FATTURE FALSE E SEQUESTRI A CISTERNA: DEL PRETE NON SI DIMETTE E MANTINI LO DIFENDE

Lino Del Prete
Lino Del Prete

Cisterna, il Sindaco Valentino Mantini resiste: per ora, nonostante il sequestro milionario, l’assessore all’Ambiente Lino Del Prete non si dimette

Ci ha messo quasi un’ora in consiglio comunale, il primo cittadino Valentino Mantini, dopo aver snocciolato le sue fluviali comunicazione, per dire che Lino Del Prete, l’assessore all’Ambiente scelto da lui la scorsa primavera, al momento non si muove dalla Giunta. Resta assessore con buona pace dell’opportunità politica di avere un assessore all’ambiente, la cui società da lui fondata, la Fdp Metal, secondo la Finanza, era il terminale di una frode milionaria con tanto di fatturazioni false e società cartiere. Senza contare, aspetto più preminente, è che tale società, per cui Del Prete non avrebbe più ruoli operativi, si occupa di ambiente, commerciando in rottami metallici.

L’indagine che ha portato al sequestro milionario, tra cui una una mega villa al centro di Cisterna riconducibile al figlio dell’assessore, Nicola Del Prete, non porterà, al momento, alle dimissioni dell’assessore all’Ambiente Lino Del Prete, personaggio politico di centrodestra (per lui hanno bisticciato i pesi massimi laziali di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini e Enrico “Fratone” Tiero, amico personale di Del Prete), ma vicino a uno dei pochi sindaci Dem rimasti nella provincia di Latina.

“È il figlio dell’assessore Lino Del Prete ad essere indagato – ha detto Mantini – Del Prete si è dichiarato estraneo, non è stato raggiunto da nessun provvedimento giudiziario. Da qui dobbiamo partire. Le nostre premesse sono legate alle ragioni di opportunità politica. È più che evidente il lavoro che ha fatto l’assessore alla Cisterna Ambiente. L’assessore è presente dalle ore 6 dal mattino alla Cisterna Ambiente con gli operai e il figlio dell’assessore non può ledere l’immagine del Comune. Lino Del Prete è stata una mia precisa ed esclusiva scelta. Si è messo a disposizione e farà tutto quello che l’amministrazione dirà di fare. Farò le valutazioni con la maggioranza che mi sostiene”.

Dopo queste dichiarazioni, il sindaco ha dato la parola ai consiglieri comunali. Da rilevare che sin da ieri, quando è emersa la circostanza della indagine della Finanza, nessuno dall’opposizione di Cisterna ha emesso un sibilo. Silenzio tombale, anche in consiglio comunale, a cominciare dal consigliere comunale e regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Sambucci.

Sul lato penale, dopo il sequestro eseguito lo scorso 30 luglio dai finanzieri, martedì scorso è stato discusso il ricorso al Riesame per il dissequestro. A presentarlo anche la Fdp Metal srl, difesa dall’avvocato Massimo Frisetti. Un ricorso discusso solo a settembre in quanto dopo il 30 luglio, giorno del sequestro (ordinato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri a maggio), è scattato il periodo estivo e non era più possibile discutere davanti al Riesame di Roma.

La decisione del Riesame arriverà probabilmente all’inizio della prossimo settimana.

L’INCHIESTA – Beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma – in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei riguardi di 2 società e di 15 persone. Una delle due società coinvolte è riconducibile a Nicola Del Prete, figlio dell’assessore all’ambiente del Comune di Cisterna, Lino Del Prete. Si tratta della Fdp Metal srl che Lino Del Prete ha fondato e per cui, dal 1990 al 2020, è stato responsabile tecnico della gestione dei rifiuti.

La comunicazione dell’operazione della Guardia di Finanza è stata data lo scorso 16 settembre, ma in realtà il sequestro è avvenuto lo scorso 30 luglio. Forse, è per questo motivo che nessuno ieri, negli ambienti politici di Cisterna, sapeva dire qualcosa in merito, tanto più che, all’ora di pranzo, c’è stata una riunione della Giunta del Sindaco Valentino Mantini dove era presente Lino Del Prete. Nessun riferimento è stato fatto all’operazione che ha coinvolto Cisterna, anche perché era avvenuta un mese e mezzo prima. La nomina di Del Prete fu oggetto di critiche e piuttosto discutibile in quanto l’assessore, pur essendo fuori dagli affari della società, ossia non avendo più ruoli operativi, rappresenta pur sempre un imprenditore privato con un passato nell’ambito dei rifiuti e, quindi, nel settore ambientale.

