Caso manifesti elettorali a Formia: per il Comune nessuna violazione, intanto il candidato sindaco della Lega Amato La Mura sbotta e la coalizione che sostiene Paola Villa risponde
Tutto inizia lunedì scorso, in data 26 luglio. L’avvocato Christian Lombardi, ex consigliere comunale ed esponente de “Un’Altra Città” presenta, anche per conto del Movimento Cinque Stelle di Formia, un esposto con un oggetto molto chiaro: propaganda elettorale abusiva.
Come noto, “Un’Altra Città”, insieme ai pentastellati, ha ufficializzato da tempo il sostegno al candidato Sindaco Paola Villa. Secondo i due movimenti, si sta verificando, fuori dagli spazi preposti ad affiggere manifesti, una circostanza di manifesto abusivo. Un fatto, peraltro, molto comune in ogni città della provincia di Latina ogni qual volta c’è un elezione amministrativa. Basti pensare che a Latina ci sono già in pista le cosiddette Vele – ossia quei mezzi di trasporto con i faccioni dei candidati – le quali, invece di muoversi per la città come da norma, si trovano parcheggiate ai lati delle strade sponsorizzando permanentemente il proprio candidato. Non si può fare ma è evidente che venga tollerato. Per carità, niente per ora a paragone di ciò che inchieste e processi hanno già evidenziato a Latina e Terracina per le campagne elettorali delle Comunali del 2016 quando, dietro la guerra degli spazi elettorali e dei manifesti, c’erano clan mafiosi come i Di Silvio e i Travali che battagliavano per talune visualizzazioni di determinati candidati.
Tornando a Formia e lunedì 26 luglio, “Un’Altra Città” e il Movimento 5Stelle segnalano a Commissario Prefettizio Silvana Tizzano, Dirigente Tributi Daniele Rossi e Dirigente della Polizia Locale Rosanna Picano, una situazione di abusivismo in Via Palazzo, evidenziando che la pratica avrebbe risvolti penali e prevederebbe una sanzioni amministrativa.
Allegate alla segnalazione, Lombardi invia i manifesti affissi al muro di Via Palazzo e non può non notarsi quello in cui campeggia il candidato leghista alla carica di primo cittadino Amato La Mura.
E, infatti, proprio La Mura, nella giornata di ieri, rilascia un comunicato stampa e un video nel quale dà prova di conoscere la segnalazione da parte di “Un’Altra Città” e Movimento Cinque Stelle. La Mura, nel suo comunicato, inoltre, offre cinque giorni di tempo a Paola Villa e Christian Lombardi affinché porgano le loro scuse, dal momento che il Comune non ha rilevato alcuna violazione abusiva (vedi video sotto).
Ma come faceva La Mura a sapere tutto? In fondo, l’esposto di Lombardi arriva in Comune il 26 luglio e già, nella giornata di ieri, il candidato leghista è informato dell’intera vicenda, profilando neanche troppo velatamente querele all’indirizzo di Villa e Lombardi.
Il punto è che il candidato leghista conosce la questione poiché il Comune di Formia, nel rispondere, tramite il Segretario generale Alessandro Izzi, al denunciante Lombardi, ha inviato per conoscenza il responso sul presunto manifesto abusivo anche a La Mura. Una pratica che se è lecita è altrettanto insolita.
Un cittadino fa un esposto, dove non cita La Mura, e riceve una risposta nelle stesso giorno – il Comune è stato molto celere a verificare – in cui viene inserito per conoscenza anche un altro cittadino (in questo caso La Mura) che in teoria non avrebbe nulla a che a fare con la segnalazione dell’abuso, almeno fino a prova contraria.
È vero che nell’esposto di Lombardi, in allegato, ci sono le foto dei manifesti presunti abusivi ed è evidente il viso di La Mura, ma nel succitato esposto non c’è alcune menzione del candidato leghista.
Ad ogni modo, nella stessa giornata del 26 luglio, il Segretario generale del Comune di Formia ravvisa che, considerate le risposte istruttorie e la produzione acquisita dagli uffici competenti, si esclude qualsiasi violazione di legge. Il Dirigente della Polizia Locale Picano, peraltro, sostiene nella sua risposta a Lombardi, che i manifesti in questione, affissi in Via Palazzo, nei pressi della scuola Mattej, sono stati posti da personale comunale con tanto di prenotazione e relativo pagamento al prezzo di 40 euro così come spiegato dal Dirigente del Settore Economico-Finanziario Daniele Rossi.
Tutto è bene quel che finisce bene. No, perché La Mura, forte del lasciapassare del Comune, accusa ora i civici di Villa di avvelenare i pozzi e una campagna elettorale basata sul rispetto – e per la verità piuttosto spenta e avara di proposte da tutte le forze in campo: sarà il caldo e la pandemia.
M5S e “Un’Altra Città”, a questo punto, imbeccati da La Mura, rispondono e incalzano il Comune senza citare il candidato leghista: “A risponderci – spiegano – sono stati il Segretario Generale, il Settore della Polizia Locale e il Settore Economico Finanziario e Entrate: il primo ha escluso ogni violazione di legge, ma ha anche avvertito, senza alcun motivo, uno dei protagonisti di quelle affissioni contribuendo, bontà sua, a svegliare una campagna elettorale ancora ferma; il secondo ha inteso rassicurarci sulla correttezza normativa macchiandosi però di un errore da penna rossa ove afferma la “sostituzione” della Legge da noi menzionata, tralasciando che la “sostituzione” del contenuto della norma non ne comporta l'”abolizione”; il terzo ha precisato che quel muro di Via Palazzo è “abitualmente destinato alle affissioni a pagamento da parte dell’Ente” e che “i manifesti non riportano segni di autorizzazione in quanto affissi direttamente da personale dipendente dell’Ente”.
“Di tutto ciò a sorprenderci maggiormente, e destarci un certo sconcerto, non avendo mai menzionato uno dei “protagonisti” delle affissioni se non inviando la foto che chiedevamo di verificare – concludono M5S e “Un’Altra Città” – è che l’Ente informi della nostra richiesta di verifica il candidato Sindaco che poche ore dopo denuncia in modo strampalato il fatto come un attacco personale invocando scuse, minacciando querele ecc. ecc. Senza dilungarci, vogliamo rassicurare i cittadini, gli altri Candidati Sindaco, e qualora desideri anche il Comune, che in assenza di spazi riconoscibili deputati alle affissioni, continueremo sempre e comunque ove riterremo che lo spazio individuato non sia consono a quella che sfidiamo a sostenere non sia propaganda elettorale, a chiedere una verifica perché, senza permetterci di accusare chi per assenza di tali spazi è costretto ad “arrangiarsi”, affiggere manifesti dove “abitualmente” avviene, non riteniamo sia all’altezza della nostra Città”.
In effetti, una circostanza inusuale da parte dell’Ente comunale formiano quella di avvertire chi non era stato neanche chiamato in causa. Forse un eccesso di zelo, sicuramente un modo – come sostengono i civici – per accendere la campagna elettorale. Involontariamente o meno, la zizzania tra i due fronti politici è stata inaugurata.
C’è un altro però a tutta la storia: nella stessa serata di lunedì 26 luglio, il giorno in cui Lombardi invia la segnalazione e il Comune celermente risponde mettendo in copia anche La Mura, il manifesto del candidato leghista scompare così come è evidente dalla foto di copertina del presente articolo.
Ora, la domanda è: ma se era tutto regolare, perché qualcuno ha sentito il bisogno di strappare il manifesto? Un altro eccesso di zelo, forse.