Sta avendo un bel riscontro, l’iniziativa dell’associazione Aprilia Libera a Campoverde.
Ieri si sono alternati momenti culturali, artistici e ludici alle nostre proposte enogastronomiche nell’ambito programma offerto, la cui realizzazione si è dimostrata superiore all’idea del programma pianificato, grazie ai contributi dei tanti ospiti intervenuti.
A dare il benvenuto ai partecipanti, il quadro floreale realizzato dai Ragazzi Infioratori di Campoverde.
Le ragioni dell’iniziativa sono state illustrate nei saluti di apertura dalla presidente Katia Mantovani.
I bambini della Scuola di Zumba Kids, della Palestra Selciatella, nel pomeriggio ci hanno deliziato con le loro simpatiche performance.
Il maestro Pablito Pagano della scuola di Kung Fu Long Quan Dao ha deciso di operare sul territorio di Campoverde perché si è ripromesso di riportare lo sport all’interno del Borgo. Memore della sua infanzia nel borgo, quando vi è tornato, si è accorto che il calcio non c’è più, la pallavolo pure, altre proposte per i giovani non esistono: la noia e il non senso portano a devianze sociali. E poi, da cittadino sensibile, vorrebbe dare un contributo per la rinascita e riqualificazione del Borgo.
Nel Piazzale Brandetti è stato allestito anche l’‘”Angolo dell’Arte”, un piccolo manifesto di come i nostri soci hanno saputo rendere la bellezza del pensiero in suggestiva creatività. Un piccolo saggio della maestria della nostra socia Patrizia Bottalico, ha ricreato le atmosfere autunnali nei suoi dipinti.
In straordinaria sintonia con gli intenti del maestro di arti marziali, l’artista Elisabetta Gavillucci, che ha mostrato alcune sue creazioni artistiche, sta portando avanti attività socialmente utili a far tornare la bellezza a questi luoghi abbandonati al degrado.
“Coloriamo I borghi” nasce dall’idea di Elisabetta Gavillucci ed Eleonora Latini, poi accolta e appoggiata dal Comitato di Quartiere Campoverde, con lo scopo di riqualificazione il borgo, unendo pensieri e parole per esprimere dei messaggi sociali. È un progetto che affronta diversi “temi”, ogni Via avrà un tema e un nome. Prossimamente sarà affrontata la Via dedicata alla Donna.
Anche il Coro di San Pietro in Formis ha dato il suo contributo artistico, raccogliendo in note musicali l’idea che insieme, nell’arte, si rende bello il mondo.
Altra prospettiva, con le stesse finalità, quelle dell’artista Elena Castellacci, che ha portato una mostra fotografica con l’intento di denunciare il degrado ambientale che gli umani producono con i loro rifiuti, scarti, consumi sul territorio e tutte le matrici ambientali, per trasformarlo in una proposta di riuso-riciclo- risparmio.
Un banchetto impegnativo, quello allestito con l’aiuto di Lia, con materiale informativo del coordinamento regionale sanità e del coordinamento contro l’inceneritore di Albano, da anni impegnati per la difesa della sanità pubblica e dei territori in cui abitiamo, contro la devastazione e la messa a profitto della sanità e dell’ambiente.
Particolarmente sentito e partecipato il dibattito e la proiezione dei cortometraggi ideati e condotti da Carmen Porcelli e Nicola Fabrizio, «Ricostruire il Paesaggio. Fatti e memorie dal recente passato», il terzo segmento del documentario sulla storia del borgo di Campoverde, dal titolo «Da Castel Mirteto a Campoverde: le tracce del passato sepolte dall’industrializzazione», che hanno visto la partecipazione dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Aprilia, l’ingegner Roberto Boi, sostenitore del progetto di un Parco Archeologico ad Aprilia e “Museo diffuso”, ed il paletnologo Prof. Michelangelo La Rosa, che ha illustrato le tracce della presenza dell’uomo e degli animali in epoca preistorica a Campoverde. Durante i lavori di rettificazione di un affluente del fosso Pane e Vino, tributario del fiume Astura fu rinvenuto un giacimento pleistocenico, i cui depositi contenenti i materiali archeologici sono stati correlati a 250 mila anni fa. I ritrovamenti comprendono una grande quantità di frammenti ossei fossilizzati e numerosi manufatti litici. Unitamente ai ritrovamenti al Laghetto del Monsignore e alla vicinanza con il sito archeologico di Satricum, alle importanti tracce di ville e costruzioni di pregio di epoca romana confermano che Aprilia e Campoverde non erano originariamente ricoperti dalla palude.
Insomma, una fucina di idee, quelle di Aprilia Libera, messe insieme solo da una grande volontà di tutelare la salute della gente, il territorio, la bellezza dei luoghi, gravemente minati dall’inquinamento e dal degrado. Con fatica, ma l’unione fa la forza…e il coraggio! Vi aspettiamo oggi per la chiusura dell’evento e preparatevi alla prossima iniziativa di dicembre “Aspettando Natale a Campoverde”