FONDI 2030: “LA NOSTRA URBANISTICA È UN ATTO POLITICO”

Fondi 2030: Urbanistica come atto politico e civile per costruire la Città di domani, con metodo e partecipazione

Si è aperta con un commosso ricordo di Franco Martellucci e Francesco D’Angelis, da parte del Capogruppo Consiliare Francesco Ciccone, la 17esima e ultima Conferenza tematica del ciclo Fondi 2030 promosso dal Movimento di Partecipazione Politica Fondi Vera: “Due amici della nostra Comunità. Il primo credo che abbia parlato pubblicamente di Politica per l’ultima volta proprio durante uno dei nostri incontri sul tema Cultura, il secondo nostro iscritto da tre anni e sempre molto attivo nelle nostre iniziative. Due persone che mancheranno a tutti noi, alle loro famiglie ed a tutta la Città di Fondi”.

L’appuntamento di sabato pomeriggio è stato introdotto da una relazione del Gruppo di Lavoro specifico illustrata dalla Vice Presidente di Fondi Vera, Valentina Tuccinardi, che ha ripercorso le tappe del nostro impegno, il risultato che Fondi 2030 ha raccolto e ha delineato la nostra vision in tema di sviluppo urbanistico: “Un’idea che ha come obiettivo principale la costruzione delle condizioni per un buon abitare, fondato sul progetto di uno spazio urbano dotato delle qualità di accoglienza, di urbanità, di servizi e di bellezza, e che considera lo spazio pubblico come elemento portante di quelle qualità”.

L’incontro ha registrato la presenza di diversi addetti ai lavori, che hanno portato la loro esperienza ed un importante contributo in termini di suggerimenti e proposte, come quella avanzata da Mirko Mingione, responsabile della formazione professionale al buio presso l’Istituto Sant’Alessio di Roma che si dedica alla formazione, riabilitazione e inclusione delle persone con disabilità visive: “A Fondi risiedono circa 3650 persone con disabilità, le cui esigenze devono essere considerate prioritariamente nella pianificazione urbana. L’inclusione di questi concittadini non è solo un dovere morale ma un’opportunità per creare una Città più vivibile e accogliente per tutti. Una giornata di formazione al buio nella Black Box del Sant’Alessio per progettisti e amministratori cambierebbe radicalmente il modo di pensare gli spazi pubblici. E Fondi potrebbe essere la prima Città italiana a ripensare il suo assetto urbano tenendo seriamente conto della disabilità visiva”.

“Siamo convinti che l’accessibilità vada riportata all’interno della pianificazione strategica e negli indirizzi della governance del territorio, come siamo assolutamente certi che il futuro della Città vada scritto a più mani, con trasparenza, responsabilità e fiducia reciproca, motivo per cui riteniamo che solo un reale processo partecipativo potrà incidere positivamente su metodi e visione. Urbanistica è sviluppo ma anche cura, è attenzione alla qualità della vita, è progettazione che tiene insieme funzioni, servizi pubblici, spazi, è conoscenza della Città reale, dei suoi bisogni e delle sue trasformazioni” commenta Valentina Tuccinardi.

“Il territorio oggi è lo specchio di tanti anni di confusione urbanistica, cui solo negli ultimi tempi studi conoscitivi, piani e progetti stanno cercando di dare risposte. Nel frattempo abbiamo assistito ad una progressiva perdita di qualità, mancano spazi pubblici adeguati, i servizi appaiono discontinui, la mobilità è ostaggio dell’automobile, e tutto ciò si traduce in una debolezza della qualità dell’abitare. Ad alcune di queste lacune, in particolare quella relativa alla carenza di aree verdi dedicate al gioco per i più piccoli avevamo dato input importanti attraverso emendamenti al Bilancio, purtroppo non raccolti da Maschietto e dalla sua maggioranza” ha aggiunto Francesco Ciccone, Capogruppo Consiliare di Fondi Vera.

Auspichiamo l’apertura di una nuova fase di ascolto e progettazione condivisa, ispirata e orientata all’azione. Per una Fondi in cui lo sviluppo urbanistico vada di pari passo con la coesione sociale, dove ogni edificio nuovo porti con sé spazi verdi, scuole, infrastrutture, dove la crescita economica non sia mai separata dalla qualità urbana e ambientale, dove si comprenda il ruolo delle piste ciclabili, delle ciclovie, della pedonalità, dove la periferia risulti meglio connessa col centro urbano, dove gli interventi non restino frammentari e la strategia torni ad essere elemento chiave contro la speculazione e l’arbitrarietà.

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