EX CAVA PETRIANNI: SCONTRO AL TAR TRA EREDI E COMUNE PER LA RIMOZIONE DEI RIFIUTI

Ex cava Petrianni a Sezze
Ex cava Petrianni a Sezze

Sezze: il Commissario prefettizio ordina la rimozione dei rifiuti inerti presso l’ex-cava Petrianni, gli eredi ricorrono al Tar

La decisione del Commissario straordinario di Sezze Raffaele Bonanno fu presa il 15 aprile scorso tramite un’apposita ordinanza che intimava ai proprietari dell’ex cava Petrianni di rimuovere i rifiuti nel termine di 30 giorni dalla data, senza arrecare danni alle evidenze archeologiche presenti. Il sito, come noto, è denominato “Monumento Naturale Fosso Brivolco e superfici calcaree con impronte di dinosauri”. Le orme di dinosauro risalgono a 95 milioni di anni fa e la Regione Lazio, a gennaio 2021, ha erogato 100mila euro destinati a realizzare i primi interventi di messa in sicurezza della parete rocciosa e per proteggere le orme oltreché acquisire l’area.

Fatto sta che, ad aprile, come detto, il Commissario Bonanno aveva disposto l’ordinanza nei confronti dei proprietari al fine di rimuovere i rifiuti dopo che, il 18 marzo 2021, i funzionari della Regione, recandosi presso il sito del “Monumento Naturale Fosso Brivolco”, avevano rilevato “movimenti di terra effettuati di recente che hanno determinato l’accumulo di accumuli di notevoli dimensioni costituiti in larga parte da inerti”.

Il commissario aveva fissato un tempo massimo: entro trenta giorni, a proprie spese, i proprietari dell’area avrebbero dovuto rimuovere i rifiuti
presenti, senza arrecare danni alle evidenze archeologiche e alla gestione dello smaltimento dei rifiuti. Il 19 maggio 2021, il legale di fiducia degli eredi di Luigi Petrianni — i signori Orietta Battaglia, Renata Petrianni, Giovanni Petrianni e Pietro Petrianni – nella persona dell’avvocato del Foro di Latina, Pasquale Musto, aveva protocollato una nota al Comune di Sezze con un piano di interventi e una richiesta di proroga per tre mesi.

Un piano di interventi accolto dal Commissario il quale, però, disponendo un’altra ordinanza il 22 maggio, accettava una proroga di due mesi rispetto ai tre proposti dagli eredi.

È evidente che qualcosa sia andato storto, dal momento che gli eredi Petrianni, se in un primo momento sembrava volessero adempiere alle ordinanze del Commissario, hanno presentato nei termini previsti dalla legge due ricorsi al Tar del Lazio, sempre attraverso l’avvocato del Foro di Latina, Pasquale Musto, che chiede l’annullamento delle due ordinanze: quella del 15 aprile e quella del 22 maggio con cui veniva stabilita la rimozione degli inerti a spese degli eredi.

Una rimozione dei rifiuti che però occorre al più presto eseguire come conferma una nota del 15 luglio scorso da parte del Comandante della Polizia Locale il quale ha espresso la necessità dell’Ente di costituirsi in giudizio, “al fine di esporre adeguatamente le ragioni dell’Ente, ed addivenire alla bonifica del sito, come richiesto dai funzionari della Regione Lazio”.

Ecco perché, il Commissario Bonanno, lo scorso 26 agosto (ma la delibera è stata pubblicata oggi 4 ottobre), ha conferito l’incarico, in ordine ai ricorsi presentati dagli eredi Petrianni dinanzi al Tar del Lazio-sezione Latina, all’avvocato del Foro di Latina, nonché Commissario dell’Ordine, Giacomo Mignano.

La battaglia per la cava ex Petrianni continua.

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