Contenzioso Regione Lazio e Comune di Sezze: l’ente regionale si rivolge alla Cassazione per il vecchio servizio di fornitura idrica
Una storia annosa per cui, ad un certo punto, il Comune lepino ha rischiato il baratro con la soccombenza di una causa milionaria.
Tutto è nato quando la Regione Lazio presentò ricorso per Decreto Ingiuntivo al Tribunale di Roma che, nel 2012, dispose a favore della Regione stessa il pagamento di oltre 4 milioni di euro – 4.366.730 euro, per l’esattezza -, oltre interessi legali e spese di giudizio, da parte del Comune di Sezze. Soldi scaturiti dai compensi relativi al servizio di fornitura idrica relativi alla convenzione del 1972 tra la ex Cassa del Mezzogiorno ed il Comune di Sezze.
A giugno 2012, il Comune di Sezze si oppose a quel Decreto Ingiuntivo ottenuto dalla Regione Lazio, chiedendo al Tribunale di Roma la revoca dello stesso provvedimento, affidando l’incarico legale all’avvocato romano Alberto Costantini, già nominato legale di fiducia dell’Ente nelle controversie con la società Costruzioni Dondi SpA;.
Cinque anno dopo, nel 2018, il Tribunale di Roma ha disposto la revoca del Decreto Ingiuntivo opposto e condannato il Comune di Sezze a corrispondere alla Regione Lazio una somma minore, ma comunque cospicua: oltre 2 milioni di euro, ossia 2.185.493 euro oltre interessi legali e spese di lite.
Al che la Regione Lazio presentò alla Corte d’Appello di Roma un altro ricorso contro quest’ultima sentenza per richiederne parziale riforma nella parte in cui il Tribunale aveva dichiarato prescritto il credito della Regione per gli anni 1983, 1984, 1985, 1987, 1991 e 1993 e i relativi interessi, con condanna del Comune di Sezze al pagamento dell’importo di 3.287.988 euro.
Il Comune di Sezze naturalmente si costituì in giudizio chiedendo il rigetto dell’appello principale, e contestualmente, proponendo un appello incidentale per la totale riforma della sentenza di primo grado, insistendo nella prescrizione di tutti i crediti della Regione;
Nel 2023, di cinque in cinque anni, la Corte d’Appello di Roma, con la sentenza numero 432/2023, ha respinto l’appello proposto dalla Regione Lazio e accolto l’appello incidentale del Comune di Sezze. Per tale ragione, la corte di secondo grado civile capitolina ha condannato la Regione Lazio al rimborso in favore del Comune di Sezze delle spese di lite del giudizio di primo grado, pari ad 24.800 euro per compensi, oltre rimborso spese forfettarie e accessori di legge, nonché le spese di lite pari ad 18.000 euro per compensi.
Contro quest’ultimo pronunciamento, la Regione non ha mollato e si è rivolta alla Corte Suprema di Cassazione chiedendo di cassare la sentenza della Corte di Appello di Roma del 2023 e l’accoglimento dell’appello con il rigetto dell’appello incidentale del Comune di Sezze. In sostanza, la Regione chiede che il contenzioso venga rimetto ad altra sezione di Corte di Appello.
La giunta municipale guidata dal sindaco Lidano Lucidi ha così nominato per la terza volta, in continuità con gli esecutivi precedenti, l’avvocato Costantini.