Il 28 marzo nell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli è morto Enzo Lucarelli, un autista del 118. Aveva 46 anni e risiedeva a Giugliano, in provincia di Napoli. Era risultato positivo al coronavirus stando ai colleghi, lascia la moglie e un figlio piccolo. A quanto riferiscono i conoscenti era da 6 giorni in attesa del tampone che alla fine è risultato positivo, ieri sarebbe andato in ospedale per difficoltà respiratoria e dopo poche ore è deceduto. Ad annunciare la scomparsa era stata la pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate” con un post. Sempre sui social commosso e particolarmente sentito era stato anche il messaggio del giovane cappellano di Santa Maria delle Grazie, Don Giorgio Della Volpe, in memoria dell’amico deceduto
Quanto alla Provincia di Latina non è ancora chiaro se l’Azienda Sanitaria Locale voglia limitare il test del tampone rino e oro-faringeo ai dipendenti dell’Azienda Regionale ARES o sia disposta ad estenderlo agli operatori 118 delle cooperative e aziende private. Rispetto ad alcuni rumors riguardanti le prossime decisioni dell’Asl LT e alla morte del collega ha reagito tramite un comunicato il delegato della Provincia di Latina del sindacato Confail, Vinicio Amici, che ieri sera è apparso alla trasmissione televisiva di Rai Tre Report intervistato dalla giornalista proprio sui dispositivi di protezione in uso da parte degli operatori del trasporto di emergenza sanitaria 118.
Dal suo comunicato si legge: “Quanti volontari ed operatori sanitari devono ancora morire? Quando l’istituzione sanitaria, il ministro e chi per lui si imporranno affinché vengano rispettati tutti i protocolli di protezione di questo personale? Nessuno, in uno stato democratico, deve diventare carne da macello a causa di dubbiose applicazioni dei protocolli, presunte negligenze per la morte di alcuni pazienti e forniture mancanti di mascherine.
Perché agli operatori del 118 non spetta di richiedere di essere sottoposti al tampone a meno che non presentiamo sintomi?
Sappiamo bene che sono in contatto per 12-24 ore con pazienti che possono essere tutti potenziali pazienti “zero”.
Alcuni, fortunatamente, che hanno avuto la possibilità di adottare le idonee
misure ricevendo tutti i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale n.d.r.) non si contagiano; purtroppo i meno fortunati devono aspettare che compaiano febbre o tosse, per poter richiedere il tampone.
Si potrebbero configurare dei reati se si accerta che qualcosa non ha funzionato nella gestione dei protocolli approntati per tenere il più possibile il virus lontano sia dai reparti ospedalieri che da tutti gli operatori sanitari compresi dipendenti e volontari del 118.
Ma intanto sono entrati in contatto con centinaia di persone… La Conf.A.I.L chiede maggior tutela per gli operatori.
Tamponi subito a tutti gli operatori che oggi ancor di più sono l’unica risorsa a lavorare H24 su tutto il territorio regionale.
Sono più di 150 gli operatori tra quarantena e positivi, cosa aspettiamo ad effettuare i tamponi anche agli asintomatici?
L’assessore alla sanità dia ordine perentorio di effettuare immediatamente i
tamponi a tutti i sanitari del 118.
Finita questa battaglia contro COVID19 trarremo le conseguenze imputando le responsabilità a chi deve prendere queste decisioni”.