L’Associazione culturale Musicinecultura in collaborazione con l’Associazione culturale Euterpe e l’Associazione culturale Onlus Aletes, nell’ambito della ‘Biennale Internazionale d’Arte di Fondi – 1° edizione 2021’, presenta la personale dell’artista Vincenzo Bucci, 2° classificato della sezione Fotografia
L’evento è patrocinato dal Comune di Fondi, dalla Casa della Cultura di Fondi, dal Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, dall’Associazione Pro Loco Fondi e dalla Banca Popolare di Fondi.
La mostra sarà visitabile da sabato 17 settembre a sabato 1 ottobre 2022 presso la Sala Espositiva del Castello Caetani di Fondi. L’inaugurazione si terrà sabato 17 settembre, alle ore 18:00, presso la stessa Sala Espositiva.
Gli orari di apertura saranno:
10:30/12:30 – 18:00-20:00 – mercoledì chiuso
Vincenzo Bucci nasce a Fondi il 19.04.1952. Con le prime foto, scattate all’età di 12 anni, scopre la sua passione per la fotografia, che cresce, matura e si perfeziona nel tempo.
A Roma coltiva questo interesse come “fotografo per passione”, da autodidatta.
In collaborazione con altri amici, nel 1988, fonda a Roma il circolo fotografico “IRIS 88”. Nel 2000 si trasferisce a Fondi, dove nel 2013 costituisce il primo circolo fotografico della storia della città, denominato “Associazione culturale Fotografichementi”, diventandone da subito il presidente. Nel 2017 l’associazione si gemella con il circolo cittadino di Dachau.
Partecipa a numerose mostre fotografiche personali e collettive. Le sue foto sono presenti in volumi scientifici, calendari, quotidiani, periodici, riviste e numerosi siti Internet. Da alcuni anni ha affiancato allo scatto convenzionale l’astratto-informale, un genere fotografico che gli consente di cercare, nella stessa realtà, visibili spazi interiori di sguardo e di senso.
Il Vincenzo “artista” è alla continua ricerca di forme, contenuti visivi e soprattutto di corrispondenze interne e orizzonti d’animo.
Il profondo ed intenso autore risponde alla vocazione all’arte sin da fanciullo, facendone di essa la ragione e la missione di vita. La fotografia diventa, dunque, come una luce nel buio che squarcia l’oscurità.
Portare l’Arte, la Cultura ed il Sapere sulla Terra è un atto nobile e coraggioso del quale Vincenzo è fulgido protagonista. Accade, così, che con altrettanto affetto, egli offra in dono al mondo le sue “speciali visioni”, di colui che possiede uno sguardo capace di vedere oltre.
Ci troviamo, quindi, di fronte tanto ad esteriorità, quanto ad interiorità.
Uno degli scopi primari che Vincenzo Bucci desidera ottenere da questa mostra è quello di coinvolgere ed anche “educare alla cultura dell’immagine”.
Essa permette di confrontarsi con chi ci è vicino, discutere idee e opinioni, e diventare parte attiva di una società, come fonte d’ispirazione attraverso contatti personali con i visitatori.
La mostra “LIRICA DEI COLORI” deve essere quindi intesa anche, come un evento, un’iniziativa d’impatto sociale e culturale tramite la quale far comprendere alla cittadinanza, e non solo, una realtà diversa da quella che si vive quotidianamente, lasciando all’osservatore, in relazione alla propria sensibilità, la possibilità di attribuire all’opera un suo significato e trarre una propria soddisfazione interiore o solo degli occhi.
Il primo obiettivo ha a che fare, ovviamente, con i contenuti sia socioculturali che artistici.
Ulteriore obiettivo è quello di utilizzare la mostra come momento propulsore di conoscenza di una diversa ma altrettanto affascinante realtà.
Ogni singolo spettatore e fruitore della mostra, proprio per la sua diversa sensibilità, potrà trarre dalla visione delle foto diverse sensazioni e farlo riflettere per creare un dialogo e quindi cultura.
Per tutte queste considerazioni si può sicuramente affermare che per Vincenzo Bucci la definizione di fotografo, intesa nel modo tradizionale del termine, va sicuramente stretta. Lui considera la fotografia come infinite possibilità creative e produttive, per questo motivo non ha abbandonato, ma affiancato, la fotografia tradizionale per dedicarsi all’astrattismo e/o all’informale in modo da sperimentare questa stimolante ed interessante forma artistica.
Per ottenere ciò Vincenzo Bucci guarda il mondo che lo circonda in modo diverso e con infinita fantasia fino a rendere incerto e labile il confine tra ciò che è vero e ciò che non è vero, lasciando allo spettatore il compito di attribuire all’opera un suo significato e stabilire quanto esse siano degne o meno di chiamarsi “fotografie”.
In conclusione, si può affermare che Vincenzo Bucci, non ha abbandonato né ripudiato la fotografia tradizionale, ma desidera solo cercare di appagare il desiderio di ampliare il bagaglio di conoscenza esplorando altre espressioni artistiche.