FORMIA RIFIUTI ZERO: ECCO IL DIRETTORE CACCIATO DA LIVORNO E MESSINA. TRA PASTICCI, DOPPI RUOLI E SINDACI NUDI

Aldo Iacomelli (credit by messina lagazzettadel sud
Aldo Iacomelli (foto da La Gazzetta del Sud)

Alla muncipalizzata Formia Rifiuti Zero s.r.l. (acronimo: FRZ) i guai sembrano arrivare uno dietro l’altro, quasi fosse la sceneggiatura di una mise en abyme dei pasticci. Nelle ultime settimane un’escalation, al netto dei dubbi sulle consulenze con la Lega a ruggire o l’autista messo a fare il contabile. Prima il bando disposto dalla medesima FRZ per assumere il direttore generale, con una commissione addetta a valutare i partecipanti al concorso macchiata da un inusuale doppio ruolo; poi l’altro doppio con lo stesso protagonista: il nuovo incarico dell’amministratore unico Raphael Rossi, che si dovrà dividere tra Formia e Livorno; infine il vincitore del predetto bando, Aldo Iacomelli, al quale sono stati revocati, da ben due sindaci diversi, i suoi precedenti incarichi nelle società di servizi municipalizzate in cui operava (sempre nell’ambito della gestione dei rifiuti).
Ma andiamo con ordine. 

Raphael Rossi
Raphael Rossi

Un concorso, quello di direttore generale per la società in house formiana, quantomeno sfortunato che, proprio prima di essere espletato definitivamente, subisce in corsa l’auto-allontanamento del medesimo Raphael Rossi il quale, su parere del controllo analogo costituito dai dirigenti Nunzia Lanzillotta-Daniele Rossi (solo un omonimo di Raphael)-Domenico Di Russo richiesto dal socio unico (il Comune di Formia), si trova costretto a lasciare la commissione giudicatrice degli aspiranti direttori poiché la sua posizione è apertamente inopportuna.
Da amministratore unico della società stava giudicando il suo direttore generale che evidentemente non può scegliersi da solo, ma sopratutto non può farlo per una posizione che rimane nell’area del pubblico. La commissione di valutazione, dunque, si deve rifare.

Veicoli della Frz
Veicoli della Frz

Il 5 giugno la medesima Commissione informa: “i Candidati della selezione in oggetto che il Dr. Raphael Rossi ha rassegnato le proprie dimissioni dalla posizione di Componente della Commissione di valutazione a causa dei dubbi di legittimità espressi dalla Commissione del Controllo Analogo del Comune di Formia in ordine alla sua funzione di Amministratore unico in seno alla Commissione di valutazione“. Sempre nello stesso avviso, si rende noto che è lo stesso Raphael Rossi ad aver chiamato un altro al suo posto: “il Dr. Rossi, in qualità di Amministratore Unico della Formia Rifiuti Zero Srl, con Determina n. 28 del 07.05.2019 ha proceduto a nominare, in sua sostituzione, il Dr. Sandro Di Nardo” (leggi qui). I candidati al concorso, invece, rimangono gli stessi perché il bando non è stato azzerato a differenza della commissione di valutazione. Dai dodici, secondo scrematura per titoli, si arriva a otto candidati.
Rosa dei candidati che sono poi condivisi, come da dettame statutario, con il socio unico, il Comune di Formia nella persona del Sindaco, che inizia a valutarli.

