Sede del Partito Comunista di Gaeta Sezione Mandolesi danneggiata: “Abbiamo ripristinato l’insegna, vergognoso silenzio dell’amministrazione”
LA NOTA – Dopo l’attacco vile alla nostra sezione nella notte fra il 16 e 17 luglio tutto è di nuovo nel giusto posto. Il tempo tecnico di preparare una nuova insegna e l’abbiamo ripristinata con identiche parole ed immagini. La nostra bacheca è di nuovo riempita dalle locandine delle nostre attività. La vecchia insegna che infami hanno divelto, distrutto, riempita di scritte fasciste che infamano pure la nostra città, gettata poi in altra strada, è comunque in nostre mani. Noi generalmente non dimentichiamo la Storia e i colpevoli, ma sappiamo sempre andare avanti. Nulla per noi si è fermato.
Abbiamo appreso con soddisfazione che il bando per la speculazione del forno crematorio a Sant’Angelo contro il quale combattiamo è andato deserto e che il sindaco vuole rinnunciare al progetto, ma restiamo vigili per il futuro insieme ai cittadini interessati. La lotta paga. Abbiamo continuato a parlare con i lavoratori di ogni tipo, precari, stagionali, studenti apprendisti, disoccupati. Abbiamo messo in cantiere altre iniziative. I cittadini del quartiere hanno continuato a vederci, parlarci, incontrarci così come altri della città. Tutti questo ci viene facile nonostante Gaeta non sia la classica città “rossa”, anzi tutt’altro. Ci riesce perché siamo rispettati per la costante presenza e militanza politica, qui una vera rarità, la nostra serietà, l’impegno disinteressato sempre a servizio degli interessi popolari, sempre in prima linea quando c’è da lottare. Ci riesce ancor più facile perché la nostra sezione è appunto l’unica sede politica sempre aperta da anni, sempre a disposizione di tutti. Non siamo come quegli altri che in città compaiono solo sotto elezioni, aprono sedi elettorali per chiedere voti spesso clientelari a titolo personale e poi scompaiono. Sanno piu o meno tutti questo di noi, che siamo diversi. Questo però dà fastidio a più di uno, ma noi non si fa un passo indietro.
Fra coloro che disturbiamo vi sono quelli che reputiamo i nostri veri primi avversari politici ovvero approfittatori e speculatori di più gran misura, che sono ben più socialmente pericolosi dei vigliacchi che han buttato giù la nostra insegna. Sempre a riguardo di questa azione non abbiamo tanto da aggiungere. Chiunque siano stati gli autori del misfatto continuiamo a pensare le stesse cose. L’operazione compiuta non è stata una semplice bravata improvvisata. Per le modalità con i quali è avvenuta ha richiesto quantomeno un minimo di organizzazione e premeditazione. Come già detto non reputiamo che gli autori appartengono ad oramai inesistenti sigle locali fasciste, né crediamo che gli autori siano i loro ex esponenti oramai in carriera nelle varie sigle che sostengono questa Amministrazione comunale. Trattasi piuttosto di figure nuove, magari appunto con simpatie per un ventennio nero di cui poco sanno, probabilmente in qualche modo servi di qualche padrone irretito che può averli aizzati. Ci rendiamo conto che a diversi conviene che non si scopra chi siano. Noi ribadiamo che aldilà del non volere che si alimenti un senso di impunità in soggetti del genere, ci interessa relativamente la loro identità. Ad ogni modo continueremo la nostra attività politica distinta da quella di tutti gli altri attori locali.
Vogliamo ringraziare comunque e in modo sentito chi ci ha dato aiuto materiale, tutti i cittadini che ci hanno espresso solidarietà e i soggetti politici e associativi che nel farlo hanno condannato l’accaduto, in verità questi ultimi assai pochi che a maggior ragione lodiamo.
Ci preme quindi concludere per ora con una denuncia non giudiziaria ma politica. La notizia di questo gesto infame è circolato su giornali, telegiornali, siti, social, gruppi di discussione e ha suscitato dibattito e sdegno. Reputiamo il silenzio da parte di questa Amministrazione comunale di Gaeta a riguardo, sempre invece assai presenzialista per molto meno e attenta ad ogni foglia che si muove nei vari media considerati propri banchi di vendita, un atto politico grave. Lo consideriamo a tutti gli effetti complicità morale con chi ci ha colpiti, colpa ulteriore se questi atti riprovevoli dovessero ripetersi, vergognosa indifferenza e arrogante senso di superiorità più pericolosi del folklore neo fascista che pure di fatto non malvedono. Infine pure una occasione persa per almeno fingere di essere qualcosa di meglio di quello che sappiamo loro essere in termini politici.