Truffa aggravata alla ASL di Latina e falso: assolto dal giudice monocratico un medico in servizio a Minturno
Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, ha assolto A.D.D. (le sue iniziali), assistito dagli avvocati Vincenzo Macari ed Alessandro De Meo, all’epoca dei fatti medico dipendente dell’ASL di Latina, presso l’Ospedale di Minturno, dai reati di truffa aggravata ai danni dell’ASL di Latina e di falso ideologico.
Secondo l’impostazione accusatoria, il medico, in servizio presso il presidio ospedaliero minturnerse, nel 2016 e nel 2017 avrebbe falsamente dichiarato di non trovarsi in situazioni di incompatibilità con l’attività svolta alle dipendenze dell’A.S.L. di Latina, mentre, invece, lo stesso prestava servizio presso altra struttura termale convenzionata con il servizio sanitario nazionale.
In tal modo, sempre ad avviso degli inquirenti, il medico avrebbe indotto in errore la ASL di Latina, procurandosi l’ingiusto profitto, quantificato in 33mila euro – derivante dallo svolgere contemporaneamente due attività incompatibili tra loro, così illegittimamente percependo una cospicua somma derivante dall’effettuazione del doppio lavoro. Da detti fatti nasceva la contestazione dell’ipotesi di truffa aggravata, oltreché alla falsa attestazione nelle rispettive autodichiarazioni.
Il medico, assistito dagli avvocati De Meo e Macari, per il tramite di numerose testimonianze di propri colleghi, è riuscito a dimostrare che nei fatti non vi era alcuna situazione di incompatibilità tra l’incarico presso il locale nosocomio e la collaborazione autonoma con struttura termale del comprensorio, in quanto detta incompatibilità sarebbe maturata solo se l’imputato avesse svolto prestazioni mediche nei confronti dei propri assistiti e mutuati, circostanza emersa come assolutamente insussistente nel corso del dibattimento.
É emerso, infatti, che l’imputato legittimamente svolgeva l’attività di medico generico presso struttura termale nei confronti di soggetti con i quali non aveva alcun rapporto di assistenza, considerato che, svolgendo con l’ASL di Latina un incarico di continuità assistenziale, non poteva in alcun modo avere, né aveva, pazienti propri.
Da ciò l’inesistente incompatibilità dalla quale è derivata l’assoluzione, per non aver commesso il fatto, dalle gravi imputazioni che erano state ascritte al medico dalla Procura di Latina, così liberandolo da un procedimento durato circa sette anni. Il giudice Romano si è riservato le motivazioni della sentenza in 90 giorni.