EX SANI-SALVEMINI: ALTRA BEFFA PER IL COMUNE DI LATINA, ORA LA PROVINCIA CHIEDE LE SPESE DI LITE

Ex Istituto Sani-Salvemini in Viale Le Corbusier

Contenzioso edilizio tra una società privata, il Comune di Latina e la Provincia: ora l’ente di via Costa chiede a Piazza del Popolo i soldi

Non è ancora finita la storia intricata e bizzarra dell’ex Istituto Sani-Salvemini finito al centro di un contenzioso tra Comune di Latina e Provincia di Latina da una parte e la società Aster dall’altra.

La Giunta municipale di Latina ha deliberato, a giugno 2022, il ricorso davanti alla Corte d’Appello contro una sentenza del Tribunale civile di Latina che definire sfavorevole è un pallido eufemismo.

La storia viene riassunta molto bene dalla stessa delibera che delinea il quadro in cui è andata a concretizzarsi la soccombenza non solo del Comune di Latina ma, soprattutto, della Provincia verso la quale la causa era stata intentata dalla società privata Aster Costruzioni Edili srl.

Solo che in quella stessa sentenza risalente al maggio 2022, contro la quale anche la Provincia ha fatto appello, il Tribunale calcolava le spese di lite da corrispondere dal Comune alla medesima Provincia nella somma di 23.989 euro. Soldi che l’ente di Via Costa, tramite una ordinanza del Presidente Gerardo Stefanelli datata 31 ottobre, reclama al Comune di Latina che non l’ha ancora versati e per tale ragione è stata nominata l’avvocato della Provincia, Claudia Di Troia, per proporre l’azione esecutiva a carico di Piazza del Popolo.

Il contenzioso promosso dalla Aster Costruzioni Edili srl era rivolto contro l’ente della Provincia di Latina chiamata a rispondere della “prospettata violazione delle distanze cui sono seguiti l’arresto dei lavori in corso di svolgimento, la rimodulazione del progetto originario, quindi le connesse perdite economiche“.

La Provincia di Latina, a sua volta, ha chiamato in causa il Comune di Latina per essere da questo manlevato in caso di condanna. Una condanna che, successivamente, è arrivata.

La vicenda, che si perde nella notte dei tempi, si ricollega agli atti in ragione dei quali tanto l’Aster che la Provincia sono state autorizzate dal Comune di Latina all’effettuazione di interventi di edificazione insistenti nello stesso ambito territoriale – Comparti edificatori limitrofi in Zona Centro Direzionale di Piano Regolatore Generale. La Provincia di Latina, su un’area assegnata dal Comune di Latina, ottenne i titoli per la realizzazione dell’ormai ex Istituto Sani Salvemini: per anni scuola, successivamente, in era pandemica, presidio sanitario dove fare i tamponi per rilevare il Covid, e al momento futura (o sarebbe meglio dire futuribile se non improbabile) sede dei Vigili del Fuoco di Latina. La Aster, invece, ottenne, previa Convenzione stipulata con il Comune di Latina per l’attuazione dei criteri perequativi, il titolo per la realizzazione di un edificio commerciale e degli uffici.

Avviati i lavori per la scuola, la società privata si rese conto che qualcosa, dal loro punto di vista, non andava, tanto da richiedere al Tribunale di Latina la nomina di un consulente tecnico il quale, all’esito degli accertamenti, constatò lo sconfinamento da parte della Provincia nella costruzione della scuola. Lo sconfinamento, secondo il privato, inficiava i lavori per l’edificio commerciale e gli uffici così da renderli inattuabili.

Ecco perché, “in ragione di tale immutazione dei luoghi”, la società chiese e ottenne dal Comune di Latina l’adozione di una variante, con riduzione del volume realizzabile sul lotto di Viale Le Corbusier e il riconoscimento della volumetria residua su un altro lotto, compreso di nuove possibilità edificatorie di cui, però, la Aster non si è avvalsa.

Infatti, nell’ormai avviato contenzioso tra il privato e la Provincia, il Tribunale di Latina ha ravvisato la necessità di procedere ad un nuovo accertamento tecnico relativamente alla violazione delle distanze legali. Una verifica che ha ritenuto provata la responsabilità della Provincia così da condannarla a “risarcire la Società per i danni connessi alla ridotta capacità edificatoria del terreno e alle spese dalla medesima sostenute per la realizzazione di fondamenta sproporzionate rispetto alla sovrastante volumetria realizzabile“.

Un risarcimento rilevante pari a 1.543.687,80 euro più gli interessi. Ma non era finita perché, pur non essendo chiamato in giudizio dal privato, il Tribunale civile, facendo proprie le considerazioni del consulente, ha riconosciuto responsabile anche il Comune per aver ratificato l’operato della Provincia di Latina “assentendone i Progetti non conformi alla normativa di settore”. Nonostante lo sconfinamento e quindi l’abuso, secondo il Tribunale, il Comune ha “assentito” affinché i lavoro per l’edificio scolastico andassero avanti.

Ecco perché, il Tribunale di Latina ha condannato il Comune di Latina al pagamento in favore della Aster della metà delle somme liquidate: ossia 771.843,90 euro. A rimetterci però è solo il Comune di Latina, in quanto la Provincia, vendendo l’area al Ministero dell’Interno, per il progetto mai realizzato della sede dei Vigili del Fuoco, ha incassato all’epoca dei fatti la somma di 3 milioni. Per il Comune, che ora deve pagare anche le spese di lite, una beffa di porta storica.

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