False fatturazioni tra Cisterna di Latina e Roma: il Tribunale del Riesame di Roma si è espresso sul ricorso presentato dalla società Fdp Metal srl
Il Riesame di Roma ha disposto il dissequestro dei beni mobili e immobili della società Fdp Metal srl, assistita dall’avvocato del Foro di Latina, Massimo Frisetti. l’impresa ha sede legale a Roma, ma la sua unità operativa è a Cisterna di Latina, riconducibile alla famiglia Del Prete, dove svolge la sua attività nel campo dei rifiuti.
Il legale rappresentate della società che si occupa di rottami metallici è, come noto, Nicola Del Prete, figlio dell’assessore all’ambiente del Comune di Cisterna, Pasquale Del Prete detto Lino. Del Prete junior, invece, discuterà il suo ricorso al Riesame il prossimo 27 settembre.
Il collegio del Riesame, composto dai giudici Filippo Steidl, Fabio Mostarda e Federica Albano, ha annullato il sequestro, stabilendo la restituzione avente diritto per difetto di motivazione periculum. Il valore dei beni dissequestrati ammonta a circa 1,7 milioni di euro.
Il sequestro disposto a maggio dal Tribunale di Velletri, su richiesta della Procura, è stato eseguito lo scorso 30 luglio dai militari della Guardia di Finanza di Nettuno, agli ordini del Capitano Cristiano Simonitti. La circostanza è emersa solo un mese e mezzo dopo, esattamente il 16 settembre, così da avere ripercussioni politiche in quanto l’assessore Lino Del Prete, membro della Giunta del Sindaco del Partito Democratico, Valentino Matini, ha dovuto rendere conto della vicenda, essendo fondatore della Fdp Metal srl e avendo avuto un ruolo operativo fino al 2020.
Il primo cittadino di Cisterna, Valentino Mantini, nel consiglio comunale di giovedì scorso, ha rivendicato la scelta di Del Prete come assessore all’Ambiente, arrivato in Giunta la scorsa primavera. Al momento, l’imprenditore, già in Forza Italia e molto vicino al consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico “Fratone” Tiero, non si muove dalla Giunta. Resta assessore con buona pace dell’opportunità politica di avere un assessore all’ambiente, la cui società (da lui fondata), la Fdp Metal, secondo la Finanza, era il terminale di una frode milionaria con tanto di fatturazioni false e società cartiere intestate a senza fissa dimora. Senza contare, aspetto più preminente, è che tale società, per cui Del Prete non avrebbe più ruoli operativi, si occupa di ambiente, commerciando in rottami metallici.
L’indagine che ha portato al sequestro milionario, tra cui una una mega villa al centro di Cisterna riconducibile al figlio dell’assessore, Nicola Del Prete, non porterà, quindi, alle dimissioni dell’assessore. Un uomo politico evidentemente intoccabile, considerato che nessuno da parte dell’opposizione – né Fratelli d’Italia, né Lega – ha osato nominarlo in consiglio comunale dopo la difesa pubblica del Sindaco Matini. Intoccabile da centrodestra e centrosinistra – la Giunta è composta anche dai 5Stelle -, ossia il contrario di Giorgio Libralato, il tecnico ambientalista che, messo alla Presidenza di Cisterna Ambiente, è stato cacciato in malo modo, senza motivazioni sostanziali. Come se le politiche ambientali di Cisterna fossero passate dalla competenza al conflitto d’interessi in potenziale.
Gli indagati sono accusati dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Il meccanismo fraudolento era imperniato sui due gruppi imprenditoriali distinti: uno con sede operativa alla Magliana (la cui attività è cessata nel 2023), l’altro con sede operativa a Cisterna. Una vera e propria piramide con alla base sei società che emettevano fatture false per operazioni inesistenti, i cui titolari erano meri prestanome, tra cui anche alcuni “senza fissa dimora” e persone che campano di espedienti. Tali società emettevano le fatture false verso una società filtro, gestita da un uomo e una donna (di fatto una coppia di conviventi), che risiedeva fino a poco temp fa ad Anzio e ha poi spostato la sua residenza a Cisterna.
Gli acquisti simulati eseguiti dalla società filtro servivano ad emettere fatture false sia per la società romana che per quella di Cisterna. Gli investigatori della Finanza hanno scoperto che nel giorno in cui usciva il bonifico, non appena veniva ricevuto da una delle sei società alla base della piramide, la società filtro bonificava a sua volta alle sei società. Di fatto, erano i titolare della società filtro, successivamente, a prelevare in contanti i proventi della frode. Peraltro, almeno tre delle società finite sotto indagine hanno ricevuto fondi derivanti da contributi Covid.
Durante il sequestro, i finanzieri hanno trovato a Roma, nella disponibilità di uno dei due imprenditori principali, contanti per 150mila euro. A Cisterna, oltreché alla villa sequestrata a Del Prete, sono finiti sotto chiave anche due locali commerciali nella zona industriale, una Porsche e un Harley Davidson.
Il Riesame, però, ha dissequestrato i beni della Fdp Metal srl. Tra un mese, con la lettura delle motivazioni, si capirà quanto l’impianto accusatorio avrà retto.