GAETA, CASO “FORNO CREMATORIO” IN REGIONE LAZIO: ARRIVA L’INTERROGAZIONE

Giardino di cremazione
Giardino di cremazione (immagine da Antonio Salone)

Forno crematorio a Gaeta: l’impianto la cui realizzazione è stata approvata dal Consiglio Comunale arriva anche in Regione Lazio. Presentata un’interrogazione regionale da parte del consigliere regionale Marco Cacciatore (Gruppo Mistro), Presidente della X Commissione – Urbanistica, politiche abitative, rifiuti

Non era bastata la costituzione di un comitato di cittadini, la sottoscrizione di una petizione pubblica, l’interessamento del deputato Raffaele Trano, il parere contrario della Provincia sulle ripercussioni ambientali e il mancato rilascio della Regione al Nulla Osta paesistico contro la realizzazione dell’impianto di cremazione a Gaeta. A margine della commissione Trasparenza del 5 marzo scorso sono arrivate in rapida successione anche la raccolta firme per la presentazione di una mozione contro la realizzazione dell’impianto da parte del Consiglio comunale di Itri e pure un’interrogazione regionale presentata dal consigliere ex 5 Stelle oggi al Misto Marco Cacciatore. Insomma un’opera che non vuole nessuno se non Mitrano e la sua cerchia di menti allucinate“. Lo scrivono, in una nota, Antonio Salone e Luigi Zazzaro ex Assessore all’Urbanistica del Comune di Gaeta.

L’ex 5stelle Cacciatore, infatti, ha presentato un’interrogazione in Regione Lazio sul discusso progetto dell’impianto di cremazione in località Sant’Angelo, già oggetto di una petizione popolare contraria alla realizzazione, un ricorso al Tribunale amministrativo contro l’atto votato in Consiglio Comunale a Gaeta e persino la sollecitazione dei consiglieri comunali di opposizione di Itri affinché il Sindaco Antonio Fargiorgio intervenga nella questione poiché, come noto, l’impianto confinerebbe con il territorio itrano.

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Cacciatore che rivolge la sua interrogazione alla Giunta Zingaretti e all’Assessorato di competenza ripercorre brevemente la storia amministrativa dell’impianto di cremazione, ricordando la data del 25 novembre scorso quando il Consiglio Comunale gaetano approvò la delibera con cui si dava il lasciapassare al progetto preliminare con l’affidamento in project financing. Atto che cammina insieme al parere unico regionale e agli atti della conferenza dei servizi che prescrivono “la necessità di ricorrere a Variante Urbanistica per l’insediamento” del forno crematorio.

Nell’interrogazione si ricorda del Ptpr, bocciato dalla Consulta, a cui, una volta (ri)approvato, dovranno adeguarsi i piani regolatori comunali e del Piano Rifiuti regionale che indica la preferenza per impianti pubblici, cosa che, invece, il project financing esclude di per sé: per il privato che si dovesse aggiudicare il progetto è stato calcolato un guadagno di circa 18 milioni di euro.

Il consigliere regionale evidenza, inoltre, che “non è certo se le quantità previste dal trattamento progettato siano compatibili al fabbisogno del Comune di Gaeta, né se l’impianto sarà a servizio di altri Comuni“.

Ecco perché vengono interpellate Giunta e Assessorato per sapere “se si sia verificata la congruenza al fabbisogno dell’impianto” e se “non si ritenga preferibile che iniziative di tal fatta siano intraprese da soggetti pubblici – compatibilmente al PTPR – e su terreni dalla destinazione compatibile – in ossequio al PTPR in via di nuova approvazione“.

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