardo autore di un furto ai suoi danni oppure debitore di un soldi provenienti da affari illeciti. Il sospetto va sulla droga, ma non è il solo.

In caserma, Marcellino è stato sottoposto all’esame “Stub” che permette di verificare le tracce di polvere da sparo sul corpo e sui vestiti di una persona. Le indagini dovranno chiarire se l’uomo ha fatto tutto da solo o se sia procurato l’arma con l’aiuto di qualcuno. Arma che, al momento, non è stata trovata né consegnata dal 31enne il quale, vistosi alle strette, si è consegnato ai Carabinieri suggerito probabilmente dai suoi legali. Gli accertamenti sono in corso per capire se Marcellino, che lavora nella ditta di famiglia, sia inserito in qualche affare illecito o comunque abbia frequentazioni tali da rendere facile il reperimento di una pistola. E se fosse un regolamento di conti dovuto alla scia di bombe e attentati che hanno tempestato la città di Aprilia, prima che lo scenario fosse traslato a Latina?

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Un episodio accaduto in pieno giorno e che ricorda quello capitato a due Carabinieri fuori servizio capitato a marzo quando a fare fuco fu il 22enne Valentin Cizmic. In quel caso il giovane, arrestato a luglio, fece fuoco di notte.

La vittima, le cui condizioni sono serie ma non è in pericolo di vita, nel 2024, era stata arrestata insieme ad un complice per aver tentato di rubare auto alla stazione di Latina Scalo. A maggio 2024, i Carabinieri della Stazione di Latina Scalo lo avevano tratto in arresto, per tentato furto aggravato, insieme a Denis Emmausso, 29enne residente ad Aprilia.

Il materiale trovato a maggio 2024 nell’auto di Colardo e Emmausso

I militari dell’Arma si erano portati allo scalo ferroviario dove, nel parcheggio antistante, avevano notato un’autovettura che destava sospetto il cui conducente era fermo con motore acceso, mentre poco più avanti un’altra persona, all’interno dell’abitacolo di un’altra auto, stava trafficando all’interno della stessa. I Carabinieri, dopo aver interdetto l’accesso della strada, avevano immobilizzato subito il primo soggetto che si trovava all’interno dell’automezzo, riuscendo successivamente a bloccare anche il secondo dopo un lungo inseguimento a piedi che si protraeva per circa un chilometro nelle vie limitrofe. 

Dalla perquisizione, era emerso che le due persone erano state trovate in possesso di arnesi da scasso e di una centralina utilizzata per avviare le autovetture forzate.

Gli arrestati, espletate le formalità di rito, erano stati trattenuti presso le camere di sicurezza in attesa della celebrazione del rito direttissimo. Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, aveva convalidato il loro arresto e concesso loro una misura restrittiva più lieve: l’obbligo di firma in caserma.

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