FONDI: ARRESTATO VINCENZO GARRUZZO CONDANNATO NELL’INCHIESTA DAMASCO

Corte d'Appello di Roma
Corte d'Appello di Roma

Fondi: l’84enne Vincenzo Garruzzo originario di Rosarno in provincia di Reggio Calabria, condannato per reati di usura ed estorsione, è stato arrestato dai Carabinieri

Nella serata del 4 marzo scorso, a Fondi, i Carabinieri della locale tenenza, in esecuzione dell’ordine per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma, hanno tratto in arresto l’84enne Vincenzo Garruzzo, originario di di Rosarno (Reggio Calabria) e da tempo trapiantato a Fondi..

L’uomo deve scontare la pena residua di 2 anni, 7 mesi e 4 giorni di reclusione, poiché riconosciuto colpevole dei reati di usura ed estorsione.

L’84enne è stato condotto presso la propria abitazione, dove rimarrà ristretto per l’espiazione della pena.

Suocero dell’altro trapiantato a Fondi Salvatore La Rosa, ritenuto legato alla cosca calabrese dei Bellocco-Pesce di Rosarno, Garruzzo, come noto, è stato tra i principali imputati del processo Damasco I, accusato di essere al vertice del gruppo che “vendeva soldi”.

Più di dieci anni fa, nel 2008, su delega della Dda di Roma, i carabinieri del comando provinciale di Latina perquisirono alcuni uffici comunali di Fondi sequestrando documenti relativi ad appalti e concessioni. Erano i giorni della cosiddetta Operazione Damasco: arrestati, oltreché a Garruzzo, detto zio Vincenzo legato all’omonima ndrina calabra, l’immobiliarista Massimo Anastasio Di Fazio e Domenico Capotosto. Agli arresti domiciliari finì l’imprenditore Giuseppe De Carolis. Per tutti l’accusa fu di usura aggravata dal metodo mafioso. 
L’inchiesta nel suo complesso (andava oltre il giro di strozzo che coinvolse Garruzzo ma riguardava anche appalti e associazione per delinquere) fu uno dei motivi per cui l’ex Prefetto di Latina Bruno Frattasi istituì la “famosa” commissione d’accesso al Comune di Fondi. Una vicenda che invece di portare allo scioglimento del Comune finì con le dimissioni di Sindaco e Giunta e con il diniego da parte del centrodestra al Governo di allora (Governo Berlusconi III) al medesimo scioglimento dell’amministrazione fondana.

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