GAETA, GDF DA LUCIO PAVONE: INDAGINI SULL’AUTORITÀ PORTUALE DEL TIRRENO SETTENTRIONALE

lucio pavone

Risale ad un paio di giorni fa il blitz della Guardia di Finanza presso gli uffici della sede di Gaeta della Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale. Acquisite le copie di tutte le concessioni autorizzate dal Presidente dell’autorità portuale del centro Italia Francesco Maria Di Majo (di nomina PD) dal giorno del suo insediamento, quelle collegate al dirigente Lucio Pavone, responsabile della sede di Gaeta dell’Autorità, e copie anche di tutte le operazioni economiche svolte dal 2017 ad oggi.

Il motivo è ancora ignoto, ma da alcune notizie rilanciate dal portale Etrurianews.it si intuisce che la Finanza abbia intravisto, nelle recenti crepe interne a questa autorità portuale, la possibilità di portare avanti indagini di una certa fondatezza che al momento rimangono coperte da uno stretto riserbo.

Lucio Pavone e Nicola Zingaretti

L’arrivo della GdF alla sede gaetana rappresentata da Lucio Pavone va considerata nel contesto di due fatti degni di essere rilevati:

  • la recente sentenza del TAR del Lazio che annulla l’aumento dell’aumento della tariffa che gli armatori sono tenuti a pagare all’autorità portuale per ciascun passeggero approvato, a quanto risulta ai giudici amministrativi del Lazio, con un vizio di forma;
  • la cancellazione a pochi giorni dalla data stabilita del 13 dicembre prossimo della riunione dell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale insediatosi nel 2017, presieduto sempre da da Francesco Maria di Majo e composto da rappresentanti di ogni categoria coinvolta nelle attività portuali.

In attesa degli sviluppi delle indagini delle fiamme gialle su documenti prelevati presso la sede di Gaeta, pare che l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale debba restituire parecchi milioni di euro incassati con l’aumento di tariffa bocciato il 27 novembre scorso dal TAR del Lazio.

Da 5 centesimi a 1,74 euro per ogni passeggero delle grandi navi in transito sui porti del Tirreno settentrionale, questo era stato approvato il 13 novembre 2017 dall’Autorità presieduta da Di Majo. Vale a dire che con una media di 2,5 milioni di passeggeri l’anno fino al 2017 l’autorità portuale incassava una cifra pari a € 125.000, mentre con l’aumento sono stati riscossi € 4.350.000 per ciascuna delle due annualità dal 2017 ad oggi. Siamo oltre gli 8,5 milioni di euro dei quali, stante l’annullamento della tariffa da parte del TAR, le riscossioni legittime ammonterebbero solo a € 250.000 in due anni. Più di 8 milioni di euro sembra che siano da rendere indietro.

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