“Ancora una forzatura politica in Consiglio Comunale senza adeguate spiegazioni, questa volta in materia urbanistica: unico voto contrario quello del M5S”
Dalla maggioranza totale indifferenza per l’impatto ambientale derivante dalla demolizione dell’ex-Icos e per l’inclusione sociale: Stralciato il Ponte ciclopedonale di connessione tra i quartieri che incideva meno di un decimo del costo dell’intera opera.
“Lo scorso 8 agosto in Consiglio Comunale è andata in scena l’ennesima forzatura politica della maggioranza Celentano, questa volta in materia di urbanistica. Con l’approvazione della delibera n. 105/2025, nonostante la rimodulazione radicale del progetto PINQUA per il quartiere Q4 approvata con delibera di Giunta, è stata reiterata la dichiarazione di sussistenza di pubblico interesse necessaria per ottenere la variante urbanistica in deroga, ai sensi dell’art. 14 del DPR 380/2001.
Tuttavia, quel “pubblico interesse” oggi non esiste più nei termini in cui era stato riconosciuto nel 2022, perché il progetto è stato radicalmente modificato”.
Lo dichiara la consigliera comunale del MoVimento 5 Stelle, Maria Grazia Ciolfi, che ha espresso voto contrario alla delibera, denunciando in aula le troppe criticità tecniche, politiche e ambientali della rimodulazione, senza che siano state fornite adeguate motivazioni, nonostante le reiterate richieste di spiegazioni.
Con la delibera 99/2025 è stata approvata la dichiarazione di sussistenza del pubblico interesse di cui tutta la maggioranza è fermamente convinta, ma su cui il M5S continua a nutrire dubbi, mai chiariti in consiglio nonostante le puntuali richieste e le domande rivolte all’assessora Muzio, che nel suo intervento non ha riferito sulla questione del pubblico interesse, pur costituendo parte fondamentale del deliberato.
“Il pubblico interesse – afferma Ciolfi – non può essere considerato un mero passaggio burocratico per sbloccare procedure urbanistiche. Deve essere dimostrato, motivato, documentato. E oggi, con un progetto impoverito, spezzato e privo di coesione sociale, a mio avviso potrebbe non essere più sussistente”.
“Nel 2022 – spiega Ciolfi – il commissario prefettizio, con una deliberazione con i poteri del Consiglio, aveva dichiarato la sussistenza del pubblico interesse per consentire la variante urbanistica in deroga e realizzare un progetto di forte impatto sociale e urbano: sovrappasso ciclo-pedonale sulla Pontina, torre con alloggi a canone calmierato, parco dinamico. Oggi invece quel progetto è stato completamente stravolto: quelle opere non sono più finanziate e sono state relegate in un ipotetico secondo stralcio che chissà se sarà mai realizzato. Eppure si continua a invocare il medesimo interesse pubblico. È una deroga sulla deroga, senza averla motivata con adeguata trasparenza né coerenza. Il commissario straordinario aveva dichiarato la sussistenza del pubblico interesse all’esito di una conferenza di servizi interna al Comune che aveva coinvolto, oltre all’Urbanistica, i Servizi attività produttive, SUE, SUAP, Servizio trasporti e mobilità, Patrimonio, Welfare, Cultura e Scuole, Decoro e qualità urbana, insomma l’intera struttura comunale, a conferma della complessità che ruota intorno a questa deliberazione. Dopo la radicale rimodulazione al ribasso del progetto, l’amministrazione Celentano ha invece ritenuto di poter tornare in Consiglio e reiterare il pubblico interesse tal quale, senza conferenza di servizi e senza motivazioni aggiuntive che ne spiegassero la sussistenza anche dopo la rimodulazione, senza i fondi per realizzare il ponte ciclopedonale – vero elemento innovativo e di cucitura strutturale, architettonica e sociale dell’intero progetto – né per la costruzione dei 40 alloggi a canone calmierato”.
Il caso dell’ex ICOS è il simbolo di questo fallimento: “Parliamo di un edificio costato alla collettività oltre 4 milioni di euro sotto l’amministrazione Zaccheo, tra acquisto e lavori, mai utilizzato e oggi demolito senza che sia mai stata valutata seriamente un’alternativa di recupero. Un’enorme quantità di rifiuti speciali, e in cambio cosa otteniamo? Una piastra prefabbricata in legno al posto della torre di 11 piani dove dovevano essere realizzati i 40 alloggi a canone calmierato, perdendo l’effettivo ruolo sociale e senza alcuna visione urbanistica”.
“Abbattere un edificio non è un atto neutro: significa produrre tonnellate di rifiuti speciali, trasportarli e smaltirli. È un’operazione ad altissimo impatto ambientale – spiega Ciolfi –. Con il MoVimento 5 Stelle siamo assolutamente contrari a demolizioni di questo tipo se non è stata fatta una preventiva verifica sulla possibilità di recupero o rifunzionalizzazione dell’immobile. Qui invece si è preferito farsi le foto al taglio del nastro dell’abbattimento, spacciandolo per obiettivo raggiunto, quando per noi è un danno alla città, non una vittoria”.
L’altra criticità riguarda la questione economica della rimodulazione, che prevede costi lievitati anche fino al triplo per alcune parti, mentre gli interventi più significativi sono stati stralciati.
“Non è possibile votare una rimodulazione che riduce gli interventi a meno del 40% rispetto all’originale e aumenta i costi: da 15 milioni a 16,5 milioni di euro. Una valutazione macroscopica ci dice che 16,5 milioni di euro siano un costo enorme per la sola demolizione di un immobile, la costruzione di una piastra prefabbricata in legno per servizi e la sostituzione degli infissi a 356 appartamenti ATER. Peraltro, dalla lettura dei documenti allegati agli atti emerge che il costo complessivo del ponte, con il prezzario aggiornato, fosse di 1,2 milioni, neanche un decimo dell’intero progetto. Perché dunque stralciare questo elemento essenziale? Perché il Comune ha accettato questa rimodulazione proposta da ATER e non ha sottolineato che il pubblico interesse fosse saldamente legato a quell’opera? È chiaro che la scelta è stata politica, ma contempla delle responsabilità che vanno spiegate, in primis ai cittadini”.
“Questo modo di procedere, negando le legittime spiegazioni che avevo richiesto in Aula su questioni complesse come il pubblico interesse o la rimodulazione milionaria di un progetto per la città, appare poco trasparente e potenzialmente dannoso. Il MoVimento 5 Stelle continuerà a vigilare su ogni procedura, soprattutto quando non vengono forniti tutti i chiarimenti richiesti. Abbiamo ritenuto impossibile votare alla cieca un progetto stravolto, meno ambizioso, privo di garanzie sostenute da convenzioni o vincoli espressamente deliberati riguardo alla destinazione degli appartamenti all’housing sociale, e per di più a costi più elevati. Queste le motivazioni – conclude la consigliera Ciolfi – che mi hanno condotto a esprimere il solo voto contrario dell’assise comunale sulla delibera”.
Così, in una nota, la consigliera comunale e capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Maria Grazia Ciolfi.