Lettera aperta al Comandante Generale della Guardia di Finanza dall’Appuntato scelto in congedo Antonio Dal Cin, vittima del dovere
La lunga difesa dei diritti civili e sociali, della salute pubblica e dei lavoratori di Antonio Dal Cin continua strenuamente da anni, per evitare che altri dipendenti (pubblici o privati) possano essere esposti, loro malgrado, a gravi malattie nel suo caso, con insorgenza di patologia asbesto correlata di origine professionale, avendo prestato servizio per lunghi anni in esposizione a polveri e fibre di amianto.
Antonio con il suo esempio dà coraggio a colleghi e altre persone nella sua stessa condizione oppure anche peggiori, per questo merita rilevanza, anche per dare la giusta dignità alla sua famiglia, come a tutte le famiglie delle vittime del dovere e del lavoro.
In questo periodo c’è bisogno di esempi positivi, come quelli di Antonio, che possono generare emulazione per migliorare questa società che si è scoperta malata per colpa di errori di costruzione o di sottovalutazione di pericoli per esposizioni a sostanze che possono diventare tossiche e cancerogene.
Questa volta Antonio Dal Cin invia la lettera al Comandante Generale della Guardia di Finanza, nella sua qualità di appuntato scelto in congedo Antonio Dal Cin, e di vittima del Dovere.
Le sue precarie condizioni di salute peggiorano anche quelle economiche familiari non potendo ovviamente lavorare e con una pensione che non consente di vivere serenamente e degnamente. La grande statura morale e l’attaccamento al dovere, ma anche al suo ormai ex corpo di appartenenza, non certo per sua volontà,nonostante la malattia e le difficoltà che sta vivendo sono esemplari nell’espressione: “di chi come me ha fatto parte di questa grande e meravigliosa famiglia che è il prestigioso Corpo della Guardia di Finanza“.
Ancora una volta, nonostante tutto Antonio ci ha dato quindi un forte segnale verso il bene pubblico.
Però resta l’amarezza per non avere avuto le giuste risposte alle sue richieste: “in cui ho allegato la richiesta della certificazione ex art. 13, comma 7, legge 257/92, in merito ai periodi di esposizione ad amianto e alla luce della patologia ingravescente di cui sono attinto, con preghiera di trasmissione della documentazione alla sede INPS di Latina per l’applicazione dei benefici sulla pensione previsti dalla normativa vigente in materia di esposizione all’amianto.
Pur avendo trovato disponibilità e cortesia da parte del personale della Direzione Enti Previdenziali, Assistenziali e Protezione Sociale – Sezione Affari Generali e Vittime del Dovere del Comando Generale, che subito si è attivato notiziando gli Uffici competenti per trattazione, nessuna risposta mi è stata data in merito a quanto da me espressamente richiesto.”
Quindi la chiusura della lettera aperta con la speranza, anzi la certezza che il Comandante Generale saprà intercedere per le sue legittime esigenze: “Dunque, mi rivolgo a Lei Signor Comandante Generale, nella speranza che mi venga rilasciata nel breve tempo possibile la certificazione ex art. 13, comma 7, legge 257/92, in merito ai periodi di esposizione ad amianto e alla luce della patologia ingravescente che mi affligge e di cui l’Amministrazione vorrà considerare l’ingravescenza e la necessità di usufruire dei benefici per esposizione ad amianto come richiesti, ai fini dell’adeguamento contributivo e della maggiorazione della pensione, di cui necessito in ragione del particolare stato di indigenza economica in cui verso, considerando lo stato di malattia di mia moglie, anche lei gravemente malata, affetta da Sclerosi Multipla e le cure da apprestare a due figli minori di anni 7 e 13“.
“Il ritardo circa l’emissione della certificazione richiesta mi impedisce di usufruire dei benefici di legge, con pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale, tenuto anche conto che la pensione che percepisco costituisce l’unico reddito della famiglia“.