Anche Chiara Tamburro, candidata per Azione al consiglio comunale, interviene sul tema della valorizzazione del patrimonio storico del territorio: “Chi abita a Sabaudia sa che uno dei principali vanti di questa città è la memoria storica. Questo territorio gode della fortuna di essere stato sempre vissuto, fin dai tempi dell’uomo di Neanderthal. Questo ha portato in eredità uno scrigno di cultura e storia che ha attraversato tutte le epoche fino ai giorni nostri, arrivando a toccare anche alcuni dei più grandi letterati del Novecento. Ma questa potenzialità non viene tutt’oggi sfruttata a pieno, e la cultura di questo territorio rimane affidata alle sole menti dei fortunati che hanno sempre vissuto a Sabaudia”.
La candidata evidenzia i cambiamenti da attuare e le problematiche che, attualmente, caratterizzano questo campo: “Un cambiamento necessario e radicale va fatto sotto questo punto di vista. È infatti impensabile che nel centenario della morte di Pasolini, personaggio che ha vissuto e sviluppato la sua arte anche a Sabaudia, non sia stato fatto nulla di incisivo per ricordare la sua memoria. Solo per fare un esempio, proprio qui fra le nostre dune venne girato e trasmesso in Rai nel febbraio del ‘74 quel documentario (“Pasolini e la forma della città”) in cui l’artista denunciava con ardore l’appiattimento culturale subito dalla società italiana, definita come la civiltà dei consumi”.
Tamburro prosegue, concentrandosi sul tema dell’architettura razionalista: “L’artista dava un suo pensiero sulla città, esplicitando anche come fosse cambiato il pensiero dei letterati dell’epoca sull’architettura razionalista. Il razionalismo sabaudiano venne ben descritto anche da Marcello Piacentini nel numero ‘Architettura’ nel Giugno del 1934, in cui sottolinea come -nell’impostazione della città di fondazione- sia da attribuire merito alla capacità di rispecchiare in pieno uno dei caratteri più importanti dell’architettura di quegli anni, ovvero la connessione con l’ambiente; fin dal principio Sabaudia era perfettamente inserita nella natura che la circondava, dal Circeo al Lago di Paola. È necessario che questi concetti tornino a caratterizzare la struttura cittadina, ponendo un’attenzione in più non solo sul decoro urbano. È infatti necessario anche un piano edilizio che rispetti sia il bene culturale che l’impianto di fondazione della città, entrando in accordo con una Sovrintendenza che non può più rimanere ignara di questa necessità”.
La candidata prosegue, concentrandosi sul tema relativo alla gestione della villa di Domiziano: “La storia della città non ha in realtà inizio con la bonifica e la fondazione ma, come è risaputo, questo territorio viene frequentato dall’uomo -e quindi pensato- fin dall’epoca neandertaliana, passando poi anche come luogo prescelto dall’imperatore Domiziano, che sulle sponde del Lago di Paola installò uno dei suoi luoghi preferiti per dedicarsi all’ozio e al lusso. Questo parco archeologico, dimenticato, va rivalutato e integrato a pieno nel tessuto turistico della città, tramite un’opera di bonifica che possa permettere a tutti i visitatori poterlo conoscere e scoprire. Sempre su Villa Domiziana nuovi spunti andrebbero aperti sul tema della ricerca, in quanto questa conserva -nella sua originale pavimentazione- un opus spicatum considerato come un unicum, caratterizzato da pregiati marmi rosa, preferiti dall’imperatore ai consueti mattoni in ceramica”.
Infine, conclude: “L’operato della prossima amministrazione dovrà essere quindi finalizzato a sfruttare queste ulteriori risorse che il territorio ci offre, le quali -unite alle immense potenzialità naturali della nostra zona- possono permetterci di progettare un turismo di altissimo livello, oltre che molto differenziato”.