Ammonta a molto più di mezzo milione di euro, per la precisione 625.437 euro, il debito pluriennale che gli stabilimenti balneari di Gaeta hanno maturato nei confronti del Comune per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti. Anzi, si tratta in realtà di cifre accumulate nel corso di alcuni anni tra il 2013 e il 2017, dai titolari delle concessioni, che hanno beneficiato impropriamente di sgravi sulla tassa per i rifiuti fino al 30 percento dell’importo dovuto, senza però averne diritto. Il beneficio fiscale era stato infatti proposto dall’amministrazione comunale all’interno del regolamento per l’applicazione del Tributo Comunale sui rifiuti e del Tributo Comunale sui servizi indivisibili con la delibera consiliare numero 45 del 21 maggio 2013 e poi inserito all’interno della votazione per l’approvazione del Bilancio previsionale 2014 avvenuta il 30 dicembre dello stesso anno.
In quel regolamento, e più precisamente all’articolo 15 – alla voce “Riduzioni per le utenze non domestiche” – il comma 3 recita: “La tariffa si applica in misura ridotta, nella parte fissa e nella parte variabile, del 10%, ai concessionari degli stabilimenti balneari e dei locali ad essi funzionali, a condizione che si siano dotati dei seguenti servizi per l’utenza:
- portale internet con informazioni sia turistiche che sui servizi offerti dalla struttura, con traduzione in almeno quattro lingue straniere (inglese, francese, tedesco e spagnolo);
- wi-fi free per i clienti;
- prenotazione dei servizi offerti dalla struttura via internet e anche via e-mail e sms;
- postazione multimediale per la divulgazione delle informazioni turistiche e dei servizi offerti dalla città di Gaeta.
Per usufruire della riduzione della tariffa per l’esercizio in corso, i concessionari dovranno dotarsi di tutti i servizi sopra indicati entro il prossimo 31 luglio. A decorrere dall’esercizio 2014 la riduzione della tariffa sarà applicata a condizione che i concessionari si siano dotati di tutti i servizi sopra indicati entro il 30 aprile”.
Quel regolamento fu poi emendato nella stessa seduta del 21 maggio del 2013 e con l’emendamento numero 3, tra le altre cose, si stabiliva che la percentuale di sgravio condizionata ad una serie di adempimenti veniva raddoppiata e portata dal 10 al 20 percento. L’emendamento, composto di tre pagine è proposto dai consiglieri della maggioranza, e quindi anche da Angelo Magliozzi che, per incompatibilità, perché titolare per conto di Angela Ugliano della concessione dello stabilimento Selene, non partecipa al voto. Eppure appone la sua firma sul testo dell’emendamento, almeno su una delle tre pagine, perchè dalle altre due – immaginiamo per lo stesso motivo -, viene cancellato a penna. Insomma un pasticcio, firma l’emendamento ma non lo vota, eppure ottiene il parere politico favorevole del sindaco Mitrano e quello tecnico della dirigente al Bilancio del Comune Maria Veronica Gallinaro. Certamente un vantaggio per l’attuale vicesindaco Magliozzi. A partire dall’anno successivo, poi, lo sgravio viene aumentato di un altro 50 percento rispetto alla proposta originaria e arriva al 30 per cento.
A quel punto resta però da adempiere alle prescrizioni fissate come “conditio sine qua non” per ottenere il beneficio. Ricordate? Sito internet in quattro lingue, wi-fi per l’utenza, prenotazioni via internet e via sms e postazione multimediale. Dal 2014 viene aggiunto anche l’obbligo di avere un defibrillatore. E infatti, secondo una denuncia presentata poi alla Corte dei Conti dagli ex consiglieri comunali Marina Costabile e Antonio Raimondi, pur cominciando ad applicare gli sgravi fiscali previsti, tuttavia gli stabilimenti balneari beneficiari risultano totalmente o parzialmente inadempienti. E in effetti il Comune, con enorme ritardo, solo l’anno scorso comincia a chiedere il maltolto ai concessionari, anche perché nel frattempo la Corte dei Conti entra nella vicenda e chiede il recupero di questi oltre 600mila euro che se non recuperati configurano infatti un considerevole danno erariale. Ora questi potenziali debitori hanno però fatto ricorso e la vicenda è finita dinanzi alla commissione tributaria in attesa di una risoluzione.
Sono ben quattro le annualità da recuperare, e quindi i benefici sono stati applicati subito senza mai verificare se venivano correttamente compensati. Anzi qualcuno ha dei residui da accertamento anche per il 2013. Ora, tra quelli che devono restituire le cifre finalmente accertate, non può non saltare all’occhio come in cima alla lista degli inadempienti, primissimo per distacco ci sia proprio il lido Selene del vicesindaco Angelo Magliozzi che ha firmato l’emendamento, anzi di Angela Ugliano, con ben 66.198 euro per il 2014-15-16-17 e 5367 per il 2013, per un totale di oltre 71mila euro. Ma c’è tanta politica nella lobby del lidi gaetani, dall’ex assessore provinciale Fulvia Frallicciardi della Nave di Serapo, che deve restituire oltre 50mila euro, all’ex consigliere e assessore comunale Cosmo Mammoletta del Lido Luna Rossa con quasi 26mila euro e pure all’ex consigliere, assessore e presidente della Camera di Commercio Vincenzo Zottola con i 17mila euro dell’Aeneas.
Balzano nei primi posti anche gli oltre 64mila del lido La Perla di Giuseppe Cernuto e Luciana Dei Rossi, gli oltre 63mila euro del lido Sirio di Giuseppe Capobianco, gli oltre 60mila euro del lido Viareggio di Lucia Stefanelli, gli oltre 57mila euro del Lido Gaeta di Giuseppe Mitrano, gli oltre 53mila euro del Lido Oriente di Damiano Magliozzi, gli oltre 43mila euro del Lido Serapide di Cosmo Riciniello e sempre della stessa famiglia Riciniello anche gli oltre 38mila del Lido Miramare. Più di 17mila euro per Bahia Blanca, poco più di 16mila per il lido Aurora di Alessandro Vaudo, 14mila euro anche dal lido Militare dell’omonima associazione, 13mila euro per il lido Risorgimento della famiglia Patella, 8mila euro per il Papardò dell’ingegner Ciufo infine i 4mila del lido Ariana e i 3mila de La Siesta.