Estorsione mafiosa: diventa definitiva la condanna per Sergio Gangemi, l’imprenditore di Aprilia, considerato dalla DDA di Roma vicino alla ‘ndrangheta
Passa in giudicato la sentenza a sette anni, due mesi e 20 giorni per Sergio Gangemi, la cui famiglia è ritenuta dall’Antimafia vicina alla cosca reggina dei Di Stefano. Condannato in primo grado a 9 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, Gangemi, che a giugno 2021 si è visto annullare la misura di divieto di soggiorno a Latina, aveva ottenuto, sempre l’anno scorso, dalla Corte d’Appello di Roma una pena inferiore: sette anni, due mesi e 20 giorni.
Ora, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Gangemi tramite l’avvocato Pierpaolo Dell’Anno dichiarandolo ammissibile. Per Gangemi, al momento ristretto ai domiciliari, la condanna rimane quella a poco più di sette anni.
Nella sentenza di Cassazione, inoltre, c’è un’altra pronuncia che ribalta due verdetti di primo e secondo grado. Sia il Tribunale di Velletri che la Corte d’Appello di Roma avevano respinto le richiesta di risarcimento da parte delle due parti civili, ossia il Comune di Aprilia e quello di Pomezia. L’ente apriliano di Piazza Roma, tramite l’avvocato Giulio Vasaturo, ha presentato ricorso sul punto delle statuizioni civili e gli ermellini hanno accolto l’istanza annullando la sentenza che negava il risarcimento. La Corte di Cassazione ha stabilito un nuovo procedimento civile rimandando indietro gli atti alla Corte d’Appello che adesso dovrà quantificare il risarcimento per il Comune di Aprilia. Destino diverso per il Comune di Pomezia che non ha presentato ricorso.
In un primo momento i due enti comunali avevano rifiutato la proposta di Gangemi che aveva presentato un’offerta di risarcimento. Il pm di Velletri Giovanni Taglialatela, in primo grado, aveva chiesto per Gangemi 14 anni di reclusione contestandogli l’estorsione, l’usura e gli agguati, a colpi di arma di fuoco e bombe, ai danni dei due imprenditori/ex soci di Aprilia e Pomezia avvenuti nel 2016. Per l’usura Gangemi era stato assolto.
Gangemi aveva scelto di essere giudicato separatamente dai suoi coimputati – il fratello Giampiero, Patrizio Forniti e Mirko Morgani, il cui processo penda ancora in primo grado – rinunciando alla lista dei testimoni della difesa e risarcendo una delle vittime con circa 300mila euro. Tutti e 4, secondo la Procura, erano accusati di aver chiesto ai due imprenditori 25 milioni di euro a fronte di un prestito di 13.
Ad ogni modo, la nuovo pronuncia della Cassazione rende giustizia al Comune di Aprilia. E pensare che la stessa amministrazione, più di tre anni fa, aveva avuto più di una titubanza prima di decidere di costituirsi parte civile.