ELEZIONI POLITICHE, SCONFITTA L’ANTIFASCISTITE?

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Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Con riferimento alle elezioni del 25 settembre, in qualsiasi modo la si pensi, c’è almeno una cosa di cui, forse, dovremmo essere tutti soddisfatti: la chiarezza della situazione politica determinata dal voto.

Non più elucubrazioni e dibattiti sulle possibili ipotesi di governo, non più ripetuti appelli al famigerato senso di responsabilità, che spesso è la formula magica con cui si coprono gli intrighi di palazzo.

Finalmente chiarezza: il centrodestra gode di un’ampia maggioranza per poter governare. Anzi, c’è di più: chiarezza anche all’interno del centrodestra.

Giorgia Meloni ha stravinto, Matteo Salvini ha straperso, Silvio Berlusconi è ormai diventato la terza gamba (anzi gambetta) del centrodestra.

L’ex Presidente del Cosiglio può godersi però la sua personale rivincita: torna al Senato dopo esserne stato cacciato in applicazione della legge Severino per via della condanna definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Non solo, unisce l’utile al dilettevole facendo rieleggere in Parlamento, grazie all’immonda legge elettorale che ci ritroviamo, la sua finta moglie.

Insomma, dobbiamo solo attendere le formalità di rito, che si dovrebbero concludere subito dopo la prima metà di ottobre, per avere Giorgia Meloni Presidente del Consiglio. A tal proposito, in molti rimarcano la circostanza della prima volta in Italia di una donna a capo del governo.

A mio parere, però, il fatto da rimarcare, probabilmente epocale, di queste elezioni è che potrebbe essere stato finalmente sconfitto un temibile virus, che provoca una grave infezione che colpisce il cervello: l’antifascistite.

Si tratta di un virus particolarmente subdolo che ti fa vedere quello che non c’è, nel caso specifico il pericolo fascista. Non solo, e qui viene il peggio, il virus in questione induce anche a combattere con tutte le proprie forze il supposto pericolo fascista.

Ne abbiamo visto dei chiari esempi durante la scorsa campagna elettorale.

Ormai da tempo orfani di Forza Nuova e di Casa Pound, la cui consistenza è stata negli anni  amplificata a dismisura in modo da poterle descrivere come organizzazioni che mettevano a repentaglio lo Stato democratico, i malati di antifascistite si sono accaniti contro Giorgia Meloni.

In effetti, e questo è l’aspetto più grave della malattia, chi ne soffre non riesce a vivere senza individuare dei fascisti da combattere. In sostanza, i soggetti colpiti dal virus vivono nella drammatica situazione di avere bisogno del nemico fascista per dare un senso alla lorto vita, ma, al tempo stesso, è proprio l’inventato pericolo fascista che genera in loro tormenti e apprensioni.

Abbiamo quindi assistito a dibattiti surreali sul fascismo dentro Fratelli d’Italia.

I soggetti colpiti dal virus sono andati, ad esempio, a caccia di saluti romani e sono riusciti a scovare quello, tra l’altro molto timido e quasi imbarazzato, di Romano La Russa durante le esequie di un camerata al quale è stato tributato, come d’abitudine, il presente. Hanno esibito il trofeo di caccia convinti che sarebbe stato decisivo per l’esito delle elezioni.

Sono poi andati alla ricerca di ogni possibile dichiarazione di Giorgia Meloni dai tempi in cui era segretaria nazionale di “Azione Giovani”, l’organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale, ma ne hanno ricavato ben poco.

Mentre aumentavano a dismisura le bollette di luce e gas, mentre il potere di acquisto degli italiani iniziava a diminuire per via dell’inflazione, i malati di antifascistite hanno posto al centro del dibattito politico una questione di fondamentale importanza e molto sentita da tutto il popolo: la Fiamma Tricolore presente nel simbolo di Fratelli d’Italia.

Hanno ricordato che la Fiamma Tricolore era il simbolo del Movimento Sociale Italiano, fondato il 26 dicembre del 1946, partito al quale aderirono esponenti del fascismo e combattenti della Repubblica Sociale Italiano. Hanno quindi chiesto a Giorgia Meloni la rimozione della Fiamma Tricolore dal simbolo di Fratelli d’Italia.

Evidentemente, le teste pensanti dell’antifascistite militante, di fronte alla concreta possibilità della vittoria del centrodestra e all’altrettanto concreta possibilità di Fratelli d’Italia primo partito, devono aver ritenuto che la mossa di ricordare i natali della Fiamma Tricolore potesse essere decisiva per impedire a Giorgia Meloni di diventare Presidente del Consiglio.  

Come evidenziato, quindi, il fenomeno dell’antifascistite è particolarmente pericoloso, perché non è di natura prettamente politica, ma fonda la sua origine su aspetti psicologici e sociologici che, pertanto, vanno al di là della politica stessa. Anzi, per meglio dire, utilizzano la politica per manifestarsi.

Alcuni scienziati negli anni scorsi avevano iniziato a studiare il fenomeno, anche per capire come debellarlo. Purtroppo, la sopravvenuta emergenza pandemica da Covid 19 ha ritardato le ricerche in corso, per cui ad oggi non è stato ancora prodotta una pubblicazione medico scientifico sull’argomento.

Ci sono però autorevoli scienziati i quali  pensano che la Natura, con il suo inevitabile evolversi, abbia già da solo prodotto significativi risultati. Secondo loro lo shock elettorale appena patito potrebbe essere un toccasana per gli sfortunati connazionali che soffrono di antifascistite. 

I suddetti scienziati, infatti, hanno notato che tra le forze politiche non appartenenti alla coalizione del centrodestra l’unica ad avere avuto un ottimo risultato è stato il Movimento 5 Stelle, una formazione politica nata, tra l’altro, proprio all’insegna del superamento delle contrapposizioni ideologiche che hanno caratterizzato il Novecento. Tale circostanza potrebbe aprire una breccia salvifica all’interno dei cervelli colpiti dal virus e portare ad un loro ravvedimento.

Sotto questo aspetto potrebbe svolgere un effetto positivo, inteso come shock toccasana, quanto avvenuto nel collegio senatoriale di Sesto San Giovanni (provincia di Milano), città per anni definita la Stalingrado d’Italia per la preponderante presenza comunista.

Ebbene, in quel collegio c’è stato la sfida tra Isabella Rauti (Fratelli d’Italia) ed Emanuele Fiano (PD).

La prima è la figlia di Pino Rauti, uno dei maggiori esponenti della Destra radicale italiana. Già combattente della Repubblica Sociale Italiana, è stato autore di diversi libri e saggi che sono stati un punto di riferimento per intere generazioni della Destra italiana. Ha partecipato attivamente alla politica come parlamentare del Movimento Sociale Italiano, di cui è stato anche segretario nazionale.

Il secondo si è reso protagonista nel recente passato come promotore di un disegno di legge, rimasto disegno, volto ad impedire il commercio di cimeli riguardanti il periodo fascista. Per fare esempi concreti, si sarebbe rischiata una pena da sei mesi a due anni di reclusione per la produzione, l’acquisto o la detenzione di un accendino con l’immagine di Mussolini oppure di una bottiglia di vino con il fascio littorio nell’etichetta.

In conclusione, le elezioni del 25 settembre potrebbero passare alla storia non solo e non tanto per una questione politica, ma soprattutto per un aspetto sanitario: la sconfitta dell’antifascistite.

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