FORMIA, FRODI ALL’IVA E FALSE FATTURAZIONI: SEQUESTRATI OLTRE 200MILA EURO, INDAGATI 5 IMPRENDITORI

Formia: sequestro preventivo per circa 224.000 euro a carico di 2 società, i Finanzieri scoprono un giro di fatturazioni false. Indagati 5 imprenditori

I Finanzieri del Gruppo di Formia, guidata dal comandante Luigi Galluccio, all’esito di un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, hanno proceduto al sequestro preventivo di beni mobili e valori mobiliari per circa 224.000 euro nei confronti di 5 imprenditori di Spigno Saturnia (residente anche a Minturno e Cava dei Tirreni) e due società: si tratta di Gerardo Morgante (62 anni), Armando Zottola (73 anni), Elena Vento (64 anni, moglie di quest’ultimo), il figlio Tommaso Zottola (44 anni) e sua moglie Nesrine Chaguri (38 anni). La società di Spigno Saturnia, che fa capo a Zottola, si occupa di cibo per l’allevamento pollami. L’altra società coinvolta è la Gima srl di Roma.

L’indagine della Guardia di Finanza, scaturita da specifica attività info-investigativa, attuata anche mediante l’esame di indicatori di rischio fiscali e finanziari ricavati dalle banche dati in uso al Corpo, ha permesso di ricostruire un giro di fatturazioni ritenute false, realizzate dagli imprenditori mediante il sistema delle “frodi carosello”, utilizzando una delle due società coinvolte come mera “cartiera” (ossia la Gima srl). Nella fattispecie, gli approfondimenti investigativi hanno consentito di raccogliere e ricostruire gravi elementi per ritenere inerenti ad operazioni soggettivamente inesistenti le fatture relative ad una serie di acquisti intracomunitari tra Spagna, Germania e Austria, effettuati in totale evasione dell’Imposta sul valore aggiunto (I.V.A.), nonché omettendo la presentazione delle previste dichiarazioni.

A conclusione dell’attività, sono state ipotizzate dalla Procura di Cassino inquirente in capo alle società e agli imprenditori, individuati quali amministratori di fatto e di diritto, le fattispecie di: “dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, “omessa dichiarazione”, “emissione di fatture per operazioni inesistenti”. La frode fiscale accertata, negli anni d’imposta 2019 e 2020, – secondo quanto si legge in una nota della Finanza – ha “fruttato” un’IVA evasa pari a 224.453 euro.

Gli ulteriori e mirati accertamenti finanziari hanno poi permesso di porre in luce una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e le consistenze patrimoniali accumulate dagli indagati, presupposto quest’ultimo che ha determinato l’emissione di apposito decreto da parte del G.I.P. di Cassino, concernente l’applicazione della misura ablativa del sequestro preventivo finalizzato alla confisca.

In esecuzione del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, i Finanzieri sono riusciti a individuare e assicurare all’erario beni mobili e valori mobiliari – nella disponibilità degli indagati – per 107.722,53 euro, tra cui anche un’autovettura di grossa cilindrata del tipo BMW modello X6, e circa 75.000 euro tra quote societarie, polizze assicurative e depositi al risparmio.

L’operazione – conclude la nota della Guardia di Finanza – conferma ancora una volta il costante impegno delle Fiamme Gialle pontine nella prevenzione, ricerca e repressione delle frodi finalizzate all’evasione dell’I.V.A. e delle altre imposte, nonché al contrasto dei patrimoni illecitamente accumulati, contribuendo così a preservare la leale concorrenza tra i soggetti economici e a promuovere indirettamente prospettive di crescita sane del mercato del lavoro e della produzione, a tutela delle libertà economiche di tutte le imprese e i cittadini onesti.

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