Ci sono anche i gemelli Pasimovich, definiti residenti nel litorale pontino, in realtà gravitanti nell’area tra Pomezia e Ardea, a finire arrestati nell’ambito della maxi operazione di stamane effettuata da 400 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma sotto la guida della DDA capitolina guidata del procuratore capo Michele Prestipino.
50 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, più una ai domiciliari, per il presunto sodalizio capeggiato dal deceduto Fabrizio “Diabolik” Piscitelli e Fabrizio Fabietti. Un gruppo che avrebbe messo d’accordo la camorra di Senese e la ndrangheta dei Bellocco al fine di inondare la Capitale di droga: quartiere Bufalotta, a Est nei quartieri San Basilio, Colli Aniene, Tor Bella Monaca e Borghesiana, a Sud nei quartieri Tuscolano e Romanina, a Ovest nei quartieri Ostia e Primavalle e nelle zone limitrofe dei comuni di Frascati, Ardea e Artena.
Il gruppo operava principalmente nella zona di Roma Nord per fornire le piazze di spaccio e recupero credito. Per quest’ultimo aspetto il sodalizio era composto da picchiatori, anche ex pugili, tra cui cittadini albanesi. Fabietti svolgeva il ruolo di broker del narcotraffico per l’approvvigionamento di droga ed aveva rapporti con la cosca di ‘ndrangheta Bellocco, i fratelli Emanuele e Leopoldo Cosentino, entrambi destinatari del provvedimento cautelare.
Le indagini hanno consentito di ricostruire il ruolo di Fabrizio Piscitelli, che era consideratio dagli investigatori una figura di riferimento nel “controllo” del territorio, nonché di garanzia e affidabilità dell’associazione, che si avvantaggiava della sua leadership. Diabolik godeva, infatti, di un particolare riconoscimento nella malavita e operava avvalendosi di soggetti, alcuni dei quali coinvolti anche nella presente associazione dedita al traffico di droga: Ettore Abramo alias “Pluto”, classe 1966, Aniello Marotta, classe 1976, Alessandro Telich, (classe 1987) alias “Tavoletta”, un tecnico informatico, titolare di una società con sede a Dubai (Emirati Arabi Uniti), operante nel settore del controspionaggio industriale e delle telecomunicazioni, che esegue bonifiche sulle autovetture e nelle abitazioni degli associati, fornisce sistemi di comunicazione criptati che convogliano i dati presso server ubicati negli Emirati, così da rendere il sistema ancora più impenetrabile agli investigatori.
La costante e immediata disponibilità di rilevanti somme di denaro permetteva all’organizzazione criminale di ottenere condizioni economiche favorevoli nel corso delle trattative promosse con i fornitori dello stupefacente. Potendo pagare con la formula “subito e cash”, il prezzo ottenuto è sempre vantaggioso e il “giro” si allarga a dismisura, anche perché il sodalizio garantisce poi la consegna “a domicilio” da parte di Fabrizio Borghi (classe 1977) e Daniela Viorica Gerdan (classe 1980). Accanto ai promotori del sodalizio, si affiancava una schiera di acquirenti “all’ingrosso” che, in ragione dello stabile rapporto di fornitura che li lega, sono considerati parimenti associati all’organizzazione, garantendole costanti disponibilità economiche, fondamentali per la sua esistenza e operatività.
Tra questi spiccano, per l’appunto, i fratelli gemelli Nicolas ed Emiliano Pasimovich (entrambi classe 1985), originari del Sudamerica ma residenti sul litorale pontino. I due sono tra i più affidabili acquirenti selezionati da Fabietti, cui si aggiungono Adnan Ibrakovic (classe 1981), Stefano Piccioni(classe 1971), Paolo Salvemini (classe 1977), Stefano Coniglio (classe 1983), Adamo Castelli (classe 1967), Angelo Bartocci (classe 1963), Giuliano Cappoli (classe 1993), Abramo Di Guglielmo (classe 1980) e Sabatino Di Guglielmo (classe 1968) – questi ultimi due contigui al clan dei Casamonica – Roberto Montanaro (classe 1961) e Marco Tripodi (classe 1976). Nonostante l’elevato numero degli associati (trentadue), l’organizzazione criminale è comunque aperta alle nuove occasioni di profitto generate dai soggetti che ruotano attorno ad essa.
I Pasimovich erano citati in una sentenza emessa dal Tribunale di Roma a carico di Salvatore Fragalà, il cui “clan” è stata sgominato recentemente: ” che Così, nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Antimafia della Regione Lazio, venivano definiti i Pasimovich: “Fragalà Sante avendo ricevuto da Turone Domenico altro detenuto un bigliettino volto a comunicargli che doveva prendere 390.000.00 euro da Fabietti Fabrizio e Damiani Cristian per quindici chili di cocaina pagata solo in parte andò a parlare con il Fabietti detenuto nella cella 13 sez C di Rebibbia il quale avvisò a sua volta Damiani parimenti detenuto e quest’ultimo fornì una lista di nominativi da cui recuperare i soldi tra cui due fratelli gemelli di origine argentina che furono arrestati e processati davanti al Tribunale di Velletri per violenza sessuale Pasimovich Emiliano e Nicolas. Per la sua mediazione fu stabilito un compenso di 40 000,00 euro, in seguito nacque una discussione tra lui e Fabietti il quale lamentò che gli avevano preso più soldi di quanto avrebbero dovuto e Fabietti lo prese a pugni in carcere; a quel punto Fragalà Sante maturò il proposito di estorcere al Fabietti la somma di 400.000.00 euro quando questi fosse uscito dal carcere ed incaricò dell’esecuzione il Santo D’Agata e Mirabella aggiungendo che avrebbero dovuto lasciare Fabietti quasi morto davanti all’ospedale e con i soldi estorti avrebbero dovuto pagare il debito che il fratello Salvatore aveva nei confronti del Sardo di 130.000”.
Gli altri fornitori occasionali arrestati oggi nell’operazione sono i fratelli Cosentino, Maurizio Cannone, eppoi gli acquirenti saltuari: Gianluca Almaviva, Marco De Vincentiis, Fabio De Tommasi, Ruben Alicandri, Danilo Perni; e anche, corrieri e factotum arruolabili all’occorrenza come Umberto Scarpellini, Marco Adamo e Luigi Centi.
Nell’ambito delle indagini, svolte nel periodo febbraio-novembre 2018, è stata ricostruita la compravendita di circa 250 kg di cocaina e 4.250 kg di hashish, per un valore complessivo stimato “al dettaglio” di circa 120 milioni di euro. L’attività repressiva nel contempo condotta ha consentito di evitare che parte dello stupefacente (oltre 60 kg di cocaina e circa 3.800 kg di hashish) venisse immessa sul mercato.
L’associazione poteva contare su un flusso costante di droga proveniente dal Sud America (cocaina da Colombia e Brasile) e dal Nord Africa (hashish dal Marocco), garantito dai fornitori abituali, quali Dorian Petoku (classe 1988), Francesco Maria Curis (classe 1961) e Alessandro Savioli(classe 1961), tutti destinatari dell’odierna ordinanza.