Si costituirà in giudizio il Comune di Latina contro i tre esponenti di Latina nel Cuore che si hanno presentato il ricorso elettorale al Tar
È stato depositato al Tar di Latina, lo scorso novembre, l’ormai noto e atteso ricorso per chiedere l’annullamento del verbale di proclamazione degli eletti scaturiti dall’esito delle elezioni, datate 3 e 4 ottobre scorsi, per comporre il nuovo Consiglio Comunale del capoluogo di provincia ed esprime il Sindaco. L’ipotesi dietro al ricorso, come titolato da più di un organo di stampa, è quella dei brogli.
Alcuni candidati consiglieri della lista “Latina nel cuore” – Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci -, che ha sostenuto la candidatura di Vincenzo Zaccheo Sindaco, hanno presentato il ricorso, tramite gli avvocati Biagio Coppa e Toni De Simone, con cui intendono annullare l’esito del primo turno delle votazioni, nello specifico chiedono di rivotare in 33 sezioni su 116.
Tante le irregolarità evidenziate dal ricorso dei tre sostenitori di Zaccheo, tra cui, a esempio, la mancata corrispondenza tra il numero dei votanti e le schede votate o le schede votate ma non firmate dai componenti del seggio. Le sezioni contestate dal ricorso sono le seguenti: 13, 20, 41, 51, 56, 60, 76, 84, 109, 113, 7, 24, 40, 44, 68, 73, 75, 81, 83, 85, 86, 91, 92, 94, 95, 98, 103, 106, 107, 110 e 114, 69, 64.
In sintesi, secondo i ricorrenti, “il risultato del primo turno è inficiato da un significativo numero di voti illegittimamente assegnati e di schede elettorali illegittime nei verbali delle sezioni elettorali”.
Un ricorso che, se non altro, presenta qualche insidia e a non sottovalutarlo è il Comune di Latina che, con una delibera della Giunta Coletta votata ieri 29 dicembre, ha conferito gli incarichi legali agli avvocati Francesco Cavalcanti (Dirigente dell’Avvocatura di Piazza del Popolo) e Anna Egeo.
A suggerire il ricorso all’Ente e quindi alla Giunta Coletta è stata una relazione, protocollata lo scorso 23 dicembre dalla stessa Dirigenza dell’Avvocatura Comunale, che confermava la sussistenza, allo stato, dei presupposti di fatto e di diritto perché il Comune di Latina si costituisca in giudizio.
Secondo quanto si legge nella delibera votata dalla Giunta municipale, l’Avvocatura Comunale tutela i diritti e gli interessi dell’Amministrazione Civica avanti a tutte le Giurisdizioni; secondo giurisprudenza, la Pubblica Amministrazione, pur nell’ambito del giudizio elettorale, non cessa di essere portatrice dell’interesse pubblico sul quale comunque verte il giudizio.
L’Amministrazione, secondo la delibera dell’esecutivo Coletta, “è riconosciuta nel processo amministrativo ordinario una posizione differenziata rispetto a quella del privato controinteressato, a maggior ragione tale differenziazione deve sussistere nel processo elettorale”.
Quindi, l’Ente pubblico territoriale si troverebbe necessariamente “in una posizione di accentuata imparzialità rispetto al risultato della consultazione, nel senso che esso deve essere esclusivamente inteso ad assicurare la legittimità delle operazioni elettorali, come strumento di manifestazione delle volontà effettive di quanti chiamati al voto, dei cui interessi l’Ente medesimo è soggetto rappresentativo”.
Il Comune di Latina ha fatto proprio il risultato elettorale scaturito all’esito della consultazione ultima e per tale ragione, secondo la Giunta, deve potersi costituire in giudizio e difendersi.