Luca Salvetti
Luca Salvetti

Poi, il 23 luglio, piomba sulla società che gestisce, per il Comune di Formia e Ventotene, i servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani, un’altra tegola che si porta dietro di sé un carico di polemiche. L’amministratore unico Raphael Rossi, infatti, raddoppia, assumendo lo stesso incarico, prospettatogli dal sindaco labronico Luca Salvetti, all’Aamps la società di raccolta dei rifiuti nella città di Livorno. Doppio incarico e doppio sforzo per il manager, con conseguenti dubbi sollevati da più parti in merito alla sua efficacia ora che dovrà, giocoforza, distribuire il suo tempo.
Quisquilie, in realtà, che impallidiscono ancor di più se confrontate con ciò che è avvenuto con il concorso indetto dalla Formia Rifiuti Zero. E non è tanto la tortuosità e il probabile aggravio di spesa (due commissioni di valutazione per un solo concorso costano) del bando sopra descritta, o i veementi j’accuse a firma Lega, piuttosto è proprio colui che l’ha vinto a promettere altra tempesta nell’agone politico formiano.

Sì perché vi saranno sicuramente animosità e dubbi ancor più feroci a verificare chi risulta primo nella graduatoria del concorso come direttore generale di Formia Rifiuti Zero. Al secolo, l’ingegnere chimico Aldo Iacomelli. 
Ma chi è Iacomelli?

In pochi ne possono discutere il curriculum, per così dire tecnico, che è effettivamente corposo e praticamente chilometrico, tuttavia il pelo irto e setoso sarà un altro. Anzi due. E vengono direttamente da Livorno e Messina dove l’ing. Iacomelli ha operato nelle equivalenti di FRZ: le società di servizi in house di raccolta dei rifiuti denominate Aamps S.p.A. e Messina Servizi Bene Comune S.p.A., in qualità di Presidente per la prima (circa 10 mesi a cavallo dal 2015 al 2016) e di Direttore generale per la seconda (dall’1 marzo 2018 fino a dicembre dello stesso anno).

Filippo Nogarin
Filippo Nogarin

Grande esperienza, certamente, in fatto di società in house nell’arduo mondo dei rifiuti, se non fosse che, come ci ricordano le cronache locali, da ciascun incarico, sia a Livorno che a Messina, è stato revocato/licenziato persino con parole piuttosto dure da parte dei sindaci delle due città, Filippo Nogarin (all’epoca sindaco) e l’eclettico Cateno De Luca. Un sindaco sicuramente a modo suo, De Luca, che oltre a un rinvio a giudizio per evasione fiscale (per cui fu arrestato nel 2017, 48 ore dopo essere diventato deputato regionale), una condanna alla Corte dei conti per un danno erariale, 6 prescrizioni e 2 assoluzioni per il sacco edilizio di Fiumedinisi (Messina), altre grane e uscite da personaggione – “Vi offro il caffè del galeotto”, scrisse in un lungo post dal suo profilo Facebook quando fu messo in custodia cautelare -, era già diventato famoso nel lontano 2006 quando, da consigliere regionale, si presentò all’Assemblea regionale siciliana, indisse una conferenza stampa e inscenò uno spogliarello in segno di protesta, con tanto di Bibbia in una mano e un Pinocchio di legno nell’altra, per non essere stato nominato nella Commissione Bilancio sicula. Rimase nudo davanti alle telecamere come mamma l’ha fatto, con una bandiera della Trinacria a cingergli la vita e a coprire le pudenda.

Iacomelli viene cacciato da Messina agli inizi di dicembre dell’anno scorso perché gli si imputano defaillance gestionali “con 12 motivi di contestazione”, incapace di risolvere l’emergenza rifiuti della città dello Stretto.

Cateno De Luca
Cateno De Luca

Il Sindaco De Luca, che di certo non è uno che ha studiato da un maestro di fioretto, sguaina la scimitarra linguistica ed è netto profilando, persino, scenari da codice penale: “Sono inorridito delle negligenze gestionali di Iacomelli riscontrabili dalla mera lettura della corrispondenza intercorsa tra luglio e novembre tra i quadri ed i dirigenti con lo stesso Iacomelli. Per decine e decine di volte a far data da luglio è stato formalmente chiesto a Iacomelli di far riparare i mezzi utilizzati per il servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati fino ad arrivare al totale collasso di tutti i mezzi con il cortocircuito del complessivo sistema per mera inerzia gestionale dello stesso Iacomelli. Oggi è tutto chiaro: l’incapacità gestionale di Iacomelli ha messo in ginocchio la città e mi auguro che la Procura della Repubblica accerti al più presto se oltre a negligenza ci sia malafede anche di altri soggetti…Iacomelli ha lasciato la città ulteriormente in ginocchio senza mezzi sufficienti per lo svolgimento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti indifferenziati e differenziati

