Fondazione Latina 2032, dovranno essere rifatti da capo sia l’atto costitutivo che lo statuto. Recepite le criticità sollevate dalla Regione Lazio
È un pasticcio quello della Fondazione Latina 2032, l’organo che dovrebbe gestire i soldi messi a disposizione da Ministero della Cultura e Regione Lazio per celebrare il centenario del capoluogo pontino. Annunciata con squilli di tromba e con la quasi unanimità delle forze politiche locali, l’atto costitutivo e lo stato della Fondazione 2032, votato già dai consiglieri comunali, è da rifare daccapo.
A deciderlo è stato un vertice tenuto nei giorni scorsi tra Comune di Latina, Regione Lazio, Ministero della Cultura e Provincia di Latina.
A inizio giugno, tramite una nota fatta pervenire agli interessati, la Regione Lazio aveva chiesto a Comune di Latina, Provincia di Latina, Camera di Commercio e Ministero della Cultura una modifica allo statuto e all’atto costitutivo della Fondazione Latina 2032. Solo a metà maggio, il Consiglio Comunale aveva approvato sia statuto che atto costitutivo della Fondazione Latina 2032, istituita con la legge 130/2024 sul Centenario.
“La deliberazione di oggi – aveva dichiarato il sindaco Matilde Celentano – rappresenta un passo decisivo. Attraverso la Fondazione Latina 2032, infatti, quale ente di diritto privato sottoposto a controllo pubblico, verranno coordinate e gestite tutte le attività che saranno messe in atto per la celebrazione del Centenario”.
“Con la delibera del Consiglio comunale, licenziata in data odierna, andiamo a dare vita – aveva spiegato la prima cittadina – allo strumento che ci consentirà di incamerare le somme stanziate attraverso la legge dello Stato sul Centenario, che recita testualmente al primo articolo: ‘La Repubblica, nell’ambito delle finalità di salvaguardia e di promozione del proprio patrimonio storico, culturale, architettonico, sociale e ambientale, celebra, in occasione del centesimo anno di fondazione, il comune di Latina, quale luogo di particolare rilievo nella storia dell’architettura italiana del XX secolo, con particolare riferimento alla corrente architettonica del razionalismo italiano, delle bonifiche, dell’accoglienza, del dialogo interculturale e della riflessione storica, sia a livello nazionale che internazionale’.
Con la delibera del Consiglio comunale, il Comune di Latina andava ad assegnare una dotazione di 46.500 euro, individuando quale sede operativa della Fondazione l’immobile dell’ex casa del custode della scuola di piazza Dante.
E proprio i fondi sono stati messi in discussione se non fosse modificato per tempo statuto e atto costitutivo così come richiede la Regione Lazio. “Al fine di poter procedere con i necessari e conseguenti adempimenti si trasmettono in allegato le annotazioni agli schemi di Atto Costitutivo e di Statuto, segnalando alcune criticità da risolvere ed eventuali integrazioni da inserire, onde consentire il perfezionamento dell’adesione da parte della Regione Lazio nel rispetto delle normative vigenti, tra cui: passaggi relativi all’indennità, all’inconferibilità e all’incompatibilità di carica; numero dei componenti del CdA (da ridurre a cinque); individuazione coerente degli organi della Fondazione sia nell’Atto Costitutivo che nello Statuto; opportunità di prevedere parità di accesso agli organi di amministrazione e controllo in analogia con quanto previsto dalla normativa per le società a controllo pubblico”.
La Regione Lazio, inoltre, dovendo finanziare la Fondazione, chiedeva una interlocuzione anche per poter assumere gli impegni di spesa. Ecco perché veniva richiesto un incontro agli enti fondatori per mettere a punto gli schemi di atto costitutivo e Statuto.
Incontro che si è svolto e ha fatto sì che si è arrivati alla decisione che praticamente atto costitutivo e statuto vanno modificati profondamente. Sarà il Ministero della Cultura a dover attuare le modifiche richieste dalla Regione Lazio, dopodiché il nuovo assetto amministrativo dovrà tornare in Comune, Provincia e Camera di Commercio ed essere approvato di nuovo.
L’è tutto da rifare, avrebbe detto Gino Bartali. Il rischio è che tutto slitti al prossimo anno, con il pericolo di perdere qualche finanziamento. Ad ogni modo, un rallentamento che non ci voleva, anche in ragione delle premesse con cui era stato salutato il nascere di questa Fondazione dei miracoli, che, al momento, di miracoloso, non ha niente.