ENERGIA IN PROVINCIA DI LATINA: LA POSIZIONE DELL’ISDE

Pasquale Milo
Pasquale Milo

L’ISDE di Latina si schiera con l’ISDE Italia per far fronte alle problematiche energetiche della provincia di Latina, legate soprattutto alla volontà di costruire impianti di digestione anaerobica di rifiuti, di cui non si sente affatto la mancanza in questo periodo di crisi energetica

L’ISDE Italia chiede al Governo, tramite l’intervento di 40 scienziati italiani, una risposta all’emergenza energetica.

Il 4 marzo 2022 è stata pubblicata una richiesta al Governo di dare una risposta all’emergenza energetica: Rinnovabili, Risparmio energetico e Mobilità sostenibile.    

Alla luce di quanto sta avvenendo a livello internazionale tali esperti hanno prodotto un documento che indica al governo italiano una strada diversa da percorrere per far fronte all’emergenza energetica globale e noi come ISDE Latina ne abbiamo preso spunto per le problematiche energetiche della nostra provincia.

Premesso che:

  1. Gli attuali eventi bellici hanno e stanno provocando un aumento dei costi dell’energia.

2) Il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico provocano danni al sistema ecologico e alla salute umana(ogni anno circa 9 milioni di morti a livello mondiale).

Gli sforzi sinora fatti per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C sono insufficienti.

Considerato che questo bilancio pesantissimo, in termini di danni per la salute umana, per l’economia e per la stabilità della vita sulla terra, si sovrappone a quello della guerra in Ucraina, che con le cause dell’inquinamento e del cambiamento climatico ha stretti collegamenti, gli Scienziati ritengono che bisogna prendere misure straordinarie che riducano l’inquinamento e i fenomeni metereologici estremi e indicano tre soluzioni da prendere immediatamente:

  1. Accellerare il passaggio ad energie alternative(solare, eolico, geotermicoa bassa entalpia, che è lo sfruttamento del calore contenuto nel primo strato del sottosuolo con le funzioni di impianto di climatizzazione degli edifici, mini idroelettrico ecc.) favorendo l’autosufficienza energetica delle città con l’istallazione di pannelli solari, pale eoliche rispettando il paesaggio, evitando costruzioni di impianti di digestione anaerobica di rifiuti, che sottraggono suolo alla produzione di cibo e supportando le amministrazioni locali nel reperimento di tetti e superfici artificiali adatte.

2) Adottare un piano emergenziale di misure per il risparmio energetico in modo da ridurre la domanda di energia finale del 40% rispetto all’uso attuale. Ed in tale piano non è certamente prevista la costruzione di nuovi impianti di digestione dei rifiuti, oltre a quelli già esistenti, essendocene già a sufficienza.

3) Accellerare il passaggio alla mobilità urbana( ciclabilità e pedonalità nelle città). Le città italiane continuano a non investire nella transizione del traffico da automobilistico a ciclabile/pedonale come invece avviene in molte città europee.

Questo piano deve coinvolgere tutti(governi, settore privato e società civile) lavorando per dare priorità alla riduzione del rischio, oltre che all’equità, e a non riproporre  misure quali carbone, petrolio, gas, biomasse, biometano su larga scala e quindi impianti di digestione anaerobica dei rifiuti che vanno nella direzione di un ulteriore aumento del carico di malattia e di un peggioramento della crisi climatica.

Chiunque non valuti le consequenze di queste scelte dovrà rispondere degli eccessi di mortalità e carico di malattie che ne deriveranno e dell’innesco di effetti climatici irreversibili.

Per tali motivi bisogna da subito adottare misure straordinarie, che riducano la dipendenza dell’Italia dalle importazioni e dall’uso di combustibili fossili e quindi riducano l’inquinamento e i fenomeni metereologici estremi che colpiscono il nostro paese.

Così, in una nota, Pasquale MiloPresidente ISDE Latina

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