Inchiesta Free Beach. Misure cautelari cadute al Riesame di Roma, la Caponnetto non ci sta: “Interpretazioni mistificate”
“Abbiamo avuto modo di leggere, in questi giorni, interpretazioni interessate e artatamente mistificate sulle risultanze dei provvedimenti assunti dal Tribunale del Riesame rispetto alle diverse persone oggetto dei provvedimenti restrittivi assunti dal GIP della Procura della Repubblica di Latina in merito all’inchiesta denominata Free Beach che ha coinvolto Dirigenti e Funzionari del Comune di Terracina, imprenditori locali ed esponenti politici del territorio fra i quali l’ex sindaco e ora deputato europeo Nicola Procaccini, la Sindaca Roberta Ludovica Tintari, e il Presidente del Consiglio Comunale Gianni Percoco”. Lo scrivono, in una nota, il responsabile dell’area pontina e il segretario nazionale dell’associazione “Antonino Caponnetto”, Vittorio Marzullo e Simona Ricotti. La “Caponnetto”, come noto, ha contributo non poco con dossier e denunce all’inchiesta di Guardia Costiera e Carabinieri, poi sfociata negli arresti eseguiti lo scorso 19 luglio su richiesta della Procura di Latina.
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“Ci preme sottolineare, in prima istanza, – continuano Marzullo e Ricotti – che ad oggi non sono note ad alcuno le reali motivazioni sulla base delle quali il Tribunale del Riesame, nel pronunciarsi, ha trasformato la misura della custodia cautelare domiciliare in obbligo di firma, che, vale evidenziare è comunque una misura cautelare coercitiva finalizzata ad evitare il rischio di fuga. Come noto compito dei Giudici del Tribunale del Riesame, è la verifica della sussistenza delle esigenze cautelari e non certo l’analisi dell’impianto accusatorio, sul quale, ad inchiesta conclusa, spetta alla Magistratura ordinaria pronunciarsi e che, quindi, ad oggi, resta in piedi nella sua interezza per tutte le 59 persone coinvolte”.
“Ipotizziamo che ruolo importante nelle decisioni del Tribunale del Riesame abbiano avuto le dimissioni rassegnate dalla Sindaca e il conseguente scioglimento del Consiglio Comunale; eventi che hanno allontanato per i diversi imputati il rischio di inquinamento delle prove e quello dell’eventuale reiterazione del reato. In tale contesto, però, leggere titoli di noti quotidiani locali e nazionali quali “Spallata all’inchiesta free beach, (Latina Oggi) – Fallito il primo assalto dei PM a FDI (Libero)” o sentir affermare da esponenti politici che dovrebbero avere a cuore la giustizia, che il sistema di malagestione emerso era solo un “evento pre elettorale” (Guido Crosetto) oltre a gettare discredito sulla Magistratura, rappresenta un grave atto di irresponsabilità che, per meschini giochi elettorali, genera solo confusione e qualunquismo tra i cittadini determinando l’affermarsi di posizioni qualunquiste e di rifiuto delle regole della democrazia in un momento particolarmente delicato per la vita civile del paese”.
“Chi veramente ha a cuore la democrazia, la legalità e il rispetto delle regole di convivenza civile, – concludono i due esponenti dell’associazione antimafia – dovrebbe invece ringraziare la Magistratura, anche mettendosi a disposizione ed auspicando che quanto prima venga fatta piena luce su quello che è stato definito “il Sistema Terracina” e che purtroppo, per quanto ci risulta, non si limita a quanto emerso fino ad ora”.