Le famiglie dei ragazzi ospiti dei centri diurni di Latina sul piede di guerra.Annalisa Muzio di Fare Latina e Adriano Percoco, genitore di un ragazzo disabile: “Una situazione assurda decisa a pochi giorni dal voto. Il nuovo sindaco dovrà modificare il regolamento che va a discapito dei ragazzi disabili e delle loro famiglie”
Un regolamento, quello che riguarda i CDDA, i Centri Diurni per Disabili Adulti, approvato con delibera del 13 aprile scorso, deciso dal Commissario Prefettizio e già entrato in vigore, che riguarda le persone con disabilità dai 18 ai 60 anni e che già sta creando diversi problemi alle famiglie che hanno a carico ragazzi con disabilità gravi e gravissime che da diversi anni, ormai, non possono più fare affidamento sui centri diurni di Latina.
Centri chiusi dall’ex sindaco di Latina, Damiano Coletta, per mancanza di agibilità e mai più riaperti anche se i ragazzi, nel frattempo, sono stati ospitati in strutture provvisorie. Ora arriva il nuovo regolamento che prevede, tra le altre cose, quote di compartecipazione mensile, in base al reddito, con l’esenzione prevista solamente per gli utenti con un ISEE inferiore a 2.582,28 euro. Un reddito talmente basso per cui pochissime famiglie risulteranno esenti dal pagamento del ticket mensile, con la seconda fascia da 150 euro che scatta per tutti coloro che sono al di sotto di 13.000 euro.
“Siamo all’inverosimile – afferma Annalisa Muzio. I centri diurni dovrebbero essere garantiti, gratuitamente, a tutte le famiglie con ragazzi e adulti disabili che già vivono, da quasi tre anni, una situazione precaria con i loro cari ospitati in strutture temporanee che certo non sono i luoghi più idonei dove trascorrere le loro giornate. Aiutare, almeno in questo, famiglie che già vivono grandi difficoltà di gestione quotidiana credo sia davvero il minimo che un comune debba assicurare a chi vive in una città civile. Tra l’altro l’approvazione di un nuovo regolamento ad un mese dalle elezioni (l’approvazione risale allo scorso 13 aprile) mi lascia interdetta. Domenica e lunedì prossimo si andrà a votare e mi sembra giusto che a decidere delle sorti di così tante famiglie possa essere il nuovo sindaco, ovvero chi guiderà la nostra città per i prossimi 5 anni e chi, dunque, dovrà potere ridisegnare una città nuova e soprattutto inclusiva. Per tale motivo ho subito condiviso il problema con Matilde Celentano la quale si è messa immediatamente a disposizione. Come mamma, e a nome di tutto il nostro movimento civico Fare Latina, vogliamo dare voce a queste famiglie; lo abbiamo fatto lo scorso anno denunciando la mancata riapertura di alcuni centri diurni per cui non si riesce a vedere la fine dei lavori e lo facciamo oggi condividendo le parole di Adriano Percoco, papà premuroso di Fabrizio, una persona con cui, ormai da tempo, condividiamo successi e sconfitte di una battaglia quotidiana per assicurare a tutti i ragazzi grandi come Fabrizio, e alle loro famiglie, una vita giusta e dignitosa. Se rieletta sarà mio preciso impegno, insieme a Matilde Celentano e alla squadra di centrodestra, occuparmi subito di questa questione stante la necessità di fare di Latina una città attenta alle problematiche dei disabili e sicuramente più inclusiva rispetto a come è oggi”.
“Per noi genitori – aggiunge Adriano Percoco – il nuovo regolamento dei Centri Diurni per Disabili Adulti è stata davvero una brutta novità come se non bastassero tutti i problemi che, quotidianamente, ci troviamo a dovere affrontare. Tra le cose inserite con questo regolamento c’è anche quella che gli ospiti di questi centri non dovranno avere patologie psichiatriche e disturbi del comportamento incompatibili con la vita comunitaria e potranno essere dimessi dalle strutture per diversi motivi – cita il regolamento – ad esempio per assenze prolungate oppure per il mancato pagamento delle rette mensili. E allora mi chiedo – aggiunge Percoco – chi stabilirà l’incompatibilità con la struttura? Chi giudicherà se un disabile è veramente incompatibile con la vita comunitaria? Se non fossero adulti con disabilità non avrebbero bisogno delle strutture. Non entro in tutti gli altri aspetti del nuovo regolamento perché consta di 21 articoli e sarebbe troppo lungo andare a esaminarli tutti, ma una domanda sorge spontanea: un Commissario non dovrebbe gestire solo la normale amministrazione? Questo è un regolamento destinato a cambiare la sorte dei ragazzi disabili per gli anni a venire, non sarebbe stato più opportuno interessare il nuovo sindaco che sarà eletto domenica prossima? Aggiungo che in ogni centro sono stati eletti i rappresentanti dei genitori ai quali non è stata fatta menzione del nuovo regolamento, tutti ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto.
Vorrei aggiungere – continua ancora Adriano Percoco – che i centri sono stati il frutto di un lavoro minuzioso e certosino nato dalla collaborazione tra le famiglie, che avevano la necessità di un punto di aggregazione per i loro figli, con l’allora Assessore ai servizi sociali Fabrizio Cirilli. Ora i genitori che hanno ottenuto i centri e che accudiscono i loro ragazzi per tutto l’anno con amore e dedizione non contano più nulla? Questo va ad aggiungersi al fatto che, nel giugno 2020, le sedi dove i nostri ragazzi trovavano i loro spazi vitali erano state chiuse, il centro minori di via Legnano e quello per adulti di via Mugilla forse, dopo tre anni, vedranno la riapertura fra qualche tempo e gli altri? Dico forse – afferma ancora Adriano Percoco – perché un anno fa uno dei responsabili dei lavori ci fece vedere lo stato di avanzamento delle realizzazioni che erano state eseguite nei due centri assicurandoci la riapertura a maggio 2022, riapertura mai avvenuta. Per gli altri, Casal Delle Palme e Tamerici, ancora nulla. Una chiusura decisa per mancanza di agibilità degli edifici come se a Latina ci fosse qualche scuola che è in possesso di questa certificazione!
Preciso inoltre che la società ABBOTT – conclude Percoco – aveva investito una cospicua somma, nel 2017, per ammodernare la sede Tamerici con la possibilità di ospitare alcuni ragazzi anche di notte. Poi, anche qui, il nulla e a pagare siamo sempre noi familiari vittime, oggi, delle decisioni di commissario in partenza per altri lidi”.