Interfittiva antimafia a carico di due locali di Formia, Villa: ”La ’ndrangheta a Formia nella centralissima Piazza Testa”
“La domanda che facemmo: “ma dove li hanno presi i soldi per aprire i locali in piena pandemia e soprattutto di chi fossero quelle lamborghini parcheggiate in bella mostra nel parcheggio di largo Paone”. Così, esordisce in una breve nota, l’ex Sindaco e, oggi, consigliere comunale di Formia, Paola Villa.
“Due locali, nella centralissima Piazza Testa, la pasticceria Santoro e il ristorante “Pesce Matto”, colpiti da interdittiva antimafia, firmata dal prefetto di Latina. Neanche un mese fa lo scioglimento dei due comuni di Anzio e Nettuno, per infiltrazioni legate alla ndragheta, ed oggi tocca a Formia”. Continua Villa.
“Da un piccolissimo paese della Calabria, neanche 5000 abitanti, in provincia di Reggio Calabria, proviene la famiglia di ndrina, la famiglia Talia di Bova Marina”. Il riferimento di Villa è ad articoli pubblicati oggi, 5 dicembre, nelle edizioni dei quotidiani “Messaggero” e ”Latina Oggi”. I giornali danno conto di una interdittiva antimafia firmata dal Prefetto di Latina, Maurizio Falco, a carico delle due attività commerciali gestite da una società il cui titolare, Lorenzo Santoro, 29 anni, originario di Bova Marina, è ritenuto essere da Prefettura e Carabinieri di Formia in collegamento con la cosca di ’ndrangheta dei Talia. La ndrina Talia è infatti proprio radicata a Bova in provincia di Reggio Calabria. All’interno della società peraltro vi sarebbero anche altri soci legati alla ndrina.
La vicenda, spiegano i due quotidiani, è stata ricostruita dai Carabinieri di Formia, guidati dal Maggiore Michele Pascale, e fa emergere anche il legame della moglie di Santoro, Angela Nucera, un tempo socia a metà con la cugina di una ulteriore società, ”Il Diamante srl”, gestore di un bar, a sua volta colpita da interdittiva per decisione della Prefettura di Reggio Calabria: Santoro fu dipendente della società. La cugina della moglie, socia della succitata società, è moglie di Carmelo Dieni, anche lui considerato legato ai Talia, in un territorio, quello di Bova, ritenuto ad alto tasso mafioso da diverse relazione della Dia negli anni.
I legami, peraltro, non sono finiti perché all’interno della pasticceria di Largo Paone viene segnalato un dipendente, in servizio fino a luglio 2022, Leo Palamara, a cui verrebbero ascritti nella banca dati ricettazione e appropriazione indebita e frequentazioni con uomini legati alla ’ndrangheta. Un altro elemento che ha fatto maturare l’interdittiva è un controllo in cui è incappato Santoro il quale, nel 2021, sarebbe stato fermato insieme a un uomo collegato con ambienti di ’ndrangheta.
“Tutto si deve ad una dettagliata indagine dei Carabinieri di Formia guidati dal maggiore Pascale – continua Villa -, che hanno ricostruito la presenza della ndrangheta, i suoi affari e i soldi riciclati e reinvestiti nelle attivitá formiane. Ovviamente – conclude Villa – stamattina erano aperte, ma ora ognuno di noi sa e forse dovrebbe iniziare a scegliere dove spendere i propri soldi”.