Associazione per delinquere, frode fiscale, prestanomi e prostituzione: la maxi indagine ciociara arriva anche in provincia di Latina
All’esito di una investigazione di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, attualmente nella fase delle indagini preliminari, condotta da militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Frosinone, è stata data esecuzione alla ordinanza di applicazione di misure cautelari personali della custodia in carcere disposta dal Giudice per le indagini preliminari di Frosinone Ida Logoluso nei confronti di due soggetti campani ma residente a Cassino – il 55enne Arturo Salvatore Di Caprio, già coinvolto in indagini e ritenuto vicino al Clan di camorra “La Torre” di Mondragone e il 47enne Michele Posillipo (nipote di Di Caprio) – e al contestuale sequestro preventivo di beni ammontanti a circa 100 milioni di euro nei confronti di 29 soggetti e delle società agli stessi riconducibili; nonché emesso l’obbligo di dimora nei confronti di sette persone (tra cui tre figlio di Di Caprio) e nei confronti di un commercialista, Nicola Martino, è stato emesso il divieto di esercitare attività professionale e ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche per la durata di 12 mesi; mentre nei confronti di altre 22 persone è stata disposta la misura interdittiva del divieto di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche per 12 mesi.
I soggetti sono indagati per i reati di associazione per delinquere, frode fiscale, indebita percezione di erogazione pubbliche, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata ai danni dello Stato, tentata estorsione e sfruttamento della prostituzione.
Nella ordinanza emessa dal G.I.P di Frosinone si riferisce delle presunte attività illecite di una associazione per delinquere posta in essere da alcuni soggetti con radici nella provincia ciociara, tra cui un pregiudicato, che al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali aveva fittiziamente attribuito a numerose “teste di legno” la titolarità di 23 società (delle quali ben 7 aventi sede all’estero), operanti prevalentemente nel settore del trasporto merci su strada, della vendita all’ingrosso di alimenti e bevande nonché in quello alberghiero.
Le misure cautelari sono state eseguite nelle provincie di Frosinone, Roma, Latina (si tratta di un uomo di Formia di 30 anni, che risulta indagata ed è considerato uno dei prestanome), L’Aquila, Napoli, Caserta, Salerno, Grosseto, Terni, Bologna, Torino, Novara, Venezia e Treviso, oltre che in Slovenia, Croazia e Romania.
Le complesse e laboriose investigazioni sono scaturite a seguito dell’acquisizione di un importante asset aziendale di un noto imprenditore locale operante nel settore della logistica, e sono state condotte facendo ricorso oltre che ai tradizionali metodi investigativi (osservazione, pedinamenti, escussione soggetti informati ed analisi di documentazione), anche ad attività tecniche (analisi tabulati telefonici, intercettazioni telefoniche/ambientali e telematiche) oltre che ad accurati riscontri sulle banche dati in uso alla Guardia di Finanza.
Lo sviluppo delle suddette attività da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone ha consentito di rilevare anche ulteriori ipotesi di reato: nei confronti di un fornitore per il finanziamento di un contratto di leasing di 5 autoarticolati per un importo di 230.000 euro; percezione di un finanziamento coperto da garanzia statale per circa 1.200.000 euro; utilizzo/emissione di fatture relative ad operazioni per oltre 10 milioni di euro; dichiarazioni d’intento, che si ipotizza essere fittizia, di esportazione delle merci allo scopo di effettuare acquisti di prodotti senza il pagamento dell’I.V.A. per poter successivamente rivenderli a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato.
Sono state venivano individuate due case di appuntamento site in Frosinone, nelle quali si ipotizza la prostituzione di alcune donne, anche straniere, provenienti da altre province.
Tali attività, in particolare, hanno consentito di individuare disponibilità patrimoniali per circa 100 milioni di euro riconducibili a taluni indagati – detenuti anche in Romania, Slovenia e Croazia, la cui individuazione è stata resa possibile grazie ai canali di Cooperazione internazionale – che sono state oggetto del provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Frosinone a seguito di specifica richiesta di questo Ufficio.
Tra i beni sottoposti a sequestro, si segnalano: quote di 30 società per un valore nominale di 1.249.700 euro; 118 conti correnti; 68 rimorchi stradali; 32 trattori stradali; 5 terreni; 2 capannoni industriali e 5 abitazioni di pregio; 38 autovetture; 2 imbarcazioni.
L’importanza dell’indagine emerge con le attività di alcuni imprenditori che effettuano rilevanti attività nel settore della logistica (trasporto merci ecc. ) attraverso l’acquisizione vantaggiosa di imprese in grosse difficoltà economiche, mediante prestanomi, poi utilizzate per effettuare una serie di attività che, nella ordinanza del GIP di Frosinone, si ipotizza essere illecite ed a scapito delle altre imprese che operano legalmente.
In particolare Posillipo, secondo l’ordinanza del Gip Logoluso, sarebbe il “promotore e organizzatore dell’associazione ed amministratore di diritto della Sagi Spa, della Girolami srl e della Gir Trasporti srl, attraverso le quali trasportava merci acquisite fraudolentemente e verso le quali concorreva nel farvi riconfluire parte dei profitti illeciti conseguiti. Questo attraverso l’opera del contabile Nicola Martino, con il quale intrattiene frequenti contatti per la complessiva gestione contabile, funzionale alle finalità illecite del sodalizio, delle società del gruppo; nello specifico si occupa di curare i rapporti con gli istituti di credito”.