Gli indagati sono accusati dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.

Dalle indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, guidati dal Capitano Cristiano Simonitti, corroborate dalle movimentazioni sui conti correnti bancari è emerso un vorticoso giro di fatture false, emesse da soggetti economici privi di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze, preordinato a consentire alle due società, operanti tra Roma (alla Magliana) e Cisterna di Latina (la società di Del Prete) nella commercializzazione di rottami metallici, la maturazione di un ingente credito IVA e l’abbattimento del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, con un risparmio quantificabile in oltre 4 milioni di euro. Le società operavano tra Roma, Anzio, Nettuno e Cisterna di Latina.

Il provento della frode fiscale veniva successivamente drenato dai conti correnti delle due società beneficiarie con prelevamenti in contanti. Il sistema fraudolento prevedeva l’emissione da parte delle società coinvolte, di documenti di trasporto falsi che attestavano movimenti di automezzi in realtà mai avvenuti. In diversi casi nei formulari veniva indicato uno stesso autotrasportatore che aveva effettuato nello stesso momento due viaggi in due diverse province (in un caso a Viterbo e Latina). 

L’auto sequestrata a Cisterna di Latina

Dagli accertamenti è inoltre emerso che alcuni dei soggetti economici coinvolti avevano fruito indebitamente di contributi pubblici pari a 250.000 euro, erogati per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza pandemica da Covid. Le fatture false servivano alle due società, una delle quali aveva, per l’appunto, l’unità operativa a Cisterna di Latina, pur con sede legale a Roma.

Gli elementi raccolti hanno consentito di ottenere dall’Autorità Giudiziaria l’emissione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte evase che ha riguardato quattro immobili ubicati a Cisterna di Latina, tra cui una villa, una barca, orologi di lusso, auto e moto d’epoca, nonché i saldi dei conti correnti bancari. Durante le perquisizioni presso le abitazioni degli imprenditori sono stati rinvenuti circa 150.000 in contanti e 9 orologi Rolex, Cartier, Tudor e Panerai.

La villa al centro di Cisterna oggetto di sequestro

Il meccanismo fraudolento era imperniato sui due gruppi imprenditoriali distinti: uno con sede operativa alla Magliana (la cui attività è cessata nel 2023), l’altro con sede operativa a Cisterna. Una vera e propria piramide con alla base sei società che emettevano fatture false per operazioni inesistenti, i cui titolari erano meri prestanome, tra cui anche alcuni “senza fissa dimora” e persone che campano di espedienti. Tali società emettevano le fatture false verso una società filtro, gestita da un uomo e una donna (di fatto una coppia di conviventi), che risiedeva fino a poco temp fa ad Anzio e ha poi spostato la sua residenza a Cisterna.

Gli acquisti simulati eseguiti dalla società filtro servivano ad emettere fatture false sia per la società romana che per quella di Cisterna. Gli investigatori della Finanza hanno scoperto che nel giorno in cui usciva il bonifico, non appena veniva ricevuto da una delle sei società alla base della piramide, la società filtro bonificava a sua volta alle sei società. Di fatto, erano i titolare della società filtro, successivamente, a prelevare in contanti i proventi della frode. Peraltro, almeno tre delle società finite sotto indagine hanno ricevuto fondi derivanti da contributi Covid.

Durante il sequestro, i finanzieri hanno trovato a Roma, nella disponibilità di uno dei due imprenditori principali, contanti per 150mila euro. A Cisterna, oltreché alla villa sequestrata a Del Prete, sono finiti sotto chiave anche due locali commerciali nella zona industriale, una Porsche e un Harley Davidson.

Articolo precedente

“I GIORNI DELL’ APPIA. OLTRE L’UNESCO”: IL PROGRAMMA DI EVENTI DELLA PROVINCIA DI LATINA

Articolo successivo

GALLERIA CIVICA A LATINA, LA GIUNTA APPROVA IL PROGETTO PER LA RIAPERTURA

Ultime da Politica