ELEZIONI APRILIA, PRINCIPI (CENTRODESTRA) AI CITTADINI: “SAREMO AMMINISTRATORI ANCHE DI CHI CI BUTTA FANGO”

Lanfranco Principi
Lanfranco Principi

Elezioni amministrative ad Aprilia, Principi (centrodestra), candidato Sindaco, scrive una lettera aperta ai cittadini

“Siamo giunti ormai al termine di questa campagna elettorale, faticosa ed emozionante, che mi ha permesso di incontrare molti di voi e attraverso l’ascolto diretto dei vostri bisogni, le nostre idee hanno lentamente preso forma. È così che vorrei amministrare la città: ascoltando, accogliendo, recependo i vostri bisogni, mettendo le qualità umane e professionali a disposizione di una città che mi ha dato tanto e alla quale sento oggi di voler restituire un po’ della fortuna che ho avuto. Il compito di un buon amministratore, è quello di prendere in consegna le chiavi della città e restituirla al termine del proprio mandato migliore. Un traguardo possibile solo a patto di non concepire la città come se fosse un bene personale. 

Da troppo tempo Aprilia attende quei servizi indispensabili per la quinta città del Lazio, attende di veder forgiare quel senso di appartenenza che rappresenta l’ingrediente principale per combattere il degrado, il senso di abbandono, la percezione di trovarsi in una realtà “di passaggio”. Un senso di appartenenza che ci saprà insegnare ad amare le bellezze che la città ha da offrire e superare la dicotomia tra periferia e centro, perché siamo tutti parte della stessa città. 

Durante gli incontri che si sono susseguiti vorticosi in questi giorni lunghissimi ma trascorsi con un battito d’ali, ho percepito in voi la nostra stessa voglia di cambiamento. Siete arrabbiati, stanchi, sfiduciati, mossi dagli stessi sentimenti che ci hanno portato ad abbandonare la nave sulla quale eravamo saliti cinque anni fa, per iniziare a costruirne una tutta nostra, con la quale poter navigare verso rotte indicate dalle necessità, dai bisogni e dal profondo desiderio di un cambiamento che non fosse solo apparente, ma che potesse avere una concretezza costruita dalla ragione più che sull’ego. 

Perché la città possa crescere è giunto il momento di togliere il velo di una malcelata ipocrisia, propria di chi ha deciso di amministrare la città non a favore di tutti i cittadini, ma soltanto di quelli predisposti a riconoscere un valore a quanto superficialmente è stato realizzato. Quella nave dalla quale siamo scesi con orgoglio, si è mossa senza rotta raccogliendo i frutti che il mare ha offerto spontaneamente, per poi pregiarsi di averli prodotti in prima persona. E’ così che la città di Aprilia è affondata. Non si può navigare lungo rotte impervie ponendo al timone non un buon nocchiero, ma un mozzo. 

Sono stati strumentalizzati fatti, sensibilità personali, parole, storie di vita, pur di guadagnarsi la stima di cittadini perfettamente in grado di vedere la nuda realtà. E noi non siamo più disposti a permettere questo. Siamo disposti con umiltà a rimboccarci le maniche, siamo disposti ad ascoltare per accogliere le richieste che siano funzionali a costruire una città migliore, a restituire alla seconda città della provincia il valore che merita. Lo faremo dialogando con cittadini e istituzioni, superando l’isolamento a cui il civismo ci ha condannati. Dialogare con gli organi di governo, non vuol dire non vuol dire ignorare il cittadino. Vuol dire dare alle parole dei cittadini una cassa di risonanza funzionale a trasformare i loro bisogni in altrettanti servizi. 

Pretendiamo un’onestà intellettuale prima di tutto, rispetto dei cittadini, soprattutto di coloro che si concedono di esprimere opinioni diverse da quelle personalmente accettabili, ascolto autentico, non finalizzato al consenso ma alla comprensione, umiltà nel riconoscere agli altri di aver fatto un qualcosa a cui da soli non si sarebbe arrivati e la decenza di argomentare sé stessi piuttosto che, sprovvisti di prove, inventare fatti su altre persone senza il supporto di dati concreti. Perché noi vogliamo essere gli amministratori di tutti, soprattutto di coloro che ci hanno buttato o ci butteranno fango addosso. Perché è proprio a loro che saremo tenuti a dimostrare di più”. 

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