Il presidente del Consiglio comunale di Formia, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, non sarà il legale difensore del 39enne Gustavo Bardellino, come erroneamente riportato da alcuni blog locali e poi rilanciato in maniera incontrollata sul web. Il nipote del boss e fondatore del Clan dei Casalesi Antonio, ristretto dal 19 marzo scorso agli arresti domiciliari, con le accuse di lesioni e stalking, per aver brutalmente aggredito una 33enne con la quale aveva avuto una relazione sentimentale e alla quale sono stati diagnosticati 40 giorni di prognosi a seguito di un lungo intervento chirurgico per la riduzione delle fratture e delle ferite al volto, è già rappresentato da Di Gabriele in un altro processo, che lo vede difendersi dall’accusa di lesioni a seguito della denuncia intentata da Salvatore Esposito, a capo della famiglia Esposito – Giuliano. Il fatto risale all’8 giugno del 2013, quando all’interno del bar Tirreno avvenne un’aggressione due contro uno ai danni di Esposito che, secondo quest’ultimo, sarebbe stata opera dello stesso Bardellino. Evento che ne seguiva un altro analogo, ma ben più affollato, avvenuto al bar Elsa a Formia, a due passi dalla caserma dei carabinieri, alcune settimane prima.
La rinuncia di Di Gabriele potrebbe essere riconducibile all’attività politica e al ruolo istituzionale che attualmente ricopre, visto che lo stesso ha infatti partecipato alle prime fasi della perquisizione e dell’arresto del 39enne presso la sua abitazione nella serata di martedì scorso, a tutela dei diritti del suo assistito. Solo in un secondo momento ha poi rinunciato all’incarico per ragioni di opportunità. Nessuna notizia per ora dall’amministrazione comunale e dal sindaco Paola Villa che, però, questa mattina, poco prima di prendere parte al corteo organizzato da Libera, partito dal piazzale del porto Caposele a Vindicio e che ha poi attraversato la città, dalla pagina del proprio profilo Facebook ha forse velatamente risposto agli autori della fuga di notizie: “La “mafiosità” è un metodo, un modo subdolo e silenzioso per screditare, per millantare, per dire e non dire, per insinuare il dubbio. La “mafiosità” – prosegue la Villa – è voler screditare persone e fatti e voler togliere credibilità a persone e fatti. La “mafiosità” si combatte solo con la conoscenza, con la testimonianza, con la tenacia. D”altronde la storia di Giovanni Falcone, aggettivato “un cretino”, “il più bocciato magistrato d”Italia” diceva: “le bugie e le illazioni uccidono più di mille pallottole”… Questo sarà e resterà il metodo, l’unico metodo per “uccidere” le voci fuori dal coro, l’unico metodo che attraverso i social diventa l’arma di quattro poveri vigliacchi. Oggi 21 marzo 2019 Giornata della Memoria e dell’impegno Corteo di Libera a Formia partenza ore 9.00 da piazza Caposele a Vindicio”.