ELEZIONI LATINA: IL CAPOGRUPPO DI FRATELLI D’ITALIA CONDANNATO

Giorgia Meloni e Andrea Marchiella
Giorgia Meloni e Andrea Marchiella

Elezioni Latina: il consigliere comunale, nuovamente candidato alla carica Andrea Marchiella, condannato in Cassazione

Un fatto che imbarazza Fratelli d’Italia che si presenta come la lista che, secondo sondaggi e pronostici, è candidata ad essere la più forte a Latina in termini di consensi nelle urne elettorali. E non che non sia un partito che, a Latina, abbia dovuto scontare la presenza di personaggi ingombranti sotto il profilo di indagini e inchieste: su tutti, l’ex sindaco Giovanni Di Giorgi e l’ex deputato e assessore Pasquale Maietta.

Di recente, peraltro, anche la vicenda di un altro esponente di punta del partito locale di Giorgia Meloni: l’avvocato Luigi Pescuma coinvolto in episodio di un certificato medico falso a favore di un suo cliente.

Oggi, tra i candidati al Consiglio Comunale anche colui che ha ricoperto e ricopre tuttora il ruolo di Capogruppo per Fratelli d’Italia a Piazza del Popolo tra i banchi dell’opposizione: per l’appunto Andrea Marchiella.

Per il consigliere comunale di Borgo Montello, la condanna in primo grado risale al 2018 quando il Tribunale di Latina lo condannò a un anno e sei mesi per un reato di natura tributaria. Come commissario liquidatore di una società basata a Fondi, Marchiella, secondo la sentenza di condanna, ha nascosto e distrutto le scritture contabili.

Due anni dopo, a novembre 2020, la Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna riducendola di sei mesi, ridotta dalla prescrizione: un anno. Al che Marchiella ha presentato ricorso in Cassazione i cui giudici hanno ritenuto inammissibile confermando a loro volta la condanna a un anno.

Marchiella, molto noto a Borgo Montello e impegnato nel mondo del calcio e dell’associazionismo, è ed è stato amministratore di diverse società. Considerato un fedelissimo del Senatore Nicola Calandrini, il consigliere comunale, in corsa con Fratelli d’Italia per il bis a Piazza del Popolo, con qualche velleità per la futuribile Giunta Zaccheo, ha dichiarato dalle colonne de Il Messaggero edizione Latina di aver commesso, in merito a tale condanna, “un errore di gioventù e affinché sussistano i requisiti della incandidabilità occorre una condanna di 3 anni“. Fatto sta che l’unica lista a Latina che ha inviato alla Commissione Antimafia del Parlamento i propri nominativi è quella del 5Stelle. La Commissione, in questi casi, attua uno screening sui nomi e nel caso ravvisa profili di incandidabilità.

Dal canto loro i giudici di Cassazione hanno scritto in sentenza che “la Corte di Roma (ndr: Corte d’Appello) ha evidenziato che l’occultamento e la distruzione di scritture contabili di cui è obbligatoria la conservazione non è condotta che si è esaurita durante la fase di ordinaria attività della compagine societaria della quale è stato commissario liquidatore, ma è proseguita anche in relazione alla fase di liquidazione, per la quale deve, evidentemente, rispondere il Marchiella data la qualifica dal medesimo rivestita“. Inoltre, la Cassazione ha negato la sospensione condizionale della pena per cui, con probabilità, il consigliere comunale dovrà scontarla ai servizi sociali.

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