FORMIA, MACCHINARIO DI TERNA ANSALDO. VILLA: “SERVITÙ SENZA PORTAFOGLIO, SIAMO PERIFERIA DEL GRANDUCATO DI GAETA”

Foto da Ansaldo Energia
Foto da Ansaldo Energia

Formia: il passaggio del macchinario di Terna Ansaldo che fa discutere. Villa: come sindaco mi opposi, diamo una servitù senza portafoglio

“Tutta la curiosità nasce da un pino marittimo abbattuto in poco più di due ore. In questi ultimi due giorni il bivio che collega l’Appia SS7 alla Flacca SR213, si sta trasformando in un piccolo “fortino” perché diventerà la porta dalla quale entrerà il grande macchinario trasportato dalla azienda TERNA-Ansaldo“. Così Paola, ex sindaco di Formia, sul prossimo attraversamento del macchinario del gruppo temporaneo di imprese composto da Ansaldo Energia e ABB.

“La notte tra il 13 e il 14 maggio, Formia sarà attraversata da un trasporto eccezionale, un enorme macchinario di 260 tonnellate, di oltre 12 metri di lunghezza e 7 metri di larghezza. Il macchinario approdato al porto commerciale di Gaeta, si immetterà sulla Flacca 213, al bivio di Via Vindicio proseguirà poi sull’Appia SS7, attraverserà Via Vitruvio, Via E. Filiberto, piazza Risorgimento, fino alla rotonda dei carabinieri, per poi prendere Via Matteotti e dirigersi verso la sua meta, il Garigliano.

Il trasporto sarà effettuato ed organizzato da Terna-Ansaldo, ossia chi gestisce, in Italia, la rete dell’energia elettrica ad alta tensione. Infatti l’Ansaldo, partecipando ad un raggruppamento “Temporaneo Concorrenti”, si è aggiudicato una commessa per un valore complessivo di 70 milioni di euro, per istallare 3 compensatori sincroni di energia nel Centro Sud Italia. In queste settimane l’Ansaldo ha fatto una campagna di indagini georadar sui manufatti del percorso, ed ha richiesto ed ottenuto tutte le autorizzazioni dalle autorità competenti. Ciò nonostante non si può evitare di porsi delle domande, quelle stesse che a dicembre, in qualità di sindaco avevano motivato il “no” a tale attraversamento.

Il macchinario sbarcherà al porto commerciale di Gaeta, attraverserà il centro cittadino di Formia, transitando su 3 viadotti attenzionati: viadotto di Pontone, il viadotto di Rialto e il viadotto di Rio Fresco, ma mentre i primi due sembrano non destare preoccupazione, il terzo, quello nei pressi di piazza Risorgimento, è stato causa negli anni passati di interdizione al transito di mezzi pesanti al di sopra delle 7,5 tonnellate. Ora, questo tragitto, consentirà di arrivare al Garigliano, e allora sorge spontaneo interrogarsi se la destinazione non potesse essere raggiunta partendo dal porto di Napoli, tramite autostrada, senza attraversare centri cittadini abitati e già congestionati e complessivamente più delicati e meno adatti a prestarsi a questo genere di attività.

Allora tutto si riconduce alla possibilità di guadagno da non farsi sfuggire da parte dell’Autorità Portuale di Gaeta, da riversare poi magari nelle casse del Comune di Gaeta, per una servitù, le cui conseguenze il comune di Gaeta non ha mai subito, se non in piccola parte, ma goduto da solo tutti i benefici. Infatti lo scarico di merci, polverose, ingombranti, cancerogene e che portano migliaia di tir su strada all’anno, al comune di Gaeta portano centinaia di migliaia di euro, milioni, per rotonde, marciapiedi, villette, fontane colorate e aiuole con palme californiane e fiori. Ma la servitù di passaggio, quella vera, quella che consuma metri e metri di asfalto, fa abbattere pini, fa trasformare incroci, crea divieti di sosta e intasa la viabilità, questa servitù di passaggio la paga tutta Formia senza essere risarcita di un euro. Questa è la verità emersa più volte, lo scorso anno in prefettura, quando si voleva interdire la Flacca ai mezzi pesanti che attraversano Formia, e si propose una “prezzo” di passaggio, ma contro la quale, tutti si sono opposti, nessuno escluso, dai politici ancora impegnati a parlare di pedemontana o soggiogati dall’amico sindaco che deve prendere i soldi dall’Autorità portuale ai prefetti incalzati dagli imprenditori, fino alle associazioni di categoria preoccupate solo di far risparmiare chilometri e danari alle proprie aziende.

Non riuscivo a credere alle mie orecchie – conclude Villa – si stavano opponendo alla proposta di un sindaco che doveva difendere il proprio territorio e che per questo non ha trovato sponde. Eppure i dati documentati stanno là e qualcuno si è messo ad approfondire. Si accusava Formia di essere isolata, ma forse meglio isolata che “provincia di Fondi” o periferia del “granducato di Gaeta”. Siamo una specie di membro onorario dell’Autorità portuale, senza portafoglio, serviamo ai traffici, agli interessi e agli usi altrui, ci immoliamo senza che nessuno ce lo domandi, ogni volta che serve a qualcuno, ma non si capisce perché non ne facciamo parte e non abbiamo diritto ad accedere a quegli stessi soldi che servono a riqualificare il waterfront della nostra città, le nostre spiagge, le nostre passeggiate, le nostre aziende, le nostre strade, le nostre infrastrutture. Così siamo bravi tutti, ad aprire cantieri con soldi ottenuti con la servitù degli altri. Così siamo bravi tutti, senza partecipare ad un bando di gara pubblico, ottenere soldi, fiumi di soldi, per una servitù di passaggio che a Gaeta conta a stento un chilometro, per Formia conta l’intera città”.

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