Rifiuti e inquinamento, imputati per sversamenti illeciti e abusivismo: il Comune di Latina si costituirà parte civile
Un processo che inizierà domani presso il giudice monocratico del Tribunale di Latina e che contesta diversi reati ambientali gravissimi nei confronti di due imputati. Si tratta dei titolari del ristorante “L’Oasi di Giulia” in Strada Macchiagrande a Borgo Sabotino.
Uno spaccato scoperto dai Carabinieri di Latina, con il coordinamento della Procura, arrivato nelle aule di Tribunale tanto che il Comune di Latina ha deciso, tramite una delibera della Giunta municipale guidata dal sindaco Matilde Celentano, di costituirsi parte civile, dando mandato all’avvocato dell’ente di Piazza del Popolo, Alessandra Muccitelli.
L’indagine ha riguardato fatti emersi ad ottobre 2021.
Da brivido il quadro reso dai capi d’accusa contestati ai due imputati i quali, in concorso tra loro, come comproprietari/gestori dell’area in cui veniva svolta l’attività di ristorazione ”smaltivano illecitamente rifiuti urbani e speciali, sia pericolosi che non pericolosi, sia in superficie che mediante l’interramento all’interno di scavi profondi circa 50 centimetri appositamente eseguiti con macchine operatrici, su un’area di 20.000 mq circa”.
I rifiuti presenti all’interno degli scavi – si legge nella delibera di Giunta – erano prevalentemente di origine urbana, costituti da: bottiglie in plastica, plastica varia, vetro, carta, legno, rifiuti organici, tubazioni in pvc, metalli vari, giocattoli, bottiglie in vetro, parti di mobilio, plafoniere, reti metalliche, rifiuti urbani indifferenziati, contenitori in alluminio, tazzina da caffè, palette in plastica da bar, rifiuti urbani ingombrati, pneumatici fuori uso, rifiuti vegetali, tessili, rifiuti derivanti da attività di demolizione e costruzione, ecc.
I rifiuti presenti in superficie, depositati su nudo terreno e su aree prive di coperture, erano costituiti da: pezzi e lastre di eternit contenenti fibre di amianto, RAEE – rifiuti di apparecchiatura elettriche ed elettroniche (frigoriferi, forni, lavatrice, pc, condizionatore, ecc.), calcinacci e guaine provenienti da demolizioni edili, accumulatori, materiale ferroso, pneumatici fuori uso, materassi, 2 cabine autocarro prive di parti meccaniche, 3 veicoli fuori uso, parti dei mobilio, imballaggi di carta e cartone, rifiuti in plastica (tubi, taniche, ecc.), rifiuti in metallo (lamine, tubi), scarpe, ecc.
Ai due imputati è contestata anche la violazione del testo unico ambientale perché, secondo gli inquirenti, scaricavano sul suolo le acque reflue domestiche provenienti da manufatti, roulotte e bagni chimici, senza alcun sistema di depurazione e in assenza della prescritta autorizzazione da parte dell’Autorità competente.
Non solo l’inquinamento, c’è anche l’abusivismo. I due imputati, come committenti/esecutori, in assenza di permesso di costruire e in assenza della preventiva autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della Regione prescritta per le località sismiche, avrebbero realizzato cinque manufatti in legno.
Insomma, una vicenda piuttosto grave rimasta sconosciuta ai più.