Formia, lunedì 22 settembre un movimento di cittadini del Sud Pontino dà vita al “Corteo Per Gaza, Per la Palestina, Per il Futuro dell’Umanità”
Sabato 22 Settembre “Per Gaza, Per la Palestina, Per il Futuro dell’Umanità”. “Ci raduniamo a Formia – spiega una nota degli organizzatori – per denunciare il genocidio in corso a Gaza e l’occupazione militare dei territori palestinesi, evidente fallimento dell’intera comunità”.
“Ci raduniamo a Formia per denunciare il genocidio in corso a Gaza e l’occupazione militare dei territori palestinesi, evidente fallimento dell’intera comunità internazionale. Il supporto diretto degli USA a Israele, le connivenze dell’Italia e dell’Europa con il regime sionista, sono schiaccianti. Il nostro silenzio ci rende complici.
La Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite ha stabilito che a Gaza, dal 7 ottobre 2023, Israele ha commesso un genocidio contro i palestinesi. La Corte penale internazionale, nel novembre 2024, ha emesso mandati di arresto per tali crimini contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant.
L’intenzione di distruggere il popolo palestinese, e cancellare qualsiasi speranza di costruzione di uno Stato Palestinese, è il disegno criminoso e illegittimo che in queste ore il governo israeliano, tramite il suo esercito, sta tragicamente realizzando sotto i nostri occhi. Le dichiarazioni dei leader israeliani sono chiarissime: Gaza City deve essere rasa al suolo per fare posto ad una “riviera” di lusso, i villaggi della Cisgiordania devono essere sostituiti con gli insediamenti dei coloni. Di fronte a questa realtà, molti paesi, tra cui l’Italia, continuano a fornire armi a Israele, con esportazioni per circa 5.8 milioni di euro solo nel 2024. L’Unione Europea, nonostante le proposte di sanzioni, rimane divisa e incapace di agire.
Mentre le istituzioni falliscono e il diritto internazionale è calpestato, la società civile reagisce con atti autonomi di solidarietà a favore del popolo palestinese, nonché di resistenza popolare. La Global Sumud Flotilla (la più grande missione civile umanitaria della storia) che include oltre 15.000 partecipanti da 44 paesi, è partita con l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele e creare un corridoio umanitario per raggiungere la popolazione stremata, privata intenzionalmente di cibo e acqua. I portuali italiani, in un potente segnale di solidarietà, hanno annunciato un “embargo popolare” su tutte le esportazioni verso Israele, qualora la flottiglia dovesse essere intercettata e attaccata dall’esercito israeliano.
Il 22 settembre, nel giorno in cui i leader mondiali si riuniscono all’ONU per la Conferenza Internazionale sulla “soluzione dei due Stati”, abbiamo il dovere di mobilitarci e alzare la voce. Non possiamo continuare ad assistere all’inazione di fronte ad un genocidio trasmesso in diretta!
Per questo chiediamo. Stop immediato all’invasione di Gaza, e all’occupazione militare, sia nella striscia che in Cisgiordania. Stop all’assedio israeliano che affama la popolazione di Gaza. Immediata riapertura degli accessi alle organizzazioni umanitarie. Sostegno e protezione istituzionale alla missione della Global Sumud Flotilla. Embargo totale sulla fornitura di armi a Israele. Non possiamo più essere complici di un crimine che sta distruggendo un intero popolo. Sanzioni economiche e diplomatiche. La comunità internazionale deve imporre sanzioni mirate e rompere le relazioni militari, commerciali, di ricerca e culturali con lo Stato di Israele, come hanno già fatto paesi come Bolivia, Colombia, Sudafrica, Cile e Spagna. Stop ai visti automatici a cittadini israeliani che non dimostrino la loro contrarietà alle politiche genocide del proprio governo”.
Ciò che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania è un banco di prova per la nostra umanità. La storia ci giudicherà se restiamo immobili. A Formia gridiamo forte e chiaro: basta con il genocidio, basta con la complicità”.