Non era andata meglio a Livorno due anni prima. L’esperienza con l’Aamps dura poco più di nove mesi, quando l’allora sindaco di Livorno, il grillino Filippo Nogarin, gli revoca l’incarico di Presidente nel 2016, insieme a ciò che restava del consiglio di amministrazione nel frangente del duro scontro per il concordato dell’azienda e l’assunzione dei precari.

Gianni Lemmetti
Gianni Lemmetti

In entrambi i casi, Iacomelli ha alcune attenuanti. Cateno De Luca non è un tipo facile, e l’amministrazione pentastellata labronica è riuscita a cambiare in quegli anni, prima dell’avvento di Iacomelli, ben tre Presidenti della società dei rifiuti. Tanto è che Iacomelli, quando fu rimosso, ha comunque stabilito il record di longevità manageriale all’Aamps.
Tuttavia, non furono lievi le parole a suo carico neanche a Livorno. L’ex assessore al Bilancio, da tempo ormai al fianco di Virginia Raggi a Roma, Gianni Lemmetti, ebbe a utilizzare missili terra aria verbali (anche lui non è un tipo che le manda a dire): “La prima stesura del piano industriale di Aamps era terrificante: abbiamo chiesto di riscriverlo, stiamo aspettando la nuova versione”Giudizio negativo confermato anche dai parlamentari del M5S come il componente della Commissione Ambiente Zolezzi che dichiarò: “così si sconfessano tutte le politiche del M5S in tema di gestione e smaltimento rifiuti, l’amministrazione rischia di doversi dimettere”.

Aldo Iacomelli
Aldo Iacomelli

Eppure, tornando ai giorni nostri, le cose per Iacomelli non sembrerebbero essere migliorate. Giovedì 18 luglio, l’amministratore Raphael Rossi, in Commissione Ambiente a Formia, si lamenta di alcune lettere che, sovente, arrivano da parte del socio unico, ossia il Comune di Formia, con chiaro riferimento anche alla missiva di chiarimento rispetto al licenziamento da Messina di Iacomelli il quale, si domandano dall’ente comunale, non si sa se abbia fatto menzione, nella sua presentazione al concorso, del suo pregresso così burrascoso con altre amministrazioni. Fatto sta che, ad oggi, la situazione del direttore generale di FRZ è in stand-by.
Dopo che il socio unico del Comune di Formia ha investito il controllo analogo per chiarire sulle vicende di Iacomelli (in particolare, l’allontanamento da Messina), Raphael Rossi chiede un parere all’avvocatura comunale la quale risponde di non poter dirimere la questione dal momento che il dirigente è lo stesso Domenico Di Russo che avevamo già trovato all’inizio, nella triade del controllo analogo. Quindi Di Russo si troverebbe a dare un parere su qualcuno che già deve valutare in quanto controllore di FRZ. Conflitto di pareri, si chiami come si vuole.
Allora, Rossi si rivolge ad altri consulenti legali di fiducia della FRZ. Comprensibile, anche se trattasi di un’altra spesa per l’incarico del direttore generale che sembra più un enigma della Sfinge molto dispendioso che un concorso per una società.
L’assemblea dei soci è in attesa di essere convocata, aspettando che qualcuno spieghi se Iacomelli, in sostanza, sia degno o meno. E intanto l’ingegnere chimico, dopo Livorno e Messina, al corrente dei fastidi, dubbi, garbugli in salsa formiana, medita di non accettare l’incarico.

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