Sono stati assolti dal Tribunale di Cassino i due formiani cinquantacinquenni, imputati per aver il primo esercitato un’attività di servizi e consentito al secondo una evasione dalle imposte sui redditi e sull’Iva per operazioni presuntivamente inesistenti per l’importo di euro 80.000 per il 2014 e 120.000 euro per il 2015.
Il secondo soggetto, in particolare, era imputato per aver utilizzato tali fatturazioni emesse per operazioni ritenute dalla Pubblica Accusa inesistenti, e per averle registrate nelle scritture contabili obbligatorie come elementi passivi fittizi. Il primo imputato rispondeva anche di occultamento e distruzione delle scritture contabili.
Il Giudice monocratico del Tribunale di Cassino, Antonio Gavino Falchi Delitala, ha accolto le tesi difensive degli avvocati Pasquale Di Gabriele e Pasquale Cardillo Cupo, i quali hanno dimostrato che l’attività professionale veniva effettivamente svolta, producendo copiosa documentazione contabile e le fatture emesse, tali da giustificare la attività di servizi svolta per le imprese committenti.
Durante l’istruttoria dibattimentale sono emerse puntualmente le modalità di svolgimento dell’attività di servizi, tale da giustificare la emissione delle fatture poi utilizzate come elementi passivi.