Estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti a Latina: ascoltata una vittima che non ricorda quasi nulla della vicenda che lo ha coinvolto
La paura si legge nei suoi “non ricordo” e in un’amnesia generalizzata sulle vicende che lo hanno visto vittima di un taglieggiamento avvenuto a Latina dodici anni fa, nel 2013. A recitare la parte dell’aguzzino è il pluripregiudicato Gianfranco Mastracci, sin da minorenne nei quadri della malavita pontina e recentemente costituitosi a Rebibbia perché ricercato con l’accusa di aver strappato a morsi un orecchio a un pusher del capoluogo.
Nel processo odierno, in cui contestano l’estorsione e lo spaccio al 40enne Mastracci e al coimputato 34enne Pietro Zucconi, oggi, 14 maggio, dinanzi al primo collegio del tribunale di Latina, è andata in scena la testimonianza della parte offesa, un ragazzo trentenne che diceva di ricordare poco o niente nonostante due denunce presentate ai Carabinieri. Solo per una di esse, il ragazzo dice di ricordare appena qualcosa: “All’epoca facevo uso di sostanze stupefacenti, ho memorie annebbiate”.
Portato in aula dai Carabinieri con l’accompagnamento coattivo (proprio perché era assente quando convocato dal Tribunale), il testimone è stato interrogato dal pubblico ministero Martina Taglione che ha cercato di ricostruire la vicenda che lo ha coinvolto, pur scontrandosi con la mancanza di memoria di una vittima visibilmente turbata.
La storia è quella di un debito di droga, una vicenda molto simile a quella che ha visto coinvolto, sempre nella parte del carnefice, Gianfranco Mastracci, in un processo molto più noto, denominato “Alba Pontina”. Lo schema è sempre lo stesso: vendita della droga, credito contratto e inizio dell’incubo per il debitore minacciato.
Il trentenne, vittima dell’estorsione, viene presentato a Mastracci da un ulteriore amico. I due comprano dal 40enne pluripregiudicato (già all’epoca) un po’ di marijuana, in realtà una quantità che ammonta a circa 400 euro di costo. Danno un acconto di 100 euro, dopodiché, non riuscendo a pagare il resto in un tempo limitato, vengono minacciati da Mastracci. Il 40enne, in realtà, se la prende con il testimone odierno. Prima minaccia di rompergli le gambe, successivamente lo costringe ad aprire una poste pay a suo uso e consumo, poi gli propone di simulare un incidente, fratturarsi una gamba e dargli i soldi del risarcimento pagato dall’assicurazione.
Prima dell’escalation di “proposte” e “promesse”, il debito da 400 euro lievita a 1000 euro, per decisione di Mastracci stesso. Di certo, nella testimonianza confusa della vittima, c’è l’acquisto della droga. Poi, più niente: il trentenne non ricorda praticamente nulla. Poco delle dichiarazioni rese alle forze dell’ordine, anche meno delle denunce presentate da lui stesso. “Ho presentato una denuncia perché mi hanno costretto”, spiega il testimone. “Costretto da chi?”, gli chiede il pubblico ministero. “Dai miei genitori”.
Il 26 novembre 2013, strozzato dalle continue richieste, il trentenne accetta di attivare una poste pay che Mastracci può utilizzare a suo piacimento. Dopo poco, come ricorda il pubblico ministero, la vittima denuncia lo smarrimento della carta poste pay. Precedentemente, il trentenne riceve una telefonata da un ragazzo che gli chiede di poter avere alcuni soldi indietro: era stato truffato e l’annuncio online “farlocco” recava il suo numero telefonico.
La carta poste pay era stata utilizzata per ricevere i soldi della truffa. Solo dopo averlo scoperto con la telefonata del truffato, il testimone blocca la carta e denuncia lo smarrimento ai Carabinieri di Latina Scalo. Esce fuori che, in cambio dell’attivazione della carta, Mastracci avrebbe ridotto al giovane il debito da 1000 euro a 600 euro. Il problema che, come per la stragrande maggioranza dei particolari della storia, il testimone dice di non ricordare nulla. Tabula rasa. E non ricorda neanche di aver specificato nella denuncia di essere stato terrorizzato dal suo aguzzino. La ragione dell’amnesia è sempre la stessa? “All’epoca utilizzavo Mdma, erba e cocaina”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 22 ottobre quando verranno esaminati i due imputati: Gianfranco Mastracci e Pietro Zucconi. Anche questo è il capoluogo di provincia.