Spari per una somma contesa di 40 mila euro: ci sarebbe questo alla base del tentato omicidio avvenuto ad Aprilia nell’agosto 2023
Nella mattinata odierna, ad Aprilia, i Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale, guidati dal tenente colonnello Paolo Guida, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giulia Paolini, nei confronti di due persone responsabili di concorso in tentato omicidio e detenzione e porto di arma comune da sparo.
L’attività investigativa condotta dall’agosto al dicembre 2023, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Miliano, e condotta dalla Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Aprilia, guidata dal comandante Antonio Sgueglia, ha consentito di identificare gli autori dell’episodio avvenuto ad Aprilia il 12 agosto 2023, mediante l’esplosione di due colpi d’arma da fuoco che hanno attinto una donna che si trovava a bordo di una autovettura, una Renault Clio, in compagnia di altre due persone.
Alla base degli spari verso l’auto su cui viaggiava la donna, partiti da un’autovettura che si affiancò, ci sarebbe una somma di denaro di circa 40mila euro. La donna, dopo l’agguato avvenuto in via del Genio Civile, fu ricoverata in ospedale dopo essere stata raggiunta da due colpi di pistola. A bordo della seconda auto due uomini di Aprilia, rispettivamente di 33 e 40 anni. È stato uno di loro ad aver fatto fuoco con l’arma.
Accusati di omicidio, falso in atto pubblico e detenzione illegale di arma da fuoco, ora si trovano in carcere il 40enne di Aprilia, Francesco Falco, e il suo sodale Marco Tuccio, 33 anni, entrambi pregiudicati. In particolare Falco è un nome piuttosto noto alle cronache giudiziarie essendo stato arrestato nel 2015 nell’ambito dell’operazione denominata “Don’t Touch” che sgominò il clan dei fratelli Angelo e Salvatore Travali e Costantino “Cha Cha” Di Silvio. Il 40enne apriliano, coinvolto precedentemente anche in altre vicende giudiziarie (come l’operazione “Turn Over” risalente al 2010), era considerato dagli inquirenti come un affiliato al sodalizio di origine rom e referente con Christian Battello detto “Schizzo” per l’area apriliana. In merito all’operazione “Don’t Touch”, Falco ha rimediato una condanna definitiva a 2 anni e 2 mesi.
Per quanto riguarda l’episodio per cui è finito arrestato insieme all’altro apriliano Marco Tuccio, quel 12 agosto del 2023, in realtà, gli spari non erano indirizzati contro la giovane donna, peraltro incensurata, piuttosto verso il compagno di lei, 31 anni, di Aprilia, nei confronti del quale Falco nutriva sentimenti di vendetta. Per errore, fu colpita la ragazza, 25 anni, che, perdendo sangue dalla gamba sinistra raggiunta da due colpi, fu trasportata in ospedale dove fu curata e tratta in salvo. La prognosi fu di 30 giorni.
I motivi della rappresaglia a colpi di pistola, messa in atto da Tuccio e Falco, sarebbero ascritti a circa 40mila euro che il medesimo Falco, tramite documenti contraffatti, cercò di prelevare da un conto in banca riconducibile al compagno della ragazza ferita. Un prelievo andato a vuoto ma che causò la reazione dell’uomo il quale, nei giorni seguenti, avvertito dalla banca del tentativo di Falco, lo raggiunse picchiandolo.
Un vero e proprio sgarbo per Falco che, nei giorni successivi, reclutò Tuccio e insieme, a bordo della loro auto, seguirono, di notte, l’auto dell’uomo il quale, in Via del Genio Civile, fu raggiunto mentre era in compagnia della sua fidanzata, poi rimata ferita dai colpi d’arma da fuoco sparati dal mezzo in corsa. I due, Falco e Tuccio, avrebbero sparato più di un colpo, per poi ripartire a gran velocità e perdersi per le strade di Aprilia.
Secondo una prima ricostruzione della vicenda, Falco, Tuccio e il 31enne avrebbero avuto insieme un conto in comune dove far confluire soldi derivanti da attività illecite: con tutta probabilità frutto di estorsioni o comunque di affari opachi. Ad ogni modo, dopo il ferimento della donna, sono iniziate le indagini dei Carabinieri che, anche grazie alla videosorveglianza e ad alcune testimonianze, sono riusciti ad individuare gli autori del raid. Solo per un miracolo, non c’è scappato il morto.
I due indagati, che saranno ascoltati nell’interrogatorio di garanzia dal Gip che ha firmato i loro arresti, sono difesi dagli avvocati Vita, Coronella e Colosimo.